Non ho più tempo per non avere tempo. 5 Ottobre 2015 – Pubblicato in: Rubriche, The Funky Diaries – Tags: , , ,

Il tempo delle donne -header

“Non ce la faccio più.”
“Non ho tempo.”

Eccole qui le due frasi che borbotto più di frequente tra me e me. Sono diventate quasi un tic linguistico, un disco rotto interrotto nel peggior punto della canzone.
Mi sono accorta quest’estate come queste due frasi escano dalla mia bocca automaticamente, molto prima di aver collegato il cervello.
Proprio al tempo delle donne mi sono soffermata su questo aspetto della mia vita, complice il nome della manifestazione e i momenti di disagio che ti colgono quando ti accorgi che qualcuno, dal palco, sta parlando proprio di te senza conoscerti.

La verità è che se non fossi stata ufficialmente invitata a raccontare la manifestazione sui miei canali social avrei voluto fortemente andarci e poi, probabilmente, tra gli impegni di lavoro e la famiglia avrei saltato l’evento.
Questa cosa mi ha profondamente toccato. Non ho più tempo per non avere tempo.
Ci sono momenti che sembrano accessori, viene sempre prima il fare, ma la consapevolezza, i confronti, i dibattiti, l’arte e la cultura non possono venire dopo. Non se sei consapevole che il cammino migliora di pari passo con la tua condizione di donna/uomo che vuole vivere il suo tempo senza subirlo. La quotidianità non può inghiottire l’unica missione per cui valga la pena essere nati: il nostro essere più profondo che evolve dalla nascita all’infinito.
Essere. Esserci. Prima che il vivere diventi una tabella di marcia, una to do list, un susseguirsi di note scritte sulle pagine dell’agenda.

Il tempo. Lusso per tanti, logorio per altri, quello che non passa più e quello che corre troppo.

Milioni-di-donne

Il tempo delle donne, organizzato da Corriere della sera e la 27ora è stato un susseguirsi di eventi, incontri e approfondimenti supportati da testimonianze e interviste.

Ma non voglio soffermarmi sul programma, ho riassunto ogni giorno quel che mi ha più colpito tramite un’immagine e una lunga didascalia che riporto in questo post e che avete già visto sul mio account instagram e sulla pagina facebook.
Mi preme invece raccontarvi i momenti tra un incontro e l’altro, le chiacchiere a fiume tra donne scaturite da ogni singolo evento. Ho vissuto queste giornate in simbiosi con Camilla Zeldawasawriterr e Laura di Rock’n’Mode, non abbiamo mai smesso, non siamo mai riuscite a finire un incontro nella sala del teatro o nel salone d’onore della triennale: i pensieri, le sensazioni, gli spunti sono proseguiti ininterrottamente anche nelle pause al pipìroom.
E’ questo di cui parlo quando dico che non ho più tempo di non averne, perché è questo il tempo più importante.

Questi momenti di confronto con le mie compagne di viaggio ma anche con tutte le altre donne incontrate, sono l’essenza stessa di quel che mi è rimasto dentro: siamo tutti unici, viviamo percorsi intimi e diversi tra loro, eppure esiste sempre una macro sfera che ci accomuna.

Ambra-Angiolini

Storie di famiglia, di maternità, di lavoro, d’amore, storie di donne: racconti che spesso potrebbero essere accompagnati da un “non puoi capire”. Ma esiste uno strumento più potente della conoscenza: si chiama empatia.

Avevo programmato di scrivere tutt’altro post, l’argomento portante di quest’anno era la maternità, ma scrivo in balia dei pensieri del giorno dopo.

Chiudo invece ricordando la prima chiacchierata con una giornalista coinvolta nell’evento: ci ha raccontato come da una loro inchiesta sia emerso che spesso, sono proprio le donne a non delegare ai mariti compiti che per stereotipo competono alle madri.

illustrazione-tempo-delle-donne

Dico la mia.
Io e il mio compagno siamo entrambi liberi professionisti, la nostra vita professionale è sempre incerta ma è stato anche un punto positivo e portante nei nostri “ruoli non ruoli” genitoriali.
Siamo diventati totalmente interscambiabili anche grazie alla flessibilità non voluta dei nostri lavori.

L’esempio pratico sono stati questi 4 giorni. Mettiamo sempre sull’ago della bilancia le proposte lavorative e le valutiamo assieme per capire a chi dare la priorità. La scelta è basata sul compenso, certo, ma anche sulla continuità o l’importanza che potrebbe avere sul nostro futuro lavorativo tal o tal altro progetto.

A volte le cose si sovrappongono e ci organizziamo oppure, come settimana scorsa, ci alterniamo: è rimasto a casa lui a occuparsi dei bambini. Esattamente come ci si aspetta lo faccia una madre.

Non è straordinario, non siamo una coppia più moderna di altri, non so nemmeno quanta consapevolezza ci sia stata in questa nostra organizzazione familiare.
Siamo un padre e una madre che non hanno un ruolo distinto, siamo semplicemente noi e i nostri figli, siamo semplicemente una famiglia.

cervello-adattivo

La foto qui sotto riassume molto di queste giornate, abbiamo consumato gli scalini della Triennale, scritto e digitato di tutto sugli smartphone e per quanto mi riguarda, ho fermato il tempo per 4 intere giornate.

ph. di Camilla zeldawasawriter.com

ph. di Camilla zeldawasawriter.com