The Wine Lovers Club. Capitolo primo: di che sesso è il vino? 24 Marzo 2014 – Pubblicato in: The Wine Lovers Club – Tags: , , , , , ,

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Volete sapere una delle cosa belle del mio lavoro?!

Posso iniziare a bere vino alle 10:00 del mattino e nessuno mi può additare perché: “Sto degustando!”.

Cosa vorrei di più dalla vita {chiaramente in questo contesto}?

No! Non il famoso amaro della pubblicità, ma poter sorseggiare un “buon bicchiere”, sdraiata in cima ad una qualsiasi collina della Toscana, con i colori di fine estate, al tramonto {o all’alba}, con la pelle baciata da quel sole tiepido che ti fa percorrere la schiena da un turbamento piacevolissimo, quasi sensuale.

Un po’ come quello che ti fa perdere il controllo la prima volta con il tuo amato.

Per me, ogni volta con un vino, è come la prima volta. Sì, per me è amore, passione, coinvolgimento, perdersi per poi ritrovarsi.

La parola “vino“, ha origine nel termine sanscrito “vena”, la cui radice è ven, la stessa del nome Venus aka Venere.

Sì proprio lei, la dea, quella principalmente associata a questo sentimento meraviglioso che è l’amore, colei che anela la gioia di vivere, che inneggia lo scambio istintivo e spontaneo con l’altro.

Sarà per l’ennesima volta solo un caso?

venere del botticelli

Capisco a questo punto perché più di qualcuno si sia posto la domanda “Come si può vivere senza amore?” che personalmente sarebbe per me l’equivalente di “Come si fa ad essere astemi?”.

Soprattutto in Italia nota, già ai tempi della allora nascente civiltà greca, come Enotriaterra della vite.

Grande dilemma della vita, no?

Siccome oggi siamo in vena di domande, mi viene da porvi un altro grande quesito:

“Ma di che sesso è il vino?”.

Perché, parliamoci chiaro, che “faccia sesso” si sa, ma con chi?

Di tipi di vino ce ne  sono tanti, divisi nelle più grandi categorie: i rossi, i bianchi, i rosati, i novelli, quelli da uve biologiche, i liquorosi, i passiti, gli aromatizzati e gli spumanti.

Ad ognuno di noi, per gusto personale, un tipo di vino può piacere più di un altro, perché riconosciamo attraverso i profumi e i sapori delle caratteristiche che ci fanno sentire a proprio agio con uno, nessuno o … centomila {come nel mio caso e in quello del Pirandello}.

Esattamente la stessa cosa che succede tra due individui quando diciamo: “c’è dell’attrazione!”, “questione di pelle!”, ” sarà la chimica!”

Con il vino succede precisamente la stessa cosa.

Immaginatevi di bere un bicchiere di vino tutti i giorni, sempre lo stesso, dello stesso genere, “il vino della casa” {il mio incubo peggiore}, quello che umanamente definiremmo: un tipo comune, uno qualunque, quello a cui non si presta mai troppa attenzione perché “non è quel tipo che ha bisogno di troppa attenzione” .

Poi un giorno, per un caso del destino, e meno male che esiste il destino, vi viene versato un calice di vino di un’altra categoria.

Per un momento sembra che il mondo smetta di esistere. 

Tutto si ferma. 

Tutti i tuoi sensi sono all’erta. 

L’occhio è catturato dal colore e dalla viscosità.

Il naso non può fare a meno di immergersi nel calice per catturare i profumi e riconoscere l’aroma.

Le labbra bramano il contatto per poter capire che tutto quello che sta succedendo è reale e non solo frutto della fantasia, del desiderio. 

La bocca finalmente si lascia inondare dal tanto ambito sorso di nettare degli dei, perdendosi nell’estasi, serrando le labbra forte, tenendole strette con l’intento di prolungare al massimo l’attimo di piacere, abbandonandosi ad una sorta di apnea per potersi tenere tutto dentro.

Un brivido caldo corre lungo tutta la schiena e il calore sembra che ci invada l’anima.

Una disperata ma necessaria ricerca di indizi e informazioni che ci aiutino a capire che tutto questo sta davvero succedendo, aggrappandosi alla realtà ma solo per  provare ad immortalare questo attimo in una “fotografia”, per paura di perdere memoria di quello che abbiamo vissuto, sapendo che tra poco il mondo ricomincerà ad esistere, tutto ricomincerà a muoversi, a fare rumore, a distrarci e poi tutto sarà finito…fino al prossimo sorso!

Eh sì, perché il grande vantaggio di provare piacere bevendo del buon vino è proprio quello che non bisogna aspettare, si può fare un sorso, poi un altro e un altro ancora.

Questa è la mia personale interpretazione del coinvolgimento dei sensi durante il “wine tasting”.

Per metterla in modo più pragmatico quando si degusta il vino è necessario impiegare la vista, l’olfatto e il gusto.

Avrete già capito che il Wine Lovers Club è dedicato a chi davvero sa apprezzare i piaceri della vita, quindi lasciamo agli altri le spiegazioni accademiche perché a noi piace il gusto dell’esperienza vissuta, della cosa provata, dell’emozione forte data anche solo dall’assaggiare senza pensarci una focaccia fatta in casa, farcita con del tonno in scatola e maionese ed abbinarla ad un Valpolicella Classico, tanto per citarne una.

Del vino, dunque, ci si può infatuare, altre volte davvero innamorare; a volte solo per una estate, a volte per una notte, a volte per sempre.

Certe volte si incontrerà lo stesso vino a casa di amici, dopo anni dal primo incontro, e con piacere ci ricorderemo di quella volta che ci siamo conosciuti sulla terrazza della casa al lago, facendo un aperitivo all’imbrunire ascoltando della buona musica; altre volte riconoscendo il vino con cui siamo finite a ballare sul tavolo inglese dell’ 800 a casa dell’ex fidanzato, quello con la mamma insopportabile, e faremo finta che niente sia mai successo, altre volte ancora scoppieremo a piangere incrociando lo sguardo con quella bottiglia che ci ha fatto compagnia e ci ha scaldate nelle sere fredde dopo che lui ha scelto un’altra invece che te.

Tornando a noi e al nostro quesito …

La mia risposta è che il vino ha il sesso che piace a noi.

Non mi piacciono le discriminazioni o le generalizzazioni in fatto di gusti sul vino.

A me quelli, che proclamano che le donne bevono solo i bianchi leggeri, profumati e i vini dolci e che gli uomini “non bevono quello che bevono le donne” ma i rossi, i vini liquorosi e tutto il resto ma “va bene tutto basta che si beva”, mi fanno subito perdere la pazienza!

Ognuno beve il vino da cui si sente attratto e che lo rende felice già dal primo sorso.

Il vino è davvero una esperienza sensoriale molto privata, anche se a volte la si condivide con più persone attorno allo stesso tavolo.

Come il sesso, per diventare più bello, divertente, piacevole e soddisfacente bisogna praticarlo spesso e fare esperienza così anche il vino richiede pratica, dedizione, voglia di sperimentare, di provare cose nuove e diverse per poter poi fare confronti e capire quello che veramente è più adatto a noi!

Come il sesso, che se vissuto con sentimento ha tutto un altro significato, così anche il degustare vino prende connotazioni diverse, può anche diventare una esperienza subliminale, quasi astratta tanto meravigliosa, talmente bella ed assoluta da non poter più nemmeno essere classificata o racchiusa da parole, perché va a toccare fili della memoria così delicati e soavi.

A volte, degustare vino può far provare emozioni che sono sensuali ma che nulla hanno a che vedere con il sesso.

Quindi non siate in imbarazzo se siete grandi, grossi e cattivi ma vi commuovete davanti ad un calice di vino passito di Brunello riserva di 9 anni perché tutti i profumi vi rimandano alle merende in giardino dalla nonna col suo grembiule che sapeva di rose, mentre vi prepara il pane spalmato col miele selvatico dopo aver tirato fuori dal forno il pane con l’uvetta …

Non siate neppure in imbarazzo se siete una giovane donna, timida, molto riservata e pacata eppure sorseggiando un calice di Barbera, non il solito Barbera ma uno veramente buono, vi sentiate pervasa dal desiderio, sconvolta dal sentore di pelle, come quello di una sella, dai profumi selvaggi della stalla, dai sentori di paglia umida per via del terreno su cui è poggiata, il calore del legno; ed eccolo lì che nella vostra mente prende forma il corpo di un uomo alto moro bello. Vi sembra quasi di sentire il profumo della sua pelle, lì nell’incavo del collo dove vorreste nascondere il vostro viso … e senza rendervene conto state già limonando duro con  Terrence. Sì, quello di Candy Candy, perché diciamocela tutta: Anthony era carino ma era un po’ come “il vino della casa“, perché alla fine dei conti inizi la cena col prosecco che ti offrono ma poi vai a casa felice e pienamente soddisfatta solo dopo esserti bevuta il Barbera d’Alba Silenzio di Stefano Farina del 2010!

stefano farina