The Funky Art Exhibitions: Speciale Biennale di Venezia 25 Luglio 2013 – Pubblicato in: The Funky Art Exhibitions – Tags: , , , , ,

Il 16 novembre 1955 l’artista auto-didatta italo-americano Marino Auriti depositava presso l’ufficio brevetti statunitense i progetti per il suo Palazzo Enciclopedico, un museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell’umanità, collezionando le più grandi scoperte del genere umano, dalla ruota al satellite.

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Rinchiuso in un garage perso nella campagna dello stato della Pennsylvania, Auriti lavorò per anni alla sua creazione, costruendo il modello di un edificio di cento trentasei piani, che avrebbe dovuto raggiungere i settecento metri di altezza e occupare più di sedici isolati della città di Washington.

L’impresa di Auriti rimase naturalmente incompiuta, ma il sogno di una conoscenza universale e totalizzante attraversa la storia dell’arte e dell’umanità e accumuna personaggi eccentrici come Auriti a molti artisti, scrittori, scienziati e profeti che hanno cercato – spesso in vano – di costruire un’immagine del mondo capace di sintetizzarne l’infinita varietà e ricchezza.

Queste cosmologie personali, questi deliri di conoscenza mettono in scena la sfida costante di conciliare il sé con l’universo, il soggettivo con il collettivo, il particolare con il generale, l’individuo con la cultura del suo tempo. Oggi, alle prese con il diluvio dell’informazione, questi tentativi di strutturare la conoscenza in sistemi omnicomprensivi ci appaiono ancora più necessari e ancor più disperati. La 55. Esposizione Internazionale d’Arte, curata da Massimiliano Gioni indaga queste fughe dell’immaginazione in una mostra che combina opere d’arte contemporanea, reperti storici, oggetti trovati e artefatti.

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Con opere che spaziano dall’inizio del secolo scorso a oggi, e con molte nuove produzioni, la mostra include più di centocinquanta artisti provenienti da trentotto nazioni, di cui dieci presenti per la prima volta: Angola, Bahamas, Regno del Bahrain, Repubblica della Costa d’Avorio, Repubblica del Kosovo, Kuwait, Maldive, Paraguay, Tuvalu e, last but not least, la Santa Sede che partecipa per la prima volta con una mostra allestita nelle Sale d’Armi.

Concepita come un museo temporaneo, l’esposizione sviluppa un’indagine sui modi in cui le immagini sono utilizzate per organizzare la conoscenza e per dare forma alla nostra esperienza del mondo.

Sfumando le distinzioni tra artisti professionisti e dilettanti, tra outsider e insider, l’esposizione adotta un approccio antropologico allo studio delle immagini, concentrandosi in particolare sulle funzioni dell’immaginazione e sul dominio dell’immaginario. Quale spazio è concesso all’immaginazione, al sogno, alle visioni e alle immagini interiori in un’epoca assediata dalle immagini esteriori? E che senso ha cercare di costruire un’immagine del mondo quando il mondo stesso si è fatto immagine?

La mostra si apre al Padiglione Centrale ai Giardini con una presentazione del Libro Rosso di Carl Gustav Jung, un manoscritto illustrato al quale il celebre psicologo lavorò per più di sedici anni. Raccolta di visioni auto-indotte, il Libro Rosso di Jung ( presentato per la prima volta in Italia e mai prima d’ora esposto accanto ad altre opere d’arte contemporanea) introduce una riflessione sulle immagini interiori e sui sogni che attraversa l’intera mostra.

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L’esposizione raccoglie numerosi esempi di opere ed espressioni figurative che illustrano diverse modalità di visualizzare la conoscenza attraverso rappresentazioni di concetti astratti e manifestazioni di fenomeni soprannaturali.  Anche se il Palazzo Enciclopedico non è una mostra sull’occultismo o sull’artista come medium: è una mostra in cui attraverso questi esempi si rende manifesta una condizione che condividiamo tutti, e cioè quella di essere noi stessi media, di essere conduttori di immagini, di essere persino posseduti dalle immagini.

I disegni estatici delle comunità Shaker trascrivono messaggi divini, mentre quelli degli sciamani delle Isole Salomone sono popolati da demoni e divinità in lotta con pescecani e creature marine. La rappresentazione dell’invisibile è uno dei temi centrali della mostra. L’idea che l’immagine sia un’entità viva, pulsante, dotata di poteri magici e capace di influenzare, trasformare, persino guarire l’individuo e l’intero universo oggi ci appare come una concezione datata, offuscata da superstizioni arcaiche. Eppure come negare il potere talismanico dell’immagine quando ancora portiamo nei nostri cellulari le immagini dei nostri cari?

L’esercizio dell’immaginazione attraverso la scrittura e il disegno è uno dei temi ricorrenti nell’esposizione che, accanto alle opere di artisti contemporanei, raccoglie le sperimentazioni visive di alcuni celebri autori del Novecento, dagli esseri inventati da Jorge Luis Borges e illustrati dall’artista Christiana Soulou, passando per i diari di Franz Kafka tradotti in immagini da José Antonio Suárez Londoño. La collezione di pietre dello scrittore francese Roger Caillois combina geologia e misticismo, mentre le lavagne disegnate dal pedagogo Rudolf Steiner tracciano diagrammi impazziti che inseguono il desiderio impossibile di descrivere e comprendere l’intero universo.

Nei vasti spazi dell’Arsenale – ridisegnati per l’occasione – l’esposizione è organizzata secondo una progressione dalle forme naturali a quelle artificiali, seguendo lo schema tipico delle wunderkammer cinquecentesche e seicentesche. In questi musei delle origini, non dissimili dal Palazzo sognato da Auriti, curiosità e meraviglia si mescolavano per comporre nuove immagini del mondo fondate su affinità elettive e simpatie magiche. Questa scienza combinatoria, basata sull’organizzazione di oggetti e immagini eterogenee , non è poi dissimile dalla cultura dell’iper- connettività contemporanea.

I Padiglioni da non perdere:

Padiglione Bosnia Erzegovina: torna dopo dieci anni d’assenza con Il giardino delle delizie di Mladen Miljanoviċ (Palazzo Malipiero, 3198 San Marco).

Padiglione del Belgio: con un curatore d’eccezione: lo scrittore premio nobel J. M. Coetzee che ha scelto l’artista gotica Berlinde de Bruyckere come rappresentante del paese.

Padiglione della Germania: ospita tra gli altri il dissidente cinese Ai Wei Wei.

Padiglione Italia (ex-Generale): vanta due presenze eccellenti come Luigi Ghirri e Giulio Paolini.

55. Esposizione Internazionale d’Arte 

Venezia, Giardini e Arsenale,
Da 1 giugno a 24 novembre 2013
Orario: 10.00 – 18.00
Chiuso il lunedì (escluso lunedì 3 giugno e lunedì 18 novembre 2013)
Sito web: www.labiennale.org
 Prenotazioni e informazioni
Visite guidate, gruppi, scuole
Tel. 041 5218 828
Fax 041 5218 732
promozione@labiennale.org