La città senza nuvole 6 Dicembre 2011 – Pubblicato in: Travel with kids – Tags: , , , ,

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Svegliarsi la mattina con il sole in faccia consapevoli di essere sotto un cielo perennemente senza nuvole dà una certa energia. A Dicembre Marrakech ti chiede un guardaroba a cipolla di tutto rispetto, ma durante il giorno ci sono 20 gradi secchi, una pacchia per gli europei, freddino per i locals…almeno a giudicare dai cappotti e dai maglioni indossati.
Con passeggino e occhiali da sole ci siamo macinati strade e viottoli, un casino epico di motorette a miscela e bambini. Ciò che mi ha stupito di più di questa città non sono i suk, ma la gente che li frequenta e coloro che ci lavorano. Le merci sono merci, colorate e più o meno preziose non importa è l’anima mercantile di questa gente che mi ha lasciato senza parole.
Causa nano abbiamo avuto l’opportunità di andar per mercati alle 8 del mattino, quando la casalinga si reca dal fruttivendolo a fare la spesa e quando a saracinesche abbassate il negoziante accoglie il contadino delle uova tra una ramazzata al marciapiede e l’altra.
Per cui in questo post ci saranno le immagini di chi abita Marrakech tutto l’anno, donne velate e pesciaioli, artigiani ed arance.
Ho comprato 10 arance con 10 centesimi, dei dolcetti da una donna per altrettanti danari…salvo poi cedere alla golosità e su consiglio di una donna marocchina di Bergamo, farmi riempire una scatoletta colma di dolci tipici. Da svenire di bontà.

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E poi c’è il problema delle moto. Sono ovunque, rombanti e puzzolenti, giuro di aver visto un uomo guidare con un cane davanti ed il figlio dietro, il cane era più che festante e sembrava aver in mano la situazione! Se pensate di poter godere dello dire delle spezie scordatevelo, a malincuore il livello di PM10 di Marrakech deve essere impressionante, peró le scene che si vedono sono da film comico, la più tipica è il motociclista che smarmitta dietro ad un carretto trainato dall’asino…ciao, lì partono ingiurie al quadrupede ignaro, almeno credo perché non conosco il francese e men che meno l’arabo.

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Altra situazione topica sono appunto i carretti, per la serie back in the days, sono tutti muli, ma per il nano no:”cahallo!! Papà cahallo!” Va bene Ricy hai ragione tu, ma quello è un mulo. Ste bestie caricano di ogni, genti e cose, cose e genti e poi le genti se li scarrozzano per la città.

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E poi ci sono le donne. Piene di bimbi, piene di borse o piene di impegni. Donne gentili che sorridono alla testa dura e bionda di mio figlio, una l’ho vista allattare in piazza, seduta sui gradini, altre con tacchi e velo, oppure ragazze contemporanee che si parlavano in arabo ma ripetevano una sola parola comprensibile a tutti: Facebook! Mark l’ha fatta bella pure qui, e bella grossa anche perché a Marrakech esiste un “Cyber park”, ebbene sì, un parco con super tower piene di computer e wireless come se piovesse. Ho sbirciato un paio di fanciulli smanettare sul touch screen e che ho visto? Pagina FB bene in vista…TUTTI! Evviva la globalizzazione, oltre a FB pure Zara. Mi ripeto con un laconico: ebbene sì.

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Facebook e tamburelli, euro e scimmie, cous cous e Pizza Hut, telefonini ed improbabili pezzi artigiani fatti di copertoni. Ed ancora sarti di strada e Club Med, galline in fuga e parrucchieri ad ogni angolo, strade dissestate e ragazzini gentili che non sapendo l’inglese ti accompagnano sulla retta via . Non ho trovato questa città troppo commerciale, girare a piedi aiuta a perdersi.
In ogni caso fate attenzione ai motorini!

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