Un week end a tema- family vintage part 3 27 Aprile 2011 – Pubblicato in: Handmade – Tags: famiglia, nonni, tazze a fiori, vintage, zia mame
Premetto , come se ce ne fosse il bisogno, che io sono una di quelle persone che fantastica parecchio, vive nel suo mondo e di film nella sua capocchia, ne dirige tantissimi. E che si assegna anche gli Oscar, a volte.
Ora io non so se le connessioni che vi sto per elencare possano avere senso agli occhi di un lettore normale, ma a me è parso di vivere un week end surreale, un week end a tema come scrivo appunto nel titolo. Tutto nasce da un libro regalatomi dalla nostra Chiara I. , Zia Mame, poco prima di partire per le alpi francesi.
Succede che dopo molto tempo stacco dalla macchina da cucire ( terapeutico) e dal computer ( terapeutico) e mi lascio avvolgere dall’eccentrico personaggio del libro, immaginandomi in stanze stravaganti, arredate in diversi stili a seconda del susseguirsi delle mode di fine novecento interpretate dalla mitica Mame che ti attrae inizialmente in un kimono e ti saluta in un sari Indiano.
Succede che tra un capitolo e l’altro mi ritrovo ad aprire scatoloni impolverati contenenti vecchissimi servizi da tè, ventagli riportati dal giappone ai miei nonni da non si sa quale parente, l’uniforme di mia mamma di quando faceva l’hostess negli anni ’70.
Succede che scopro un vaso svedese firmato e datato, anni ’50, di un gusto molto particolare per l’epoca, quello di mio nonno Edouard che si fece recapitare sempre dalla lontana penisola un tavolo in tek dalle linee molto attuali in Algeria. Succede che scopro quel tavolo sotto una vecchia coperta impolverata e che poco distante trovo un servizio da tavola bianco con delle linee verdi e nere che formano disegni geometrici anni ’60 da lasciare sbalorditi per la scoperta, per la bellezza, per il gusto del passato vissuto dai nonni che amavo.
Succede che gli arredi descritti nel libro a volte si fondono con i miei continui ritrovamenti. Ammetto che l’alto tasso di zuccheri e grassi dovuti all’abuso di croissant e petit pain au chocolat possano avere un ruolo importante in questa storia.
Succede , e credo che questa sia la nota più dolente, che mi senta un pò come Michel Serrault nella Cage aux Folles, il vizietto, è che mi ci senta anche parecchio bene tra queste tazze fiorate, felice, spensierata e kitch , come Zazà Napolì!
Speriamo che il delirio glicemico passi in fretta e che io possa ritrovarmi ancora mille volte in mezzo a vecchie cianfrusaglie per alcuni, davanti ad incommensurabili tesori per noi sognatori.
Commenti
Zelda was a writer Aprile 27, 2011 - 09:36
ok. forse morirò di bellezza proprio oggi. qui. dopo questo post.
uffa, volevo andare a fare colazione fuori!
bon. adieu.
justine Aprile 27, 2011 - 14:45 – In reply to: Zelda was a writer
Non mi morire adesso che ci siamo conosciute, hai idea di quanti scatolini devo ancora aprire e tu fotografare, il tutto mentre mangiamo e ingrassiamo allegramente?