La scuola non finisce mai. 14 Giugno 2016 – Pubblicato in: Rubriche, The Funky Diaries

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Non ho mai avuto un buon rapporto con la scuola, non da dopo l’esame di quinta elementare.
Una tragedia dovuta sicuramente a quella sensazione di non aver mai trovato il mio posto.
Storia infinita, tra l’altro.

Io mi reputo una persona davvero semplice, anzianotti dentro, un po’ tamarra fuori, ma credo basti parlarmi cinque minuti per capire che nonostante l’aspetto, non sono per nulla rock’n’roll.
Che poi quando mi vesto non mi vedo per niente aggressiva, o alternativa, o…insomma, sinceramente questa cosa la comincio a notare solo ora, quando arrivi a una certa età e forse, lo determina anche la professione: posso stare in tuta quando voglio non dovendo andare in ufficio e quando vado agli appuntamenti di lavoro ci vado come Funky Mama, nessuno si aspetta di vedermi diversamente da come appaio online, quindi…
Eppure, mi sento ancora una volta diversa.
Per anni sta cosa dell’incompresa me la sono tolta di dosso: “Ah Ju, son sempre gli altri eh, non è che poco poco sei tu che non ti fai capire?” Fine.
Poco a poco ho cercato di aprirmi di più. Fiera dell’autoanalisi, però, succede non di rado che incontrandomi mi si dica.”Ma dai, seguendoti online pensavo te la tirassi…”

Ma che davvero?

Addirittura al primo mammacheblog anni fa, durante la stessa giornata ce lo disse più di una persona. O comunque eravamo le mamme fashion. Ehm, quel giorno avevo una gonna di felpa cucita da me tutta storta e Chiara indossava un vestitino super semplice, lo ricordo benissimo.

Bene, anni a dirsi che son tutte paranoie e poi scopri che un fondo di verità, c’è.

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Divento mamma, e torno a scuola. Non dietro al banco, certo, ma in una nuova veste, il genitore.

E allora cerchi di non apparire diversa. Con le altre mamme. Con le insegnanti.
Nonostante finora abbia sempre trovato docenti che stimo, vado in paranoia pura pensando a come vestirmi prima del colloquio con le maestre, proprio io che agli outfit dell’occasione non penso mai.
Goffamente penso sia meglio coprire i tatto. Perché? Nel 2016 e poi, senza che nessuno mi abbia mai nemmeno sfiorato con lo sguardo.

Ma una cosa l’ho capita, quella cosa lì, ti rimane addosso se tu sei così. Non chiedetemi così come che non lo so.

Esempio. Sono in ritardo per andare a prendere il bambino, non trovo gli occhiali graduati, non ho tempo di mettere le lenti…metto gli occhiali da sole sugli occhiali da vista. Che per me è una cosa normale. Eppure qualcuno uscendo di casa lo noterà e sorridendo ti darà: “Solo tu…”

Mi sento molto fortunata, sento che magari qualcuno mi vede diversa, davanti a scuola, ma devo dire che la cosa è sempre stata presa con grande simpatia e ironia.

Insomma, io la scuola l’ho finita con grande fatica, soprattutto psicologica, mi fa strano pensare di ritrovare quella cosa del passato, dell’incompresa, senza tragedie eh, penso solo che appaio più complicata di quel che sono, comunque diversa senza volerlo fare, di nuovo a scuola, da genitore, ma di nuovo a scuola.

All’entrata, all’uscita, alle riunioni di classe, agli incontri coi docenti, al ritiro pagelle…
E questa volta pesa. Diversamente. Se da ragazza non trovavi il tuo posto nel mondo, da mamma voglio solo non farmi notare, non diventare la mamma strana dei miei figli, perché siano accettati o no a prescindere da me.

Fa ridere eh, soprattutto quando nessuno mai mi ha trattato male o trattato male i miei figli per questa grande paranoia tutta mia.

E io che pensavo aver dato tutto con l’esame di maturità, invece, la scuola, non finisce mai.