C’era una volta a Natale… 13 Dicembre 2012 – Pubblicato in: Sulla nuvola con Giada – Tags: , ,

C’era una volta una scatola di lucine gialle che viveva sul ripiano più alto dello scaffale del super.

Man mano che si avvicinava il Natale, Lucina sentiva crescere l’ansia e salire la preoccupazione per la propria sorte perché, come ogni addobbo ben sa, gli amanti dell’atmosfera natalizia hanno la pessima abitudine di creare decorazioni fatte a loro  immagine e somiglianza e da quanto si raccontava non c’era certo da stare allegri…

Tutti sullo scaffale ricordavano con un brivido la storia dell’anziano matematico che regolava le luci sul balcone con intermittenze calcolate sulla sequenza di Fibonacci; e come dimenticare il triste destino dei neon che l’elegantone aveva scelto per la loro luminescenza simile al colore Pantone dell’anno: avevano brillato per una sola stagione!  Si citava l’entusiasta casinaro, un collezionista i cui stipiti strabordavano di palle luminose, ma anche renne luccicanti, babbi natale impiccati e grandi stelle comete lampeggianti e il forzato dell’atmosfera natalizia: colui che, dopo aver estratto le luci dalla scatola, senza nemmeno dipanare il filo, le appoggiava sul davanzale e tornava a vedere la partita.

A sentire questi paurosi racconti Lucina si sentiva sprofondare nel black out! Lei sognava un futuro di gioiosa intermittenza scandita dal caldo ritmo delle risate.

E venne il giorno in cui anche lei fu acquistata, da un tizio alto che proprio non riusciva a inquadrare! Non un elegantone nè un precisino, questo era evidente al primo sguardo, e nemmeno un fissato della tradizione: l’aveva intuito vedendolo smanettare con l’autoradio per fuggire a un accenno di canzone di Natale e sorridere infine soddisfatto ai Massive Attack…

Confusa e impaurita Lucina si aggrovigliò in un nodo indistricabile: se volevano estrarla dalla scatola avrebbero trovato grumi di filo e led per i loro denti!

Sentì il coperchio aprirsi, la presa fu infilata nella corrente e suo malgrado si ritrovò a luccicare di timidezza: fu allora che udì un suono simile a “Wow!” , carico di stupore e meraviglia.

Delle piccole mani curiose la estrassero dalla scatola e Lucina si ritrovò a fissare da vicino due grandi occhi sgranati: fu amore a prima vista per entrambi!

Rincuorata dalle gioiose esclamazioni e dalle coccole del piccolo uomo che la teneva in grembo, Lucina prese a scintillare con tutto il potere dei suoi watt e tronfia di orgoglio iniziò a esibirsi: intermittenza lenta, veloce, isterica, e giù a ridere insieme.

Per ore Lucina e il piccolo uomo giocarono a districare i led, a nasconderli sotto al divano e ad annodarli intorno alla testa, creando travestimenti di luce.

Quando infine il piccolo uomo andò a fare la nanna, dopo averle dato un bacino della buonanotte per ogni lampadina, il tizio alto raccolse Lucina e la accompagnò verso la sua nuova casa: non era certo l’albero più bello del mondo, anzi era piccolino e un po’ spennacchiato, ma Lucina vide i semplici decori fatti dalle mani piccole del suo nuovo amico, sentì il profumo di casa e di famiglia, si strinse soddisfatta intorno ai suoi rami e si addormentò felice.