Le Funky in Emilia. Cosa abbiamo visto, scoperto e condiviso. 17 Aprile 2013 – Pubblicato in: Funky Projects – Tags: , , , , , ,

6 Aprile 2009 – Abruzzo

magnitudo: 6.3

quattro anni dopo: nulla di fatto

20 Maggio 2012 – Emilia

magnitudo: 5.9

quasi un anno dopo: nulla di fatto

In Abruzzo ed in Emilia si va avanti, nonostante tutto.

Non avevo idea di come cominciare questo articolo. Poi ho ritenuto che fare una sistesi minima potesse essere utile, per tutti.

Sabato 6 Aprile, io e Justine abbiamo avuto la fortuna di andare a portare dei giochi a Finale Emilia, era dal mese di Luglio che tentavamo invano di consegnare queste scatole nelle mani della direttrice e delle maestre dell’asilo Sacro Cuore, alla fine ci siamo riuscite ed oltre a vedere finalmente il viso di Eva, Lucia, Don Roberto, abbiamo conosciuto il sorriso sincero di Donatella di Mettiamoci una Pezza.

Il 6 Aprile, in Emilia, abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione di quel vecchio motto: “Se lo riesci ad immaginare, lo puoi fare!”

Ma andiamo con ordine, questo sarà un articolo molto lungo, perchè le storie importanti, talvolta, richiedono diversi paragrafi.

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Il Prologo.

Luglio 2012. Samatha, Facebookamica e morosa di Marco , pubblica in bacheca diversi eventi, richieste ed appelli. Samatha e Marco abitano a Ferrara, ma tutta la famiglia di lei è di Finale Emilia. Le chiedo se posso essere utile, mi faccio avanti quel poco che posso e da quel momento parte tutto. Chiedo i giochi Imaginarium  alle mitiche ragazze di Weber Shandwick, loro si attivano e raccolgono un bel po’ di materiale da regalarmi, contatto Eva le spiego che ho dei giochi da portare in Emilia, a chi mai posso darli? Lei mi racconta la storia del Sacro Cuore, mi dice che il complesso scolastico (Asilo e Materna) è crollato nella notte del 20 Maggio, i bambini dovranno attendere la ricostruzione di quello nuovo e nel frattempo li sistemeranno in una palestra, mi dice che l'”Asilo Nuovo” lo sta costruendo una cordata di aziende sponsor capitanate da Assoarredo, mi dice che del “Asilo Vecchio” non è rimasto più nulla

L’Attesa.

Da Luglio ad Aprile siamo rimaste in assoluto stallo, il tempo si sa, è tiranno, passa, scorre veloce. “Asilo Nuovo” vien costruito pian, piano. Passa l’autunno, il Natale, l’inverno vola via.

L’Occasione.

Poi, come succede spesso nella vita arriva un momento nel quale i puntini si riuniscono magicamente. Scopriamo che le ragazze di Mettiamoci una Pezza saranno in Emilia sabato 6 Aprile, scopriamo che “Asilo Nuovo” è quasi terminato ed aprirà le sue porte ai bambini l’8 Aprile, parliamo con Citroen di tutti queste cose e l’azienda decide di prestarci una macchina per poter portare il nostro carico di giochi e pezze. I puntini, le connessioni, la condivisione sono il sale dello “smileriot”. Impariamo una volta di più che “chiedere una mano” è cosa buona e giusta, dall’altra parte potresti sempre trovare qualcuno disposto ad ascoltare, qualcuno teso ad aiutare. Parliamo di Mettiamoci una Pezza a Cristian, un artista, uno che con tanti pezzettini colorati riesce a costruire un capolavoro, un immaginario diverso. Anche lui decide di venire con noi in Emilia perchè vuole capire, vuole dare una mano.

L’Emilia.

Una terra bellissima, verde, piena di gente che accoglie, saluta e chiacchiera. Gente solida ed empatica, gente che sorride, gente che ama i luoghi in cui vive, gente che non s’arrende, gente semplice, gustosa e frizzantina proprio come il Lambrusco che sembra un po’ idiota ricordare ed invece è realmente così. Entriamo nel centro storico di Finale Emilia con il nostro Berlingo (l’abbiamo molto amato, tanto) e ci ritroviamo di fronte alla Rocca distrutta, le transenne, le macerie ed un’esplosione di pezze colorate che da tutta Italia si sono unite per raccontare una storia diversa: una storia di solidarietà felice! Raggiungiamo “Asilo Nuovo” e finalmente lo vediamo, finalmente conosciamo Eva, Nando, Lucia, le maestre, Don Roberto. Entriamo in una struttura bellissima ed ariosa, piena di luce, piena di cose belle, piena di attese. Ogni pezzettino di questo “Asilo Nuovo” è stato costruito grazie al lavoro e alle donazioni di tante aziende italiane che hanno voluto fare la loro parte. Il meglio del design, della progettazione è confluito nei metri quadri si questo complesso scolastico totalmente all’avanguardia. Vi chiederete: Ma chi sono? Un sacco di aziende, punto…quando il Made in Italy si unisce, non c’è crisi che tenga!

Eva e Nando.

Consegnati i giochi ci perdiamo tra le aule a woweggiare, con noi c’era Lil Ricy…ma chi l’ha visto? Desaparecido tra i mega puzzle di gomma due secondi dopo la sua entrata trionfale. Parliamo per ore con Eva, una donna bella dentro e fuori, Eva è la compagna di Nando e Nando è il sindaco di Finale Emilia, una coppia con i “controcoglioni” e scusate il francesismo, ma in certi casi lo slang è decisamente più diretto. Parliamo del terremoto, ci raccontano com’è andata, ci raccontano cos’è successo, ci aprono il libro dell’esperienza senza mai una punta di vittimismo, ma con quella grinta incazzata (aridaje col francese) tutta tesa verso il futuro, parliamo con loro per tre o quattro ore filate mentre dall’ “Asilo Nuovo” ci spostiamo in un baretto all’aperto; proprio lì, subito dopo la scossa le porte si sono aperte per dare posto agli sfollati e per settimane si sono preparati caffè, colazioni e pasti senza risparmi alcuno. Lì, si cantava e suonava la sera, lì si condivideva la tragedia con il sorriso. Già, il sorriso, quello non manca mai anche se i soldi per la ricostruzione non arrivano, anche se il comune è legato al Patto di Stabilità e non può muovere i propri passi autonomamente, anche se le aziende hanno fatto i debiti per riaprire e far rientrare i lavoratori e così evadere le commesse, anche se la campana della Torre della Rocca ora è appesa ad una struttura di ferro, ma suona, suona sempre, come prima e a Finale Emilia tutti sono convinti che tornerà al suo posto, deve tornare lassù.

Si sorride, anche se nessuno ha affiancato i bambini (e le maetre) nel lungo percorso di “elaborazione” dell’evento, anche se la zona Rossa è sempre più Rossa ed il centro storico rimane un dedalo di viuzze piene di macerie, si sorride perchè la gente d’Emilia ha la forza della terra nel DNA, hanno i piedi ben piantati nella realtà e l’affrontano a viso aperto. Nessuno chiede la pietà delle TV che chiamano per sapere se per caso è morto qualcuno: “No grazie, se volete venire qui dovete raccontare la storia com’è, a piangere in diretta non ci stiamo”. Ditemi se questa cosa può avere un senso….non ce l’ha, vero?

Si sorride, anche se per procedere si è costretti a ragionare per “ordinanze“, regole speciali tappa buchi perchè il Governo non ha mai pensato a fare una legge Nazionale che regolasse questo tipo di situazioni, come se terremoti, alluvioni e disastri di vario genere non appartenessero al territorio italiano. Di questa situazione eravamo già tristemente al corrente, Mettiamoci una Pezza ha come obiettivo principale quello di mettere in luce questo problema, un problema che nasce dall’ottusità, dall’immobilismo e dalla scarsezza di visione di chi è chiamato a gestire la Res Publica, che sia destra, sinistra, centro, Nord, Sud, Est, Ovest, sopra la panca la capra canta etc..

Nando è uno che ci va giù duro, a gamba tesa, Eva anche e sono loro -signori e signore- questa gente qui che ci salverà! La rivoluzione viene dal basso, dall’essere fattivi ed uniti, dal saper ascoltare e chiedere una mano, dal FARSI AVANTI.

Mettiamoci una Pezza: Mirandola.

Si sono FATTI AVANTI anche i ragazzi di Mettiamoci una Pezza, li abbiamo conosciuti a Mirandola, una cittadella piena di transenne e puntelli, ma viva sia dentro che fuori! C‘erano bambini, famiglie, passeggini, gelati e piccioni da rincorrere nella piazza nella quale gli abruzzesi hanno parcheggiato il loro furgone pieno di lane e speranze. Donatella ci racconta con trasporto la sua storia, ma anche lei con la grinta di chi mica s’arrende perchè sarebbe troppo facile darla vinta a chi ti vuole vedere sempre lacrimoso: “Nessuno può mettere Donatella in un angolo” , mi vien da dire! Eh no! Anche se sono quattro e dicesi QUATTRO anni che a l’Aquila non è cambiato nulla, cosa si può dire? Niente, l’ho già scritto prima e non mi ripeto perchè non ne vale la pena. Uno può anche dire: “Vabbè, ma che ci fai con una pezza?” Ci fai, ci fai, comincia a farla la pezza, poi magari ti viene in mente che potresti fare dell’altro…basta chiedere, che ce vò!

E’ che ci hanno abituati che se non sei in grado di ricostruire un palazzo non puoi fare nulla. Non è così e con l’andare del tempo questa cosa mi manda sempre più in bestia.

Noi abbiamo fatto una piccolissima parte, ma abbiamo un blog, possiamo raccontarvi cos’abbiamo vissuto. Possiamo dirvi che l'”Asilo Nuovo” ha bisogno anche del giardino, dell’orto, di fiori, di persone che sappiano come piantumare ed organizzare gli spazi esteni. Eh vabbè, sempre quell’asilo. Eh, cominciamo a finire una cosa e poi ci concentriamo su altro. Facciamo le cose passin, passetto nel frattempo che la Corte dei Conti, il Governo, Mimmo e Spiriticchio si mettano d’accordo per far andare avanti sta pora Italia.

Non servono molti danari e mettiamocela sta Pezza!

Eva, Nando, Donatella…noi ci siamo e ci saremo sempre. GRAZIE!

Grazie di cuore, di pancia e di testa ad Imaginarium e a Citroen.

p.s: e voi che leggete non provate a dire: “bon, ha fatto la marketta” che vengo a prendervi a casa….con simpatia….s’intende, ma a gamba tesissima. Sia chiaro.