Il mio alfabeto segreto – Diario di una single comincia dalla G: Gianluca e il primo amore 10 Marzo 2014 – Pubblicato in: l'Alfabeto di una Single – Tags: , , , ,

Il primo amore di cui ho memoria risale alle elementari.

Gli anni della pre-adolescenza sono stati per me decisamente traumatici dal punto di vista sentimentale perché, a differenza di tutte le bambine della mia età, io ero una stangona impressionante, quel tipo di stangona che non solo dimostra più anni di quanti ne abbia in realtà, ma che nelle foto di gruppo – in ogni maledetta foto di gruppo – era relegata dietro a tutti perché una giraffa in prima fila, seppur inginocchiata, avrebbe sempre e comunque stonato.

A quei tempi Sex & The City non andava ancora in onda, ragione per cui non avevo potuto fare mio il segreto delle dive di Hollywood con problemi di statura.

Lo sanno tutti che Sarah Jessica Parker recita su un piedistallo perché la natura non l’ha dotata di altezza. Se fossi stata scaltra e precorritrice dei tempi, avrei potuto pensare di piegare leggermente le ginocchia e mettermi alla pari delle amiche ma, ora che ci penso, sarei comunque sembrata sproporzionata perché anche l’ossatura del busto e della testa erano quelle di una cosiddetta “bambinona”.

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Ricordo ancora che qualche anno più tardi, mio cugino mi disse che se fossi andata avanti di quel passo avrei avuto di lì a poco il fisico da modella, slanciato e longilineo, ma la natura non è stata bastarda solo con Sarah Jessica Parker, per cui mi sono ritrovata in età adulta con lo stesso identico fisico che avevo a 12 anni.

Beh, tutto sommato, non posso lamentarmi dei miei rispettabilissimi 168 cm di altezza per 54 kg di peso che oggi porto fieramente su tacchi a stiletto di Jimmy Choo ma che un tempo, ve lo posso assicurare, mi hanno creato non pochi problemi, soprattutto con il sesso maschile.

G. era un bambino della mia classe, bassettino (e figuriamoci!) e piuttosto tarchiatello. Non era il più brutto della classe, ma sicuramente neanche il più bello. Però a me piaceva. Di brutto.

E’ stata la mia prima cotta e ricordo ancora con tenerezza quando suonava la campanella dell’intervallo e lui scattava fuori dalla classe verso il cortile manco fosse Usain Bolt. Correva a giocare con i compagni voi direte? Eh no, scappava da me che lo inseguivo per tutta la scuola per 15 lunghissimi minuti. Tutti i santi giorni. Dal lunedì al venerdì (per sua fortuna, ai tempi, al sabato non si andava a scuola).

Ora che ci ripenso, considerando che era bello rotondetto, l’ho per certo salvato dall’obesità e da tutta una serie di malattie cardiovascolari che sicuramente lo avrebbero colpito di li a breve se io non gli avessi fatto fare lezioni supplementari di atletica dalla terza alla quinta elementare.

Ho dunque salvato la sua vita, rimane però il fatto che io, ancora oggi, soffro della sindrome post-traumatica da “bambinona”.