La Repubblica del Lavoro: Mariù De Sica 6 Giugno 2013 – Pubblicato in: Business, Legge e Marketing
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Mariù De Sica l’abbiamo scoperta così, grazie a Irene e grazie ad Irene l’abbiamo incontrata a Milano perchè volevamo capirci di più, andare a fondo perchè tra le trame di questo nuovo marchio abbiamo letto delle parole magiche: donna, giovinezza, Made in Italy, progettualità, connessioni, tradizione.
Ci ritroviamo con lei per un caffè in centro e da lì nasce una chiacchierata che ha toccato diversi mondi inevitabilmente in rivoluzione intorno a lei, il risultato è un’intervista sciolta, senza domande specifiche e nette, ma interlacciate tra loro da un filo di seta colorata.
Le chiediamo subito da dove ha cominciato, le sue basi, la moda. Maria Rosa ci risponde che la sua formazione fonda le radici nella scenografia ed i costumi, quell’arte antica del saper mettere in scena epoche e caratteri attraverso le cose ed i costumi. Una ricostruzione sapiente nella quale la cultura e la conoscenza della storia della moda non possono essere un optional. Attraverso questo mestiere si appassiona sempre di più a quest’arte del saper traslare in tessuto e cuciture delle opere che possano essere indossate, un concetto di moda che in effetti oggi sta diventando sempre più debole. Si iscrive allo IED nel corso di Fashion Design, all’Accademia del Lusso ed infine fa la sua esperienza in Ferragamo, poi raccoglie le sue idee, si fa coraggio, ci crede e comincia la sua avventura da “quasi solista” nel senso che nel progetto Mariù De Sica è pienamente coinvolto il suo compagno: Federico, la parte più analitica e commerciale.
Ovviamente non possiamo fare altro che dirle “Ma chi te la fatto fare!” visto che questo non è un Paese per giovani e le start-up! Maria Rosa non si fa scrupoli a raccontarci le difficoltà che ha avuto nell’ottenere i finanziamenti iniziali: se sei giovane che tipo di garanzia puoi mai dare? Ed inoltre c‘è poca propensione da parte di tutto il sistema moda a lasciar lavorare i ragazzi, sono in pochi quelli che decidono di iniettare aria fresca in azienda e così ci ritroviamo con delle sacche di creatività arenata, è un gioco al massacro, ma lei e Federico non ci stanno. La base di questo modus operandi comune deve essere divelta e cambiata, ciò che serve è una concreta fiducia nel cambiamento e dunque oltre allo stanziamento di seri supporti all’imprenditorialità serve anche dare lavoro, crearlo, perchè ce n’è bisogno. Mariù De Sica è una realtà nuova che ci prova, prova veramente a coinvolgere concretamente ragazzi e ragazze con talento e visione: sia dal punto di vista creativo che di marketing, consulenza e comunicazione.
A questo punto ci concentriamo su di lei. Abbiamo visto le foto della collezione e ce ne siamo innamorate subito perchè anche solo dalle immagini si capisce perfettamente la cura, la portabilità, il tessuto ed i dettagli degli abiti, Maria Rosa è felice di questo appunto e da lì in poi le si illuminano gli occhi nel raccontare la sua creatura, il suo prodotto. “Vorrei creare un marchio che possa vestire le donne comuni, quelle che lavorano dalla mattina alla sera e permettere loro di essere belle a qualsiasi ora, cambiando solo un accessorio. Le mie donne ideali hanno le forme al punto giusto e la necessità di essere comode ed a proprio agio, sempre. I capi della collezione li provo prima di tutto su me stessa, non su una modella” Ci ricorda come le epoche abbiano fortemente influito sullo stile e di come lei sia determinata a costruire un marchio che sia sinonimo di qualità, senza scendere a compromessi, ma calibrando sapientemente tessuti, decorazioni, ricami e tagli così che “un Mariù De Sica” possa tranquillamente essere portato per anni. Questa forte determinazione e questa visione di lunghissimo periodo ci lasciano stupite, una giovane donna che ragiona passo a passo, consapevole che in questo momento sta cominciando a costruire le fondamenta e le deve fare belle solide perchè non vuole essere ricordata fino a dopodomani, ma andare oltre e vedersi tra dieci, vent’anni: “Io creo e produco ciò che riesco a fare con le mie forze, pochi pezzi, fatti bene, quasi su ordinazione. Mariù De Sica è una sorta di Maison riattualizzata, gli artigiani lavorano su ordinazione e per quel numero di capi che la produzione attuale ci consente e questo mi da la possibilità di poter accogliere le piccole modifiche dei clienti, un concetto che voglio soprattutto applicare nell’on -line. Mi piace pensare che ogni capo abbia un nome“
Ovviamente tutti i mezzi 2.0 di vendita on line sono parte imprescindibile del progetto, così come i negozi “reali” ai quali però Maria Rosa e Federico hanno deciso di puntare in un modo molto preciso, offrendo pochi pezzi in poche città. L’Italia non è l’unico paese nel quale vogliono vendere, L’Europa ed i paesi del Brics sono certamente delle mete appetibili e di conseguenza anche la strategia di “espansione” commerciale”, se così si può chiamare, punta la direzione verso le fashion week estere. Anche in questo caso la filosofia del step by step è seguita pedissequamente, con costanza e coraggio.
Maria Rosa ci ha conquistate per la sua umiltà, eleganza, intelligenza e passione , la sua famiglia ha sempre fatto altro, diciamo pure che ha contribuito a scrivere una bella fetta della storia del cinema italiano, un’eredità che in un certo senso pesa perchè in molti danno per scontato che tu sia il cognome che porti: questo è sbagliato, e lo dimostra lucidità con la quale questa ragazza parla del suo lavoro: “Quando apri un’azienda, crei una storia ed io verrei costruire qualcosa di mio, dare vita ad una storicità, qualche cosa che sia in grado di sopravviverti. Ogni passo che facciamo ha una progettualità futura“
Crediamo fortemente in imprese come queste, saranno quelle che ci salveranno, che daranno nuovo lustro al nostro saper fare il Made in Italy come lo sapevamo fare una volta, perchè c’è bisogno di guardarsi un po’ indietro per andare avanti e Maria Rosa e Federico l’hanno capito, hanno ingranato la prima ed ora li seguiremo per la loro strada, facendo il tifo!
Commenti
Camilla - Zelda was a writer Giugno 06, 2013 - 14:12
Ma io amo quelle gonne!!!
chiara Giugno 06, 2013 - 14:35 – In reply to: Camilla - Zelda was a writer
anche noi….molto, moltissimo!
chiara Giugno 06, 2013 - 14:35 – In reply to: Camilla - Zelda was a writer
che poi sono tutte in seta e fatte a mano, mica costano troppo! Abbordabilissime. Grande Mariù!