Non è scienza, è funkyscienza: Risposte spaziali 27 Aprile 2015 – Pubblicato in: Funkyscienza, Rubriche – Tags:

Oggi iniziamo con un esperimento (stiamo o no parlando di scienza?).

Prendiamo un bambino di qualche mese, diciamo tra i 4 e i 6, e un gatto di pari età (tranquilli, la vivisezione non c’entra). Mettiamo il bimbo sul seggiolone e il gatto sul tavolo. Appoggiamo ora una pallina sul tavolinetto del seggiolone e una sul tavolo insieme al gatto. Lasciamo quindi interagire gli animaletti con le palline e osserviamo quel che succede. A casa mia, e con molta probabilità anche a casa vostra, entrambi i cuccioli hanno buttato la pallina giù dal proprio tavolo e hanno continuato a rifarlo ogni qualvolta io abbia raccolto la pallina da terra e l’abbia rimessa sul tavolo (e ciao ciao schiena).

Nessun animale è stato maltrattato durante lo svolgimento di questo esperimento

Nessun animale è stato maltrattato durante lo svolgimento di questo esperimento

Cosa possiamo dedurre da questo esperimento? In prima battuta che le cose lasciate senza un adeguato sostegno finiscono al suolo.

Nei secoli molte delle migliori menti mai apparse sul pianeta hanno studiato questo fenomeno, usando palline, pendoli e mele, finché nel 1687 uno di loro, Isaac Newton, non ha messo ordine nella miriade di ipotesi fatte fino ad allora enunciando una legge, la legge di gravitazione universale.

Ora, forse voi non lo sapete, ma la “trovata” di Newton è talmente geniale e così importante che ogni anno noi festeggiamo la nascita di questo signore, il 25 dicembre, stando a casa da scuola e dal lavoro, mangiando fino a scoppiare e scambiandoci doni e amore vicendevolmente (dite che non è per questo? Sarà…).

Mela di Natale

A Merry Xmas and a Happy Birthday, Sir Isaac Newton. ph. di Gaia Patamaga

A questo punto voi vi starete chiedendo cosa c’è di così geniale nell’affermare che una cosa pesante cade verso il suolo, visto che in circa 2 o 3 anni lo capisce anche il bambino di cui sopra (no, il gatto no. E infatti continuerà per tutta la vita a buttare cose giù dal tavolo con piccoli buffetti…). In effetti questa è la parte facile della faccenda, e la genialità di Newton sta nel fatto di aver capito che la forza che fa cadere le cose (la sua famosa mela) verso terra (o forse è il caso di dire Terra) è la stessa che tiene in orbita i pianeti e i vari corpi celesti.

La legge di gravitazione universale, infatti, dice (la faccio un po’ facile, ok?) che due corpi si attraggono. In particolare dice che più è grande la loro massa e più sono vicini uno all’altro, più sarà forte questa attrazione.

Questo spiega perché una mela “sembra” cadere a terra: in realtà la Terra attrae la mela e la mela attrae la Terra, ma trovandosi una molto vicina all’altra ed essendo la Terra circa 24 milioni di miliardi di miliardi di volte più pesante della mela, quest’ultima si muoverà verso Terra (!) mentre il pianeta se ne starà lì bello placido.

Ma come vi dicevo, la legge di gravitazione universale spiega (e qui la faccio ancora più facile) anche il movimento dei pianeti. Prendiamo per esempio la Terra e il Sole. Se la Terra fosse sola nello spazio, si muoverebbe in linea retta (verso dove non si sa, visto che di fatto non è così). Ma visto che c’è attrazione reciproca tra Terra e Sole, ad ogni istante la Terra devia dalla sua traiettoria rettilinea per girare intorno al Sole.

L’abbiamo già detto che è tutta questione di palle?

L’abbiamo già detto che è tutta questione di palle?

In questi giorni sopra le nostre teste gira la ISS, la Stazione Spaziale Internazionale. Forse sapete già che al suo interno, fino a maggio-giugno, risiede Samantha Cristoforetti, la prima astronauta italiana donna a essere andata nello spazio. Quello che sapete adesso è anche perché la ISS rimane in orbita.

Un’altra cosa che forse non sapete, ma che probabilmente vi siete chiesti, è il perché sia così importante, nonostante sia estremamente costoso, studiare lo Spazio. E la risposta io ve la do citando parte delle parole (quelle complete le trovate qui) che Ernst Stuhlinger, direttore scientifico della NASA negli anni ‘70, usò per rispondere proprio a questa domanda.

“Anche se il nostro programma spaziale sembra portarci via dalla Terra verso la Luna, il Sole, i pianeti e le altre stelle, penso che nessuno di questi corpi celesti troverà la stessa attenzione dedicata dagli scienziati dello spazio verso la Terra.  Avremo una Terra migliore, non solo grazie a tutte le nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche che potremo applicare per migliorare la vita, ma anche perché iniziamo ad apprezzare meglio il nostro pianeta, la vita e l’uomo.”

Volere è potere. E volare? Si può fare

Volere è potere. E volare? Si può fare

A questo punto la sapete proprio tutta. Siete pronti. E la prossima volta che i vostri bambini vi chiederanno perché la Luna vola, non vi coglieranno impreparati. Potrete parlargli di mele, di grandi attrazioni e di forti desideri. Al che loro vi risponderanno come hanno risposto a me: “Sicura mamma? Guarda che quella è la storia di Biancaneve.”