Riflessi: siamo fatti di riflessi, ghiaccio e metafore concrete. 28 Aprile 2014 – Pubblicato in: Riflessi – Tags: , , , , ,

Cerchiamo noi stessi negli angoli di casa, nel mondo, nei libri ma penso che il corpo sia il posto più vero dove ri-trovarsi sempre.
Il corpo come una casa. E l’ Io lo abita, ovunque (forse più simile ad un camper allora). Con qualunque “tu” si confronti-incontri-tocchi.
Su qualunque specchio si rifletta la sua immagine.
In mezzo alla gente il Sabato sera seduto ad una tavola affollata di gente, di musica, di libertà!
Solo alle otto di mattina sul letto in pigiama. Tra il caffè e la luce che ti stropiccia gli occhi e i pensieri.
Nudo. Avvolto solo da un profumo. Il tuo. Ingombrante. Immobile. In movimento come quando cerca “i propri passi”. A piedi nudi o su sandali altissimi. Alla luce. Al buio di una notte.

Il corpo si trasforma. Si modifica. E ci parla. Ancora di più quando non riusciamo ad ascoltarci e lui deve urlare per farci capire.

Il corpo racconta chi siamo. In corpo con forme contenute in taglie sempre troppo grandi. Il corpo che si piega sotto carichi pesanti. Il corpo che implode o esplode le infinite emozioni. Che maschera. Che si vergogna. Che mostra arrossendo. Che trattiene. Tutto. Con tutta la forza. Con sforzo.

Perso. Che si ritrova in un abbraccio.
Rotto. Con pezzi di cui prendersi cura.
Pigro. Fragile, da maneggiare con cura.
Pronto a perdere l’equilibrio.
Fiero di dire: E’ qui che vorrei essere.

Il corpo comunica e lo fa con la semplicità dei suoi strumenti. Con linee sulla pelle che raccontano una storia lunga una vita. Risate. Pensieri. Lacrime e paure. Sorprese. Sospese.

Ascoltiamolo!

Un invito: chiudete gli occhi, rilassatevi, iniziate ad ascoltare e non abbiate alcuna fretta. Sentite le sensazioni che si fanno musica, immagini.
Descrivere e parlate. Raccontate come state e come vi sentite.
Qualcuno non riuscirà a sentire nulla. Altri sentiranno “troppo”
Il corpo comunica delle “sensazioni”. Proviamo a dargli forma!

“Ho la testa pesante”.
“Non riesco a mandare giù questa storia”.
“Quella persona mi irrita”.
“Questa situazione mi disgusta o non riesco proprio a mandarla giù”.
“Mi trascino da anni il peso di questa storia”.

source lusidar

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Ognuno di voi troverà l’immagine che descrive meglio questo sentire. Sono infinite. Sono Metafore e non solo. Sono Metafore Concrete. Iscritte nel nostro corpo a livello fisiologico e posturale.
Così il modo di dire diventa un concreto schema mentale che plasma la postura e che, se protratto inconsapevolmente nel tempo, altera la fisiologia dando origine a disagi e patologie conclamate.

E’ così che una GASTRITE non e’ solo un evento fisico, ma diventa la storia di una “situazione indigesta” che non sei riuscita ad elaborare. Tale schema mentale accende una modalità che alimenta sentimenti di rabbia e frustrazione.
Il MAL DI SCHIENA diventa il male di un dolore, di un trauma, di una tristezza immensa che porti con te e non riesci a scaricare.
Le MALATTIE DERMOPATICHE diventano l’unico modo di manifestare “un’irritazione” che rompe il confine (la pelle). Che non riusciamo più a contenere!

Questa nuova consapevolezza di sè non e’ solo una scoperta, ma può diventare il cambiamento.

Cambiamo “situazioni che sono diventati problemi”. Problemi che si nascondono e modificano nel tempo, di cui solo ora sentiamo gli effetti.
Cambiare quindi significa trasformare i nostri modi di fare, di pensare,di stare.
Accettare che i nostri pensieri sono immagini potenti che condizionano il nostro corpo e le nostre relazioni.
Capire che il legame tra psiche e corpo e’ forte e diretto.

Lavorare sul corpo e’ un modo efficace per Estirpare alla radice la modalità disfunzionale che alimenta il problema. Per scongelare Emozioni trattenute, che si sciolgono come un sorriso dopo una carezza.

QUINDI CAMBIATE . E FATELO ORA. DA VOI. CON VOI.