La Repubblica del Lavoro: Tessitura Lancioni 30 Aprile 2013 – Pubblicato in: Business, Legge e Marketing – Tags: , , , , , , ,

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Articolo primo della Costituzione, non c’era nemmeno bisogno di ricordarlo, ma talvolta è bene vederlo scritto. Ecco, questa prima puntata del nostro viaggio tra le realtà lavorative (piccole,grandi, medie) del nostro Paese comincia dalla Toscana, da Prato.

Una zona piena di storia industriale ed artigiana, tutta legata al tessile. Per essere precisi quando più aziende si raggruppano in un unico territorio prendono il nome di Distretto. I distretti sono fortemente legati alla storia italiana, aree intere estremamente specializzate a fare bene un tal prodotto, una rete vera e propria fatta di know how, storie ed innovazione.

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Questo qualche tempo fa, ora, purtroppo questa risorsa incredibile sembra sfilacciarsi sempre più. A Prato questo ecosistema virtuoso è stato fortemente danneggiato, quasi annientato eppure là, proprio dove sembra che la terra sia definitivamente arida ed incapace di generare esistono ancora aziende 100% tricolore, gli ultimi cavalieri che tengono la barra dritta e dei quali troppo spesso ci si dimentica.

Già, perché i “vecchi” artigiani italiani esistono ancora, c’è ancora chi sa manipolare, scegliere, stampare, tingere, lavorare i tessuti come di faceva decenni fa. Ci sono ancora, resistono, innovano e sull’etichetta c’è scritto Made in Italy, ma per davvero, dalla progettazione alla commercializzazione. Imprenditori coraggiosi? No, lavoratori seri, che guardano avanti ed hanno imparato a dribblare le difficoltà come si deve fare se si vuole imprendere senza mai nemmeno lontanamente pensare di abbandonare il Paese.

Ci sono ancora realtà così? Sì, Tessitura Lancioni ne è la dimostrazione: azienda italiana DOC, nata e cresciuta a Prato, tutt’ora residente là, attiva dal 1973 e fiera di esserlo.

Intervistiamo Carlotta, tenace designer della Tessitura, 27 anni anche lei di Prato: born & raised, la sentiamo in una lunga telefonata, persa tra le mie elucubrazioni mentali ed i suoi ragionamenti e considerazioni certamente più razionali e pratiche delle mie.

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Le chiediamo dell’azienda, del prodotto, del futuro. Cerchiamo di capirci qualche cosa di più, entrare nelle “trame”, è il caso di dirlo, di questi foulard magnifici che è un piacere indossare non solo per le grafiche, ma per quella sensazione di velo sulla pelle che solo i tessuti di qualità ti sanno dare.

Ne esce un’intervista a 360 gradi, su prodotto e Sistema, tensioni verso il futuro e problemi contingenti, soluzioni e speranze. Alla fine della nostra telefonata le chiedo cosa mai chiederebbe al nuovo Governo (se mai ne avremmo uno, ben s’intenda, ma forse ci siamo…forse) e lei con meravigliosa sintesi mi risponde che:

C’è bisogno di una formazione professionale SERIA, un tipo di formazione che alla conclusione ti dia un effettivo sbocco professionale e delle opportunità reali, non solo supposizioni d’impiego.

Ci dice che c’è bisogno di una seria politica di incentivi alle aziende (piccole/medie) che innovano e resistono

Ci dice che c’è bisogno di assumere più giovani, farli entrare nelle aziende significa anche portare una boccata di ossigeno nuova.

C’è bisogno di una spinta verso l’imprenditorialità giovanile, un impianto di supporto che faccia crescere le idee, le start-up, nuovi modelli di business.

Come darle torto, tant’è che apporta anche esempi reali per ognuno dei punti sopracitati….

 A voi l’intervista

– Un foulard, un tessuto, una volta che si scelgono ed indossano diventano parte integrante della vita di una persona (vedi copertina di Linus). Quanto questa consapevolezza incide nel processo creativo e produttivo? Dove sta il vostro plus?

Abbiamo la consapevolezza che con  i nostri prodotti di alta qualità e di profondo studio stilistico andiamo a completare i look di tutti. I nostri accessori moda sono la “ciliegina sulla torta” e questa consapevolezza di accompagna in ogni creazione, a partire dalla scelta del tessuto, alla lavorazione, alla stampa.

Oltre alla produzione “classica”, noi diamo al cliente la massima possibilità di personalizzazione, creiamo su misura e questo è certamente un plus. Riusciamo a fare praticamente tutto, adattandoci alle richieste ed alle necessità. In un mercato così altalenante vince il plus del “capo unico”

– La qualità ed il Made in Italy. Voi producete sul territorio italiano da anni, immaginiamo che le difficoltà siano innumerevoli, diteci la vostra sullo Status Quo di questa famigerata etichetta nazionale.

Noi siamo il Made in Italy e, nonostante tutte le difficoltà e variazioni che il mercato ha subito e subirà, noi continueremo a contraddistinguerci mantenendo le produzioni MADE in ITALY ecco perché facciamo e faremo la differenza.

– Dove vi vedete tra 5 anni? Quali sono le aspirazioni di medio periodo di una media impresa italiana che fa della qualità il suo baluardo. La qualità “basta”? Premia? Fa avanzare?

Tra 5 anni con l’avvento di nuove tecnologie e l’ennesimo mutamento del mercato noi saremo qui, sempre aggiornati ed al passo con i tempi. Non ci siamo mai fermati, in termini di innovazione tecnica e di know how, l’azienda ha sempre investito su macchinari e persone e continuerà a farlo per mantenere alti gli standard e resistere al mercato con la nostra proposta di alto livello sia a livello estetico che intrinseco.

– Quanto incide il territorio di appartenenza della vostra azienda sul prodotto e sulle scelte di management? Crediamo che il territorio sia un fattore di altissima influenza, è una nostra impressione o è la verità?

Il territorio nel quale viviamo è piuttosto ostile e, di base, poco è stato fatto per arginare questo problema.  Noi siamo una delle pochissime realtà ancora 100% italiane in un macrocosmo di aziende più o meno illegali, quasi tutte alla luce del sole eppure sembrano invisibili. Abbiamo una concorrenza sleale nemmeno dietro l’angolo, ma alla porta accanto ed a parte qualche retata eclatante, poco è stato fatto.

– Quanta fatica fa un’azienda come Tessitura Lancioni ad emergere, proporre le proprio novità etc… I social network, le piattaforme virtuali, l’ecommerce, il blog. Che tipo di passaggio state affrontando?

La nostra azienda è all’avanguardia, abbiamo un sito, un e-commerce, una pagina Facebook, tutto quello che serve per essere al passo con i nostri clienti, per stare più vicino a loro ed ascoltare la loro voce.

Noi lavoriamo per loro, il contatto diretto, i loro consigli e le loro opinioni sono il nostro pane quotidiano, quello che ci serve per soddisfarli!

Siamo molto felici di avervi fatto conoscere un’azienda della “Resistenza Italiana” . In un periodo dove i francesi fanno man bassa di icone del Bel Paese, in tempi dove se compri italiano non sai mai se è davvero italiano al 100% o al 50, 30, etc.. riteniamo che sia giunto il momento di parlare e premiare SOLO chi davvero lavora e produce il vero Fatto in Italia. Dovrebbe esserci un bollino di riconoscimento, una garanzia di prodotto che ti permetta di conoscere appieno ciò che stai comprando, valutandone di conseguenza il prezzo e la fattura artigianale.

Siamo certe che in questo modo andrebbero premiati produttori di piccola e media grandezza come Lancioni, gente seria che fa realmente parte del tessuto produttivo del nostro paese senza strane ingerenze finanziarie e borsistiche che stanno oggettivamente radendo al suolo migliaia di terzisti.

E’ che bisogna tornare un pochino “indietro” per andare avanti “a bomba”.

Evviva Lancioni, evviva il Made in Italy!

Ed ora fateci un favore, regalatevi un foulard serio, di quelli che metterete per una vita e sarà sempre un piacere indossare >> shop.tessituralancioni.it

#staifunky #evvivalitalia