Super Mamme, ma per chi? 29 Settembre 2015 – Pubblicato in: The Funky Diaries

super mamme

Mi sono svegliata con un macigno sulle spalle, è come se solo oggi avessi capito quel che ho vissuto l’anno scorso. Volete fare le super mamme che non rinunciano a nulla?
Ok, per me va bene, ma mi sento di dirvi che senza accorgermene, la fatica dell’anno scorso mi sta scoppiando in petto prepotentemente.

In particolare, in questi giorni, un evento come tanti altri ha cominciato a tornarmi in mente più volte…ah la psiche! Inutile far finta di nulla, le cose vanno affrontate, la vita su questo non transige e te lo fa capire in modo estremamente chiaro.
Ho partorito la mia meravigliosa Lilou il 4 settembre e pochissimi giorni dopo,  sono stata ad un incontro di lavoro.
E pensare che quando mi è capitato di ricordare questo incontro, ho detto più volte: ” Nemmeno 10 giorni dopo l’uscita dall’ospedale ero a una riunione.”
Possibile non mi sia resa conto prima di quanto fosse sbagliato, di come l’avrei poi pagata?

La sofferenza la sento tutta addosso oggi. Piangerei, ma ho un nodo in gola e scrivo. E sono arrabbiata, molto arrabbiata.

Si tende a dimenticare il parto, fa parte della natura, pensando alla mia prima maternità ho notato che ho dimenticato in fretta anche la fatica dei primi tre anni col grande.
Ma non oggi, oggi è quel giorno in cui tiro le somme, affronto quel che non ho voluto vedere, quel non ho avuto il tempo di vedere, la fatica che non ho ancora smaltito. Fatica psicologica.

post-parto-Ju

Ricordavo di avere la foto di quel giorno: mi sentivo brutta, grassa, stanca e mi atteggiavo. Sto benissimo, dicevo a parole o tramite un finto sorriso.
Brava scema.

Perché l’ho fatto?
Dovevo assolutamente non far pesare la mia scelta di una seconda maternità sul lavoro, la scelta è stata mia, mi dicevo, non può in alcun modo influire sugli altri.
CHE GRANDISSIMA STRONZATA.
Per cosa poi?

Ero indispensabile? Non lo ero. Avrebbe gravato in maniera importante sulle mie entrate? L’anno scorso avrei detto di sì ma ora, a ritroso, mi rendo conto che no, non avrebbe gravato così tanto. Maledetta libera professione che non ti regala mai un attimo di certezza del domani.
Invece sono certa che il coraggio mi avrebbe premiato: rinuncio a questo lavoro, ne arriverà un altro. Sono certa che sarebbe successo, ma non si vive di se e di ma.

Avevo preso un impegno.
D’altra parte non si può e non si deve pretendere l’empatia. Se mi sono dimenticata io la fatica che si fa il primo anno con un bebè, perché pretendere se ne ricordino gli altri?
Sarebbe stato bello ma non è accaduto e, prima di tutto, è stata colpa mia.

Travolta dagli eventi non mi sono saputa spiegare, le persone a me vicine, quelle che vedevano la mia stanchezza esagerata, quelle che sanno come sono arrivata alla data del parto, non hanno avuto il coraggio di fermarmi: raccontavo che proprio non potevo e che comunque avevo bisogno di fare. Ma non le ringrazierò mai abbastanza per l’aiuto esagerato che mi hanno dato: a parole e coi fatti. Si contano sulle dita di una mano, ma io non lo scordo e a queste persone va il mio amore e la gratitudine più profonda.

A volte ho l'impressione che Lilou sia quella che aveva più di tutti la situazione ben chiara, ha fatto di tutto per aiutarmi, è stata bravissima. Grazie.

A volte ho l’impressione che Lilou sia stata quella che aveva più di tutti la situazione ben chiara, ha fatto di tutto per aiutarmi, è stata bravissima. Grazie.

Chi mi ha inculcato così tante sciocchezze in testa? Perché ho dato più peso a chi non ha capito la situazione, impuntandomi per provare al mondo che non avevo bisogno di una pausa?

Quanto possono valere nella tua vita le persone alle quali devi spiegare che non ce la stai facendo, che sei esausta? Al lavoro come nella vita privata: facciamo in modo che vengano sempre dopo di noi. Facciamo in modo di non dover provare nulla a nessuno. Facciamo in modo di non metterci nella condizione assurda di provare a noi stesse che siamo wonder woman perché non abbiamo capito nulla di quest’eroina.
Ve lo dico io cosa avrebbe fatto wonder woman al posto mio:

Ciao, io sono Wonder Woman, sono una figa pazzesca e tutto posso, infatti adesso mi fermo. Non ci sono per nessuno e non mi frega nulla di cosa ti passa per la testa.

Una mamma wonder woman non è quella che tutto fa ma quella che si sente talmente forte da non dover provare nulla a nessuno.

NON FATELO, NON FATE QUELLO CHE HO FATTO IO.

Libere professioniste, lavoratrici dipendenti. La maternità è una scelta ma anche un diritto. E basta.

Sono arrivata a Luglio talmente stanca da non aver avuto un attimo per capire che ho fatto grandi cose, che lavorativamente è andata bene e che a casa anche.
Dal blog sembrava tutto rose e fiori? Non è vero.
Non ho mai enfatizzato solo i lati belli, ma scrivere qui è anche un esercizio personale che mi serve ad alleggerire i miei momenti no. Non ho mai mentito, ho ammesso di essere stanca e di aver chiesto aiuto.
Ho gioito di tante cose, perché tante belle cose sono successe e se solo ora parte questo sfogo è perché non era ancora venuto a galla. Non ho voluto vedere, non ho voluto sentire.
Non ho mica passato un anno chiusa in casa a piangere, eppure ora sento che sotto sotto c’era qualcosa che rodeva dentro.

Da oggi, andrà tutto meglio, perché ho elaborato, sono scoppiata. La mia rabbia, uscendo, può finalmente trasformarsi in un’enorme autopacca sulle spalle.

Ora rimango arrabbiata ancora un po’, lascio uscire tutto, metto un paio di puntini sulle i e ricomincio. Con un peso in meno.

Sfogo effttuato, respiro profondo e ripartenza.

Sfogo effettuato, respiro profondo e ripartenza.