Non è scienza, è funkyscienza: Il cielo è sempre più blu 25 Maggio 2015 – Pubblicato in: Funkyscienza – Tags:

Oggi, dopo qualche post di avvicinamento e non poco tergiversare, è finalmente arrivato il momento di affrontare l’argomento per il quale le Mamas hanno ceduto a concedere un po’ del loro spazio a me e ai miei sproloqui. Parleremo forse di come la scienza salverà il mondo grazie alla scoperta del dono dell’ubiquità e del teletrasporto dei genitori? Sto forse per darvi la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto? O, addirittura, sto per dirvi qual è la domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto? Ebbene no. Ma sto per raccontarvi perché il cielo è azzurro. Ta-daaaa!

cielo

La bellezza salverà il mondo

Forse sapete che la luce che ci arriva dal Sole è un miscuglio di tutti i “colori” che siamo in grado di vedere e di altri che non vediamo, come le onde radio sulle quali facciamo viaggiare buona parte delle nostre informazioni, i raggi infrarossi che ci scaldano e quel poco di raggi UV che ci fanno abbronzare. Ma noi, qui e oggi, ci concentreremo solo sulla luce visibile, anche detta luce bianca.

Che la luce bianca sia composta dai colori dell’arcobaleno lo sappiamo tutti grazie ai Pink Floyd, anche se il primo a dimostrarlo fu, ancora una volta, quel grandissimo di Isaac Newton. Che i colori dell’arcobaleno siano sette, invece, è solo una cosa che ci hanno convinto a credere perché la spiegazione risultasse più ordinata: volevamo forse che i colori fossero da meno delle sette note musicali? Dei sette vizi capitali? Dei sette colli? Dei sette re di Roma? Dei sette nani? E no, eh. Per tornare a noi, l’arcobaleno è composto da un insieme infinito di colori che passano con continuità da uno all’altro, partendo dal rosso e arrivando al viola. Il loro nome scientifico è spettro, e non a torto visto che in certi casi – tipo quando cerco di riordinare il mio armadio – doversi barcamenare con infiniti colori può creare un certo timore…

I colori dello spettro arrivano sulla Terra sotto forma di onda, quindi ai nostri scopi immaginiamoli come tanti sciatori impegnati in uno slalom. Ognuno di loro farà curve sempre uguali e della stessa ampiezza, iniziando da quelle più larghe dello sciatore rosso per arrivare a quelle strettissime dello sciatore violetto.

rainbow tattoo

Che i colori dell’arcobaleno non sono sette siamo d’accordo, vero?

Per arrivare sulla Terra i colori devono attraversare l’atmosfera, cioè quello strato di gas, polveri e acqua che circonda il nostro pianeta permettendo alla vita di svilupparvicisi (e aggiungerei supercalifragilistichespiralidoso). Perché noi li possiamo vedere, inoltre, i colori devono sbattere contro qualcosa per rimbalzare poi nei nostri occhi; in “scienziese” si dice che devono essere riflessi.

Quando i nostri colori-sciatori incontrano le particelle di polvere o acqua che compongono le nuvole è come se incontrassero un muro di gomma: non c’è possibilità alcuna di evitarlo, e l’effetto è che tutti i colori-sciatori vengono rimbalzati in giro. In questo modo tutti raggiungono i nostri occhi, ricomponendosi quindi a creare luce bianca e facendo così sì che le nubi ci appaiano bianche.

Il rapporto con i gas dell’atmosfera, invece, è diverso. Per dimensione questi gas possono essere paragonati ai paletti dello slalom dei nostri colori-sciatori. Lo sciatore rosso farà il suo slalom a curve talmente ampie da superare tutti i paletti in una volta sola: niente rimbalzi e niente rosso nei nostri occhi. Lo sciatore viola farà curve strettissime ed eviterà quasi tutti i paletti, così che pochissimo viola ci arriverà negli occhi. E in modo simile si comporteranno tutti gli altri colori-sciatori. Tranne l’azzurro: il bravissimo e sfortunatissimo azzurro.  Il nostro uomo, infatti, farà curve perfette della stessa ampiezza dei paletti, ma purtroppo invece di prendere un ritmo tale da centrare lo spazio tra un paletto e l’altro, centrerà ogni paletto (sigh). E quindi ogni volta rimbalzerà nei nostri occhi: azzurro, azzurro, azzurro, azzurro… Un mare di azzurro nei nostri occhi. Anzi, no: un cielo!

montagna Les Gets

Vedere sempre il lato positivo: think light blue!

Ed ecco fatta anche questa. Così, nonostante questi primi mesi di primavera ce la stiano facendo sudare con cappe bianche di afa o cieli neri stile Mordor, alla prossima giornata di sole, quando i vostri figli vi chiederanno perché il cielo è azzurro, potrete dargli una spiegazione alternativa a quella che io uso dare in questi giorni: “Perché è un miracolo”.