La Repubblica del Lavoro: ABICI l’amicizia (e la bellezza) a pedali. 5 Marzo 2014 – Pubblicato in: Business, Legge e Marketing – Tags: , , , , , , , ,

Oggi abbiamo il piacere di ospitare una bella intervista con ABICI una realtà italiana al 100%, nel prodotto e nello spirito.

Un’azienda cocciuta, come solo le imprese artigiane italiane sanno essere. Perché sì, una volta tanto diciamocelo che siamo bravi, non tutti, ma quelli bravi sono bravi davvero.

Vi lascio alle parole di Stefano Seletti, socio fondatore di ABICI.

Cristiano Gozzi, Stefano Seletti, Dario Gozzi di ABICI

Cristiano Gozzi, Stefano Seletti, Dario Gozzi di ABICI

LFM Mio padre mi ha sempre detto che le biciclette più belle sono quelle italiane. Da che sono stata capace di salire su un sellino e pedalare ho avuto solo bici italiane. Ne ho anche distrutte parecchie, tipo che a 12 anni volevo provare come fosse andare senza mani, coi piedi a mezz’aria e con gli occhi chiusi. Mi sono sfracellata contro il palo della luce e ho pianto molto, ma non per il dolore, affatto, avevo accartocciato la bicicletta nuova di pacca. Mio padre mi raccolse e accompagnò a comprarne un’altra da un ciclista poco lontano da casa. Fino a pochi mesi fa guidavo spericolata la bici di mia zia, classe 1984 (o giù di lì) con i freni a bacchetta, peccato che per l’incompetenza di un poco tecnico grande magazzino dello sport mi si è spaccata la forcella! Una tragedia, a mia zia non l’ho ancora detto.

Un lunghissimo preambolo per una provocazione: ma se le vecchie botteghe dove fino a 20 anni fa andavi a prendere/riparare/gonfiare/calibrare la bici si sono estinti, voi, come avete fatto a cominciare e soprattutto, come campate?

STEFANO. Passione. La bicicletta è aggrappata a alla tua come alla nostra memoria in modo inscindibile. E’ ancora fresco il ricordo di quando, dopo la scuola, ci si ritrovava all’oratorio a mostrare le ultime modifiche fatte ai nostri “cavalli”. Bastava la bomboletta di vernice o togliere un parafango per poter esibire tutto il nostro orgoglio e pedalare a testa alta davanti agli amici. Iniziare non è stato difficile, quando nel 2005 abbiamo estrapolato il primo modello ABICI è stato come sfondare una porta aperta. Il mondo delle due ruote pedalate era zeppo di brutture d’importazione e avevano ormai chiuso tutti i grandi marchi italiani per cui abbiamo avuto tutta l’attenzione mediatica e non solo. I negozi ci contavano, l’Italia si stava svegliando con una nuova coscienza ecologica che spingeva sull’utilizzo della bicicletta, e noi avevamo fatto ( posso dirlo con orgoglio) la bicicletta più bella di tutte, avevamo dato un’estetica ad un oggetto per anni trascurato. Mentre però, noi, con il passare del tempo, abbiamo puntato su un Made in Italy che facesse leva su aspetti qualitativi ed etici che potessero contraddistinguerci a lungo termine, in moltissimi ci hanno copiato solo l’estetica, mantenendo l’importazione dalla Cina e tralasciando tutti i dettagli che solo pochi intenditori o solo chi compra una ABICI può capire. La differenza la fa il tempo. ABICI è un oggetto da tramandare ad un figlio perché i suoi tre strati di verniciatura, la sua bulloneria inox, le sue componenti di primissima qualità la renderanno eterna, come una Vespa.

LFM Abici, ho cercato di capire perché avete scelto questo nome, poi mi sono soffermata sul lambrusco e l’amicizia. Quanto Lambrusco c’è nella vostra azienda? E quanto vi ha dato una mano a crescere. Perché io sono fermamente convinta che il territorio sia una chiave di successo pazzesca per il Made in Italy.

STEFANO. Il nostro territorio è pianeggiante, perfetto per andare in bicicletta e la cultura dei nostri genitori è agricola, per molte famiglie l’unico mezzo di locomozione era quello. Mia mamma andava a scuola in bici tutti i giorni ( estate e inverno) ad 8 km di distanza dalla cascina in cui abitava e noi, fino a 16/18 anni non abbiamo avuto altro modo per spostarci se non la bicicletta. Siccome poi a 18 anni è arrivato anche il Lambrusco abbiamo reputato opportuno continuare a pedalare piuttosto che guidare!

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LFM. Cosa hanno detto i vostri genitori/zii/nonni alla vista delle prime creazioni Abici? Il vostro spirito è vintage, ma chi è davvero “vintage” come l’ha presa? 

STEFANO.Le prime creazioni di ABICI hanno generato subito uno stupore collettivo, gli stessi nomi dei modelli hanno contribuito a questo stupore. Nonostante l’ipirazione sia del passato non vogliamo limitarci a fare biciclette stile vintage, il nostro obbiettivo è quello di creare un prodotto senza tempo sia come stile e come durata del prodotto stesso. Proprio per questo mescoliamo materiali di altissima qualità e componenti di ultima generazione a dettagli retrò.

LFM. Artigianalità, innovazione, bellezza, evoluzione, valore, personalizzazione. Mettete in ordine queste parole e dateci lumi sulla vostra scelta.

STEFANO. A questa domanda è  molto difficile rispondere soprattutto perchè tutte queste parole sono i valori cardine delle nostre biciclette. La parola artigianalità mi sentirei di metterla al primo posto poichè tutte le nostre bici sono assemblate a mano dalla stessa persona dall’inizio alla fine, senza catena di montaggio, in questo modo possiamo dedicare tutto il tempo necessario alla cura dei dettagli. Anche la parola valore per noi ha molto significato; infatti è un prodotto che vale, che durerà nel tempo e che potrai lasciare ai tuoi figli e alle generazioni future. Bellezza e evoluzione/innovazione le metterei subito dopo per i motivi che ho appena elencato nelle domande precedenti. Per ultima anche se non per importanza, metterei la personalizzazione. Grazie all’artigianalità del nostro prodotto siamo in grado di produrre biciclette con svariate personalizzazioni richieste dal cliente, partendo dal semplice colore del telaio fino ad arrivare a dare la possibilità di firmare la bici col proprio nome.

LFM. Il mondo della bicicletta sta uscendo da un oblio immeritato. A parte la mia storia personale, c’è sempre più gente che pedala sulle strade. Io non credo che sia un fatto unicamente legato all’ambiente e al risparmio, forse c’è la scoperta di sentirsi bene con il naso all’aria. Avete qualche bella storia da raccontarci?

STEFANO. Sicuramente la riscoperta della bicicletta che sta avvenendo un questi anni non è dovuta esclusivamente all’ambiante o alla situazione economica, anche se hanno contribuito. La gente sta riscoprendo la bellezza di andare in bicicletta e il piacere di pedalare. Questo è dimostrato anche dal fatto che molti marchi fuori dal settore del ciclo desiderano avere biciclette con il loro marchio; l’anno scorso infatti siamo stati selezionati da Acqua di Parma e Veuve Cliquot per produrre due differenti modelli appositamente per loro.

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LFM. Fare impresa in Italia è un’impresa in sé. Su questo siamo tutti coscienti, è una lotta quotidiana, il fatto è: come si fa a fare BENE impresa nel nostro Paese, come fa un artigiano a trovare la forza di guardare oltre i confini ed essere Glocal (perché voi siete Glocal  🙂 ) 

STEFANO. Fare bene impresa in Italia non è facile, soprattutto con la situazione economica attuale, sono la passione e l’amore per il nostro prodotto che ci permettono di continuare a fare impresa nel nostro Paese e produrre artigianalmente le nostre biciclette, oltre alla qualità, ovviamente, che nel tempo paga sempre. In questi anni di attività abbiamo potuto notare che il valore nel Made in Italy e l’artigianato è apprezzato molto di più all’estero e proprio per questo vendiamo il diverse parti del mondo, giusto l’anno scorso c’è stata l’inaugurazione di uno show – room e punto vendita ABICI a Shangai e a San Paolo, Brasile.

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LFM. Io son mamma, di solito non lo chiedo mai, ma in questo caso è d’obbligo. A quando una linea kids/youth? Liberateci dai pattern da super eroi, dalle catene che scendono ogni due secondi, dai parafango di plasticaccia.

STEFANO Il problema principale è che trovare materiali che soddisfano i nostri standard qualitativi è veramente difficile nel mondo delle biciclette da bambino. Abbiamo molte richieste per ABICI da bambino/a e chissà che magari ci sia veramente qualche prototipo segreto sul quale lavorare ancora parecchio nel laboratorio di Abici 🙂

LFM. Come vi vedete tra 5 anni?

STEFANO Tra 5 anni staremo costruendo a mano biciclette con ancora più passione di adesso. La produzione artigianale non è affatto semplice da mantenere soprattutto per i costi, pensate che per assemblare il modello Amante il nostro addetto al montaggio impiega 3 ore! Ma solamente a questo metodo di produzione che possiamo curare i dettagli e le rifinitire in modo maniacale ed è proprio per questo che continueremo a farlo

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