The Wine Lovers Club. Back to School: il vino nella storia. 11 Settembre 2014 – Pubblicato in: The Wine Lovers Club – Tags: , ,

Settembre 2014.

Un altro Settembre.
Di un altro anno.

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Grande è l’entusiasmo con cui i nostri “studenti” del WLC attendono con ansia di ritornare ad occupare i loro virtuali banchi di scuola e così io, allo stesso modo esaltata, mi impegno a produrre il “programma scolastico” per l’anno accademico in corso!
Comincio a ragionare sul potenziale argomento da proporre durante la prossima prima “lezione”.

Più ragiono e più mi convinco che le cose “facili” proprio non mi piacciono e non fanno per me.
Perché dico questo?

Perché è da più di un anno che “combatto”  con un’ idea che mi frulla in testa e che continua a far capolino e nonostante io sappia che si tratti di un argomento veramente vasto, a volte complesso e critico, non riesco a rinunciarvi perché so essere troppo interessante, affascinante, coinvolgente.

Il vino nella storia.
Il Medioevo.

Esatto la prossima degustazione del Wine Lovers Club sarà incentrata sul vino nel Medioevo.

Così, il prossimo 26 Settembre proporremo ai nostri Ospiti una cena con 5 portate e altrettanti vini con un fondamento storico ben connotato, il medioevo, compreso convenzionalmente tra la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e la scoperta dell’America.

Va bene, va bene … La smetto.
Scusate mi ero fatta prendere dal ruolo di luminare in cattedra!

Sapete che ho una fantasia fervida… Tutto merito del vino!

Prometto di farvela facile e veloce … Come quando dal parrucchiere leggete un articolo su Novella 5000 1/2 in merito a Belen o ad un famoso sconosciuto del GF 600!!!

Il vino, durante l’epoca medievale, fu la bevanda polifunzionale per eccellenza, veniva utilizzato non solo per scopi alimentari ma anche medicinali, politici e liturgici.
Ovviamente non esistevano sistemi di conservazione moderni e la bevanda veniva consumata fresca.

Addirittura erano ritenuti migliori i vini meno invecchiati!
E’ facile supporre che il sapore non era proprio squisito…

Spesso venivano adottati alcuni accorgimenti per migliorarne il gusto: se sapeva di legno o era inacidito si mischiava con l’allume oppure se era troppo debole si amalgamava con il mosto cotto. 

La pratica più utilizzata per migliorarne il sapore era quella di aromatizzare il vino con le spezie o frutta: miele, anice, zenzero, cardamomo, chiodi di garofano, frutta e rosmarino erano gli ingredienti più gettonati.

Pare che, in linea generale, i vini più apprezzati dell’epoca fossero i bianchi, ritenuti più nobili e raffinati.

La ‘vinificazione in bianco’, infatti, implicava un processo produttivo più attento, frutto com’era di un’accurata selezione della materia prima: si trattava, infatti, del risultato della fermentazione di un mosto separato dalla vinaccia e dai graspi.

Il vino rosso, d’altra parte, manteneva un alto valore simbolico, che gli derivava – com’è facile intuire – dall’essere utilizzato nella liturgia eucaristica.

La lista dei ‘vini di lusso’ comprendeva, ancora, malvasia, ribolla e trebbiano.

Tutti vini bianchi.

I primi due forti, dolci e liquorosi, con buona gradazione alcolica.
Il trebbiano secco e con un gusto un po’ più aspro.

Alla lista si potrebbero aggiungere i vari tipi di moscatello, il nebbiolo e l’arneis piemontesi, il razzese ligure, il groppello lombardo, il garganigo e il marzemino veneti, il gaglioppo dell’Italia meridionale…

Di fronte a tanta varietà d’offerta, come fare a scegliere il vino migliore o, almeno, il ‘più appropiato’?

Certo non a caso.

Tra medioevo e rinascimento, in particolare, si affermarono dei criteri di scelta piuttosto elaborati, basati su precise teorie scientifiche.

Si trattava della ‘teoria dei quattro elementi’ (terra, acqua, aria e fuoco) e della connessa ‘teoria delle quattro qualità’ (caldo, freddo, secco ed umido), in virtù delle quali esistevano corrispondenze precise tra i quattro elementi, le quattro qualità, le stagioni, le età della vita e, persino, gli alimenti. 

Tali teorie venivano, infatti, applicate anche in campo medico e, più propriamente, nella dietetica.

Ci tengo a ricordare che dall’alto Medioevo si registrarono 2 grandi mutamenti nei processi produttivi: l’uso della botte in legno, di origine celtica, molto più adatta al trasporto e capace di produrre effetti positivi sull’invecchiamento e la conservazione; e la collocazione delle cantine dal sottotetto, come in uso nelle aziende agricole romane, alle cantine ipogee, luoghi che consentivano la corretta protezione dalla luce e dagli sbalzi di temperature (ancora oggi sono le cantine ipogee ad essere ritenute le più adatte alla conservazione del vino).

Bisogna tuttavia non dimenticare che, con il crollo dell’Impero Romano e con i conseguenti mutamenti socio-politici, la vitivinicoltura subì una drastica riduzione.

Una vera e propria rinascita enologica la si può osservare solo tra il 650 e l’850 a.C., e in particolare con il regno di Carlo Magno, il quale incoraggiò la vitivinicoltura e la produzione di vino emanando apposite leggi.

Una curiosità: tra queste norme si può ricordare quella che concedeva ai viticoltori la possibilità di poter vendere vino al dettaglio collocando una frasca, quale insegna, sopra l’ingresso della cantina domestica, modalità in uso fino al secolo scorso nelle campagne romane, dove si era soliti allestire una “fraschetta”, ovvero una decorazione di rami d’alloro sopra il locale adibito a vendita e mescita del vino nuovo.

A questo punto la campanella è suonata, la lezione è finita e posso affermare con certezza di avervi asciugato abbastanza!!!

Sia che siate i secchioni bisognosi di altre nozioni su questo argomento, sia che siate “le punte di diamante, che sarebbero degli ottimi elementi ma non si applicano”, quelli, insomma, sempre seduti negli ultimi banchi per poter far casino …

Siete tutti invitati alla serata di degustazione di Venerdì 26 Settembre a partire dalle 20.30.

Una cena con proposte culinarie ricercate e accurate.
Tutte realizzate dal nostro Executive Chef Mauro Civiero.
5 portate con vini in abbinamento. €45 a persona. Prenotazione consigliata. 039.389092. OPPIO Osteria Monza – Via Magenta 16/a.

Ai super secchioni: se volete potete partecipare alla degustazione con spiegazione dei vini in inglese. Prenotazione obbligatoria.