L’orto dove lo metto? Sul tetto. 1 Marzo 2011 – Pubblicato in: Places – Tags: , , ,

Mia nonna aveva un bell’orto, anche mio padre ha sempre avuto la fissa dell’orto seguito a ruota dalla passione per i bulbi di mia madre. Morale, io so che le piante di pomodori possono arrivare ad altezze ragguardevoli, i cetrioli sono parecchio permalosi, le fragole estremamente timide e l’insalata è solidale con tutti gli insetti. Da piccola ho rischiato un dito infilandolo nel nasone umidiccio di un maialino, all’epoca ignoravo avesse dei denti e delle zanne aguzze, il poverino si lasciò fare ma credo di averlo stizzito parecchio. Lil Ricy avrà decisamente qualche difficoltà in più a scoprire tutte queste piccole gioie della terra, ricordi che diventano educazione e col tempo routine alimentari solide. Se vedi crescere gli ortaggi e la frutta impari da te quando coglierli per mangiarli senza che nessuno te lo dica o te lo imponga, è molto più avventuroso rischiare il femore per staccare l’albicocca più matura in cima all’albero ed estremamente ingiusto che i ciliegi siano sempre troppo alti, così va a finire che i frutti più lontani se li pappano i merli. Quando ho scoperto la genialata di Annie Novak non volevo crederci, la signora 100% newyorkese, s’è costruita una piccola fattoria sul tetto del condominio ed ha cominciato non solo a coltivare ma anche a promuovere la sua creatura e a sfruttarla in senso educativo. Il fenomeno si chiama urban farming e la sua creatura “Eagle Street Roof top farm”, 2000 metri quadri di aiuole con cavoli, carote, pomodori, odori, galline, conigli, api e scoiattoli che possono essere visitati e curati da chiunque ne abbia voglia e se sei un bambino ti accolgono a braccia aperte perchè la saggia Annie è anche la fondatrice di Growing Chefs un’associazione il cui motto è ” broccoli is not boring!”. Questo progetto mi lascia stupita per varie ragioni: la prima è legata al territorio, vuoi mettere zappare la terra mentre dall’altra parte dell’East River s’ammazzano in Borsa? La seconda è correlata alla capacità di queste persone di legare le buone tradizioni della terra alle più contemporanee metodologie di conoscenza, educazione e condivisione ovvero i workshop. La terza si riferisce alla capacità di questi “new farmers” di fondere i tempi lenti e buoni della terra a quelli impazziti della città. A tutto ciò aggiungo che il tetto fatato di Annie è finito su “the Selby”, il suo vicino di post è un reportage dalla casa di Miami di Pharrell Williams, vogliamo parlarne?  Lo trovo fantastico.  In Eagle Street ci tengono a sottolineare che non è necessario avere per forza un tetto intero, è possibile trarre degli ottimi risultati anche dal tuo balconcino ed in questo posso dire che mia suocera è stata pioniera, l’estate scorsa ci siamo fatti parecchie terrine di pomodori ciliegini dolcissimi.

Mi piacerebbe sapere se anche nelle città italiane ci sono iniziative così, è vero che le nostre città sono popolate da orticelli gestiti da pensionati agguerritissimi ma chissà se da qualche parte sarà mai possibile portare i pargoli per imparare a piantare e curare la salutar verzura. Un bel doposcuola ed un ottimo dopo lavoro!

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Tutte le immagini sono di The Selby.