Di scoperta dopo scoperta, giochi, genitori e noia. 4 Giugno 2015 – Pubblicato in: Kids, Sponsored – Tags: , ,

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Fisher-Price è un marchio che adoro e so perché: la verità è che mi prende di pancia, mi smuove i ricordi e mi riporta a quelle ore in cui giocavo con la mia casetta fattoria Fisher Price.

Me lo sono chiesta spesso: quanto sono sincera quando scelgo i giochi per i miei figli? Mi sono accorta che spesso vince quel lato emozionale, a volte c’è anche la questione del gusto estetico, certo, leggo le descrizioni e cerco di capire se potrà davvero piacere ai piccoli, ma gli insuccessi sono stati molti!

Leone sotto questo punto di vista ci ha sempre dato poca soddisfazione: è un tipo da fango, erba e qualsiasi cosa abbia le ruote. D’estate come d’inverno.
E’ sempre stato difficile tenerlo occupato con un gioco in casa, troppo fisico, con lui meglio investire in un paio di stivali da pioggia che in un qualsiasi gioco.
Ora che ha quasi 6 anni è tutto più semplice: matite colorate, fogli e costruzioni riescono a portarlo lontano anche quando è seduto in cameretta.

Lilou, a soli 9 mesi, ci ha già fatto capire che è ben diversa…gattona da poco ma spedita e decisa: adocchia la preda e va dritta al bersaglio.
Deve capire e al contrario del fratello si prende tutto il tempo che serve, seduta su quelle cosce morbide tutte da mordere.
Passata la prima fase che era incentrata sull’afferrare e portare alla bocca, ora si impegna a far girare, premere e rotolare.

E’ evidente che ogni bambini sia un universo unico, con le proprie tempistiche e un intuito forte e innato.

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Scoperta dopo scoperta è la nuova campagna del marchio Fisher-Price che evidenzia proprio queste differenze tra bimbi: a ognuno le proprie tempistiche e modalità.
Ho letto con calma anche i risultati di una ricerca realizzata in base alle risposte di tante mamme italiane.

Perpletto.
Intanto brave voi che vi organizzate tanto. Ammetto che da piccolissimi, giocare con loro mi annoia. Preferisco portarli a fare una passeggiata nel verde, passargli la palla anche mille volte piuttosto che star seduta sul pavimento a spostar trenini. Cosa che faccio, certo, però ammetto che non mi diverte tanto. Per fortuna c’è Steve. Giochiamo diversamente con loro: lui è più paziente con i piccolissimi, io con i più grandicelli.
Leggo che molte mamme stanno attente al fatto che il figlio non si annoi e di base organizzano il gioco.
Ecco, mi rendo conto di essere un po’ casinista nella cosa. La casa è organizzata, o meglio, non organizzata, in modo che i nani abbiano le loro cose a portata di mano. Difficilmente organizziamo un gioco, vien da sé…non fatemi venire l’ansia da prestazione, vi prego: finché li vedo belli sereni continuo così. O no?
Non devo leggere queste cose io, uff, mi vengono mille dubbi.

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La noia, parliamone, quanto vorrei dire ai miei piccoli che da grandi annoiarsi sarà un lusso assoluto.
A parte gli scherzi, la noia, cos’è?
Per indole personale è un disagio che non ho mai vissuto, nemmeno sui banchi di scuola: neuroni impegnati a viaggiare, sognare, progettare mi hanno sempre tenuto occupata.
Da quando ho letto questa ricerca ho osservato i miei figli, questa noia non la colgo, se non quando Leone non ne vuol sapere di dormire in lungo tragitto in macchina…

Insomma, io mi son posta mille domande, ma la principale è: siamo sicuri che il tempo dedicato al gioco dei nostri figli sia quello più adatto a loro? Non è che ci vogliamo per forza mettere sempre lo zampino anche quando non serve?
Ben venga questa società più attenta ai bisogni dei piccoli, che si informa sulle loro necessità, che legge di puericultura e pedagogia per darsi un’infarinatura generale quando si diventa genitori, per carità, ma non è che la noia gliela stiamo un po’ inculcando noi?

Ecco, come al solito, consigli utili non ne so dare, però so pormi tante domande: e le risposte? Arriveranno. Prima o poi.