Il mondo di Ru 20 Luglio 2011 – Pubblicato in: Funky Interviews – Tags: Alessia Acanfora, il mondo di ru, scappare dalla città, storie di mamme straordinarie
Oggi siamo liete di accogliere tra le nostre pagine una nuova collaborazione che ci ha già emozionato molto.
Benvenuta Alessia!
Mi chiamo Alessia e come le Funky Mamas sono una mamma, credo nel potere dei sorrisi e ho svariati tatuaggi. In uno di questi da un fiore di loto spunta una “B” che sta per BAGGIO-BEATLES-BART che altro non sono i miti e il mio cane. Amo l’arte e la creatività, mi piace fare fotografie ma non ho ancora vinto la timidezza nel farmele fare.
“Sono cresciuta nel bosco in una comune fra pace e amore, figli dei fiori, rivoluzioni culturali. Sono diventata grande seguendo il ritmo delle stagioni e con i piedi scalzi”.
Quando mi sono imbattuta nel “Mondo di Ru” ho subito capito di aver tra le mani una favola moderna. Tutto quello che ruota intorno alla vita di Giada Migliorini, meglio conosciuta come Rugiada, mi fa pensare a un mondo fantastico e lontano, fatato e zuccheroso. Ho parlato a lungo con lei e più parlavamo e più estasiata volevo continuasse a narrarmi il poema della sua vita.
Riordino le idee per raccontarvi che donna straordinaria e non ordinaria sia. E’ mamma di quattro bambini: Ravi è il più piccolo e ha 11 mesi, poi c’è Shakti che ha 6 anni, Sole di 8 e la più grande è Dharma che ne ha 12. Abita a Murci fra le colline della maremma toscana senza televisione ma con una connessione internet per aggiornare il suo sito-blog il mondo di Ru (www.ilmondodiru.it) e una volta a settimana raggruppa la sua ciurma nel lettone per vedere un film sul pc. Rugiada è un’artista –artigiana che oltre ad accudire la prole per 24 ore al giorno, dipinge, realizza bambole Waldorf, animali in feltro e gnomi delle pietre. Fa il pane e la marmellata fatta in casa, sperimenta, immagina, racconta favole ai suoi bimbi mentre li educa.
“Circa un anno fa quando è nato il mio quarto figlio, Ravi, abitavo ancora alla periferia di Roma. Avevo una vita complicata: il mio stipendio andava per le spese della casa, quello di mio marito per la spesa. L’affitto era esorbitante, poi c’erano le bollette, la metropolitana per arrivare in città, i piedi sporchi di quel nero appiccicoso che solo l’asfalto d’estate può tingere, i parchi lontani, i vicini di casa che si lamentavano dei miei bambini, delle biciclette, del passeggino. Poi ancora lo smog, il cielo oscurato da mille lampioni che ti preclude la vista delle stelle, il caos. Un giorno, con il pancione e i miei tre bambini, la busta della spesa che si rompeva facendo rotolare le pesche fino al centro della strada dove le auto sfrecciavano noncuranti, mi sono seduta sul marciapiede e mi sono chiesta: Ma che cavolo ci faccio qui? Ho guardato Dharma, Sole e Shakti, sudati e stanchi per quella estenuante ricerca di un parco. Siamo tornati a casa, ho fatto le valigie e sono partita portandoli via da una vita sull’asfalto e sul cemento”.
E’ un fiume straripante la Giada che mi racconta senza pause nè virgole un vissuto così tumultuoso. “Mi sono rifugiata nel piccolo paese dove sono cresciuta e nel giro di una settimana siamo tutti rinati” mi confida senza mezzi termini, forse senza neanche pensare a suo marito che non l’ha seguita in questa avventura ma che corre da lei e i suoi figli ogni volta che può. Il potere della natura incontaminata li ha stupiti giorno dopo giorno. “Madre Natura ci ha accolti e rapiti: loro correvano scalzi, si tuffavano nel ruscello, giocavano con i piccoli animali, dormivano sotto le stelle, così tante e splendenti da togliere il fiato, così vicine da far sentire l’anima a casa. E mentre il mio pancione cresceva e cresceva e i miei figli rinascevano, io ritrovavo me stessa, tessevo, cucivo, cucinavo, zappavo, coltivavo, dormivo, ridevo, giocavo, coccolavo, infeltrivo. Tutto nella mia vita era di nuovo creazione. La notte ci accompagnava il canto della civetta il giorno il rumore del vento”.
Per Giada è stato come tornare alle origini, ai primordi. Come quando ancora piccolissima si trasferì nella campagna toscana, sulle colline maremmane dove i genitori misero in pratica la coltivazione biologica in comunione con altre persone. “Mia madre si è dedicata a me e mio fratello con dedizione e amore. Sono cresciuta a contatto con la natura seguendo il ritmo delle stagioni, curando l’orto e gli animali, facendo il formaggio e le conserve e dedicando particolare attenzione alle arti manuali”. Rugiada conosce la natura, la Biodinamica e l’Antroposofia basata sulla Scienza dello Spirito di Rudolf Steiner. E’ stata educata dalla “Libera Scuola Waldorf di Murci”. Eccellente allieva, dopo aver frequentato il Liceo Artistico s’iscrisse al “Seminario per la formazione d’insegnanti waldorf-steineriani” dove si formò conciliando il suo amore per l’arte, i bambini e la spiritualità”.
Il ritorno a Murci, dunque, era scritto nella storia di Ru. “In mezzo alla natura mi sono riappropriata di me stessa – continua nel racconto-confessione -. Ho ricominciato a fare il pane, la pizza, la marmellata, a coltivare l’orto e a stupirmi di ogni germoglio, di ogni fiore. I miei figli frequentano una piccola scuola di campagna per stare con gli altri bambini, dove maestre che ancora sanno stupirsi di fronte alla natura del bambino li hanno accompagnati in un anno scolastico che è volato leggero. Io? Ho partecipato all’insegnamento, con il mio piccolo nella fascia! Abbiamo dipinto, cantato, modellato. La scuola ha una sola unica grande e pittoresca pluriclasse, dove il più piccolo guarda al più grande, il più grande aiuta il più piccolo, si osservano i girini nel fiume, si ascoltano le storie degli anziani come un tesoro e si impasta in classe il famoso biscotto salato”.
La vita romana di Rugiada era quella di un uccellino in gabbia. “Osservavo il mondo dal mio piccolo balcone affacciato su una città caotica, su persone alienate, su indifferenza. Ora – ammette quasi in uno sfogo – mi affaccio sul bosco, su ampi panorami dove sicuramente risiede il Dio delle piccole grandi cose. Sono tornata a scegliere una vita a piedi scalzi con l’odore di erba fresca. Ascolto il rumore della pioggia sul tetto e dello scoppiettio della legna nel focolare; ho scelto l’autoproduzione e l’ecologia, ho scelto di salvare il nostro pianeta, ho scelto l’arte, e ho scelto di essere mamma a tempo pieno”. In un mondo un cui l’affermazione personale sembra fondamentale per mantenere gli equilibri familiari le riflessioni ad alta voce di Ru mi disorientano. “Ho scelto la gioia e l’amore, ho scelto i miei figli – ripete come un mantra -. Essere una madre di famiglia comporta una grande mole di lavoro casalingo e non, la cura dei cuccioli, l’essere moglie”. Il tutto cercando di trovare e mantenere anche un posto nel mondo. “Alle volte – scrive Rugiada sul suo sito -, la solitudine mi ha colto e spesso mi sento in un cammino in cui l’unica forza a cui posso attingere è quella dentro me: la forza e la luce del mio spirito. Ma poi guardo negli occhi i miei bambini, li osservo giocare e muovere i primi passi incerti nel mondo, affrontare le prime sfide ed esami, ridere gioiosi e spensierati o piangere disperati e dentro me si rinnova la gratitudine per il mio compito, il compito di una madre”.
Commenti
Manuela Luglio 20, 2011 - 14:20
Leggere questo articolo mi ha trasportata, per qualche minuto, fuori dal mio posto di lavoro, fuori dalla mia realtà, dai rumori che mi circondano.
Ho “viaggiato” per un pò nel mondo di Ru che, sebbene si trovi ad anni luce dal mio, riesce a donare una pace gioiosa.
Grazie Alessia.
Manuela
justine Luglio 20, 2011 - 15:22
Che donna coraggiosa! Che storia emozionante!
Grazie Alessia,
le rivoluzioni del sorriso le fanno queste piccole grandi donne!
Cosetta Luglio 20, 2011 - 15:44
Questa donna è la prova vivente che il mio sogno si può realizzare…maledette paure cittadine…vi scoffingerò!
Rugiada Rulz!
Thomas Magnum Luglio 20, 2011 - 17:30
Meraviglia.
Poi, oltre alla meraviglia – lo confesso – la dose di straordinario coraggio di cui ho (abbiamo) bisogno in questo momento così cruciale della nostra vita, in cui ci facciamo quotidianamente (e più volte al giorno) la domanda che si è fatta Ru, nella stessa città: “che ci faccio qui?”.
Grazie per questo post così prezioso.
… e ancora non mi sono ripreso dalla grande sorpresa di trovarti qui, Alessia! Gia vedo il sorriso di Ilaria quando lo saprà 😀
FUNKY MAMAS RULES!
Rugiada Luglio 20, 2011 - 17:44
Ed eccomi qui commossa e grata, grazie Alessia! Grazie per avermi raccontato con tanta magia e profondità, grazie per aver raccontato il mio piccolo grande mondo
Rugiada♥
alessia Luglio 20, 2011 - 18:10
Ma grazie a tutti voi per questo inaspettato consenso! Grazie alla mia amica Francesca, dispensatrice di innumerevoli suggerimenti. E grazie alle Funkymamas che mi hanno accolto con mille sorrisi.
Ilaria Luglio 20, 2011 - 22:23
Noooo! Incredibile! La vita che sogno raccontata qui… Molto simili alcune esperienze come la scoperta e l’approfondimento della pedagogia waldorf… La sensazione di vivere in una gabbia e quella domanda persistente e martellante. Vorrei tanto conoscervi tutti e sei, cara Ru, e trovare quel coraggio di saltare nel mondo desiderato come Mary Poppins. grazie Alessia e grazie a tutti voi funky folks!
alessia Luglio 21, 2011 - 10:14
Carissima Ila, possiamo sempre organizzare un pulmino per noi e i 4 nani e andare a trovare Rugiada!!! 😉
Sono strafelice di tutti questi consensi. Stamattina aprendo il mio profilo facebook ho trovato parecchi messaggi di consenso su questa storia!!! Come esordire in prima squadra con un gol!
Zelda was a writer Luglio 21, 2011 - 14:07
uh! ma che storia magnifica!!! e io dov’ero ieri?
grazie Funky Ladies, per aprire le braccia alla bellezza! e grazie a te, Alessia: sei uno spirito leggiadro e curioso. i miei preferiti!
FrancescaRonch Luglio 22, 2011 - 16:21
Brava Ale! Una supe funky storia. E brava Ru, dispensatrice di un mondo di favole da vivere, ti auguro una buona vita, per te e i tuoi piccoli.
Anche io provo ad essere un po’ selvatica come mamma e tra 10 giorni porto la mia piccola a vedere i canguri senza aver prenotato nulla se non un piccolo cvamper che ci porti in giro per l’ Australia!
Un abbraccio al profumo di bosco!
alessia Luglio 25, 2011 - 11:10
Brava Francesca! mi prendo il tuo abbraccio al profumo di bosco e ti auguro un bellissimo viaggio, anzi, sai che ti dico…la prossima storia che racconto, se vorrai, è quella tua e della tua piccola in Australia. Quindi fai tante foto anche per me!!!
La befana con le mani in pasta : Le Funky Mamas Gennaio 06, 2012 - 14:01
[…] gremlins, tra un dolcetto e un altro! Vi consiglio prima una letturina consigliatami da mamma Rugiada per sapere tutto ma proprio tutto sulla befana >QUI e poter così entrare nel giusto mood, […]