Di Guido Barilla, della casa del Mulino Bianco ed altre pubblicità. 27 Settembre 2013 – Pubblicato in: Business, Legge e Marketing – Tags: bambini, Barilla, educazione, pubblicità
Ho letto dell’intervista a Guido Barilla, ma non credo l’ascolterò.
Ho letto commenti, pro e contro. Ho anche riso molto, perché ci sono perle di comici su twitter che sanno fare satira meglio di chi la fa per professione.
Ma mi sono sorpresa non soffermandomi nemmeno un minuto sul giudizio pro/contro famiglie omosessuali e della loro eventuale partecipazione negli spot pubblicitari.
Sarà perché la mia opinione nei confronti delle famiglie arcobaleno è forte e chiara, sarà perché attualmente chiedersi se sia giusto o sbagliato è un argomento che è stato ampiamente sorpassato dal bisogno di leggi che tutelino gli individui tutti: queste famiglie sono già una realtà, esistono, che possa piacere oppure no.
Quello che invece mi è balenato per la testa è il gattino sotto la pioggia di Barilla, la famosa pubblicità dei Ringo Boys con tanto di cinque alto sul terreno di rugby e il mitico: “Se qualcuno ruba un fiore per te, sotto sotto c’é Impulse.”
Sono forse impazzita? La risposta è si, ma non è una novità…
Il punto è che anni fa ho avuto una splendida esperienza.
Frequentavo un corso della regione che insegnava la scrittura per i vari media che finì, nel mio caso, con un tirocinio presso alcune scuole elementari milanesi: si portava nelle aule un laboratorio che spiegava ai bambini come guardare la pubblicità.
Il focus non era sul prodotto, buono o cattivo, prodotto da azienda etica o meno, made in china, bangladesh o Canicattì.
Il punto era: ragazzi, vi piace questa pubblicità? Sappiate che il personaggio principale è stato scelto perché la vostra immedesimazione fosse totale. Vi rendete conto che mangiando tal merendina non diventerete campioni olimpionici?
I bambini mi lasciarono letteralmente di sasso.
Nessuno di loro manifestava un rifiuto per il prodotto, erano interessati, ci raccontavano di quante televisioni avevano a casa loro, o dalla nonna, e alla fine dell’ora, felici di aver guardato un po’ di tv a scuola, alzavano la mano dai loro mini banchi dicendo: “Non bisogna comprare questo pallone perché la pubblicità è bella, ma perché mi piace di più. Ma se la pubblicità è divertente e appassionante, mi piace di più vederla.”
Semplicistico. Molto. Ma stiamo parlando di alunni delle elementari.
Eppure mi sono sentita utile, per due ragioni.
La prima è la convinzione che questo tipo di attività nelle scuole possa portare in futuro ad un nuovo target di clienti altamente consapevoli.
La seconda è che i copy e tutti gli addetti al settore del futuro potrebbero essere dei mostri creativi che ciao proprio.
In conclusione: se ieri, come me, a seguito delle dichiarazioni di Guido Barilla, avete letto commenti che criticavano il ruolo della donna e della famiglia “tradizionale” nella reclam o se sia giusto o meno usare gay per le campagne pubblicitarie Barilla e/o in tutte le altre, chiediamoci invece se non sia forse più propositivo, e ormai assolutamente necessario, educare i nostri figli alla visione degli spot.
Ed ora vi lascio alla visione del film sottotitolato a pagina 777 del televideo…
ps. non ringraziatemi troppo per lo spot a seguire, lo so, lo so, sono felice anch’io di averlo rivisto!
Commenti
francesca r. Settembre 27, 2013 - 12:12
giustissimo… piuttosto che modificare le pubblicità in modo che ci rispecchino bisognerebbe imparare a leggerle, a vedere dietro di essere, a tralasciare il superfluo e mirare dritto al punto. Ditemi se è buona e come è fatta, quella pasta. Alla mia famiglia ci penso da me e non è vedendo una famiglia piuttosto che un’altra, in uno spot, che cambierò la mia idea e i miei obiettivi… 🙂
justine Settembre 27, 2013 - 12:16 – In reply to: francesca r.
va da se, che se il consumatore sarà consapevole, cambieranno anche le pubblicità!
Buona giornata Francesca!
Mammafelice Settembre 27, 2013 - 12:32 – In reply to: justine
Sono tanto d’accordo. E lo sono ancora di più perché per me la pubblicità è alla pari di un film o di un libro: mi piace. Io la guardo con interesse, la studio, ne parlo, ne discuto (anche con mia figlia). Non mi sono mai sentita passiva, nei confronti di essa, e voglio che neppure mia figlia lo sia. Questa è la strada per un consumo consapevole (mica green, o sostenibile o tutto quanto): solo consapevole.
justine Settembre 27, 2013 - 12:46 – In reply to: Mammafelice
Amen sorella!
Alice - Operazione fritto misto Settembre 27, 2013 - 12:50
Ho difficoltà a capire questo discorso; forse perchè sono molto diffidente, non mi sono mai fatta “abbindolare” dal messaggio recondito degli spot.
Mi attirano di più le combinazioni di colori azzeccate, o le musiche che fanno atmosfera. Le promesse -esplicite o meno- non mi toccano.
Fatto sta che quelle parole le ho trovate il discorso dell’ignorante medio.
Nulla di cui sconvolgersi (l’ignorante non fermerebbe le sue sparate neppure se scendesse Gesù Cristo in terra).
In fondo sono convinta che ci siano altrettante persone in grado di ridere di tutto questo, e pronte a spiegare ai propri figli cosa c’è di sbagliato.
Guido Barilla dovrebbe rivedere il termine “tradizione”, e l’importanza della famiglia.
E se è così convinto che, oggi, sia la donna a fare i lavori di casa, metta in uno spot Raoul Bova e Daniel Nilssan a fare i papà di un angioletto biondo.
Vedrà l’impennata di vendite.
Alice
Ps: con quella pubblicità mi hai ricordato quella della pepsi (o coca cola). Ero piccola ma quanto mi piaceva il ragazzo!
justine Settembre 27, 2013 - 13:04 – In reply to: Alice - Operazione fritto misto
ahahaha, perché Ryan Goslin col mocio in mano sarebbe brutto?
Un sorriso
Justine
raffaella Settembre 27, 2013 - 12:57
Si!!! brava! assolutamente necessaria questo tipo di educazione…..lo scorso inverno abbiamo proposto delle mini lezioni universitarie x bambini di scuola elementare e media e una delle lezioni proprio sulla sociologia del linguaggio degli spot pubblicitari è stata tra le più seguite e partecipata dai mini studenti! ripeteremo sicuramente l’esperienza!
ehm..no, ok non ti dico nulla sul film sottotitolato… :)))
justine Settembre 27, 2013 - 13:03 – In reply to: raffaella
Grandissima! Bel lavoro, interessante, applausi.
Un abbraccio
Ju
Cosetta Settembre 28, 2013 - 12:12
ricordo il numero di rossetto di una nota marca di prodotti makeup più del numero di citofono di casa mia…e’ un problema?
A parte la mia volontà da criceto russo,non accuserei l’esimio Mr.Barilla&company , ha la dote della lungimiranza e preveggenza.
Da una semplice analisi del famoso spot, le penne barilla raccontano ogni giorno : di un istituzione scolastica mancante ( bambina dimenticata sotto il diluvio che il bidello c’ha fretta da tornà a casa),di madre che continua intenta nelle sue attività domestiche ( ma vai a prende tu fija che per cucina’ un piatto de pasta ci vogliono cinque minuti ),di padre che scosta la tendina per contribuire alle attività di ricerca prole ( pater familia ).Potrei aggiungere abbandono di animale e minore a rischio polmonite.
La famiglia tradizionale Barilla.
justine Ottobre 01, 2013 - 09:51 – In reply to: Cosetta
Ecco, perfetto, ahahahah, non smetto di ridere!