Fashion blogger: riflessioni #calzamutanda 29 Aprile 2015 – Pubblicato in: Calzamutanda, Fashion – Tags: advanced style, fashion bloggers, moda
Oggi, fare la fashion blogger a certi livelli è un mestiere.
Che piaccia oppure no, è la più recente forma di comunicazione del sistema moda, anche se di recente non ha più nulla.
Googolo: The blonde Salad, il blog della famosissima Chiara Ferragni, ha debuttato su internet nel 2009. Ha la stessa età di mio figlio.
È un fenomeno del quale sento parlare per lo più in negativo, eppure sono rimasta incuriosita dal fatto che chi ne parla male lo segue.
La prima cosa che mi turba, è che una donna della mia età possa scrivere cattiverie a una ragazza che ha dieci anni meno di lei. Certo, non ci sono solo i commenti delle mie coetanee ma diciamo che sono quelli che capisco di meno.
Scrivo “dieci anni meno” dopo aver navigato a lungo tra fashion blogs e, a parte alcune eccezioni, mi sembra che le ragazze under 25 siano la stragrande maggioranza… Sbaglio?
Ho cercato classifiche, mi sono imbattuta nella questione” tette della Nasti” e da lì non so più a quanti altri blog di giovani anzi, giovanissimissimissime, sono arrivata.
Io me lo ricordo che testa avevo a vent’anni, suvvia! E non parliamo dei 16 che mi viene male…
È vero, si potrebbe parlare di fashion in tantissimi modi non ancora affrontati. Alla fine, molti di questi blog si limitano a essere diari di outfit ma perché pretendere dalle giovanissime questo tipo di contenuti? Io a vent’anni mi disperavo e logoravo per una storia d’amore tormentata e vi assicuro che, in quel momento, tutto il resto veniva dopo. Anche se mi interessava la politica e leggevo i libri, il problema cosa mi metto sabato ché c’è anche lui aveva sempre un certo spessore.
Lasciamo alle giovani fare le giovani, proporre bellissime foto e abbinamenti con abiti da sogno. Cresceranno e poi chissà… se ne avranno voglia scriveranno di costume, sempre di moda, ma forse più calzamutanda inside.
Probabilmente sto facendo di tutta un’erba un fascio perché non seguo molto il fenomeno e, mentre scrivo, mi viene subito in mente la personalità molto forte di Lucia Del Pasqua e il suo The Fashionpolitan, che di cose da dire ne ha e le scrive anche molto bene.
Poi, però, per scrupolo le ho scritto per chiederle quanti anni avesse. 30.
La mia riflessione prende sempre più forma: per parlare di moda in una maniera che non sia solo un diario di outfit bisogna aver passato una certa soglia di età?
Mi interrogo poi sulla scelta di alcuni brand e sul target di riferimento di questi blog – e qui mi sto riferendo a quelli delle giovanissime issimissime. Sarei curiosa di dare un occhio ai loro analytics per capire qual è la fascia di età media del loro lettore…
Quante liceali o universitarie si posso permettere di acquistare gli abiti e gli accessori proposti? O sono invece seguite da un pubblico di donne dai 30 in su?
Capisco la vetrina ma le vendite dei prodotti arrivano?
Non dico che una donna della mia età si possa permettere tutti questi prodotti ma è diverso. Arriva una consapevolezza e una gestione del budget differente.
A 37 anni compro meno ma, se devo decidere di investire in una crema per il viso, non scelgo più un primo prezzo. Non che il prezzo sia sinonimo di qualità ma sull’argomento ho già in mente un altro post.
Posso decidere di risparmiare e, invece di prendermi tre paia di pantaloni lowcost senza forma, aspettare i saldi e comprare un capo di sartoria che cada diversamente, perché il mio corpo è ormai diverso.
Insomma, mi sembra di capire che esista un buco temporale da colmare.
Da una parte abbiamo giovani che fanno tendenza, dall’altra fenomeni incredibili come le signore di Advanced Style, le nonne più stilose dell’universo! In mezzo, donne spesso già famose per motivi legati alla moda, ai giornali, al cinema, alla tv o che hanno avuto un trascorso professionale legato al fashion. Comunque non comuni.
Per ora, in quel mezzo ho trovato solo Isisdepaname: giornalista, bella donna, stile definito. Purtroppo per voi scrive di cotume solo in francese. Nella sua bio leggo: “antropologa delle donne”.
Non perdo mai i suoi post moda, un titolo recente: E se essere alla moda non fosse più di moda?
Se qualcuna di voi conoscesse blog di questo tipo, che me li segnali: ormai sono curiosa e vorrei andare in fondo alla mia analisi. Non americani però, perché lì è tutta un’altra storia.
Quindi?
Qualche tempo fa ho sentito una persona dire: E poi, farai ancora la blogger tra dieci anni?
E lì, l’illuminazione. No, non farò la blogger, farò la fashion blogger di mezza età.
Consapevole, romperò le scatole ovunque per vedere come nasce una collezione, mi vestirò come mi pare e porterò i miei lettori dal parrucchiere per sapere tutto sulle tinte non appena avrò i primi capelli bianchi da coprire. Che probabilmente non tingerò. O forse sì.
Chissà, chi può saperlo… e tutto questo mi piace già.
Poi, passati altri dieci anni, pregherò per far parte della cricca di Advanced Style. Anche perché, molto probabilmente, dopo l’uscita del film omonimo, interromperò l’uso di qualsiasi crema anti radicali liberi perché mi vengano le rughe il prima possibile.
Commenti
Brunhilde Aprile 29, 2015 - 11:03
Oh, eccolo qua, finalmente, il post che stavo aspettando da giorni! Condivido quasi tutto ciò che hai scritto, e dico quasi proprio perché noto una tua straordinaria innocenza di fondo, nello scrivere: «mi vestirò come mi pare». È proprio lì la differenza, la sfumatura che ci distingue e che mi dà la percezione di quanto io, Brunhilde, sia più diffidente di te. Perché, dal mio punto di vista (parziale, incompetente, scadente, tutto quel che ci pare), la stra-stra-stragrande maggioranza delle fashionbloggers (dai 15 ai 70 anni), invece, si veste in base alle indicazioni degli sponsors (o, in una sorta di captatio benevolentiæ, indossandone i capi nella speranza di una futura collaborazione). Tranne quelle pochissime che fanno di testa propria, a me sembra di vedere un mare magnum di quelle che, perdonami l’autoreferenzialità, ho definito le wannabe Tapioca Pudding. Standardizzate, tutte con una-due borse firmate da abbinare alle imitazioni delle catene spagnole o svedesi. Prontissime a presenziare a qualsiasi party di qualsiasi marchio, anche in cambio della semplice visibilità, ad organizzare givauei, nella speranza di fare il grande balzo.
Che noia. Meno male che adesso arrivi tu e le spazzi via.
justine Aprile 29, 2015 - 17:02 – In reply to: Brunhilde
Si ma nel mare di showroom dai quali possono attingere, tra un occhiolino e l’altro allo sponsor, hanno l’opportunità di mischiare un capo decathlon a un Giambattista Valli…ma non lo fanno.
Voglio però rimanere sulla mia linea: son giovani amica, alcune son proprio bambine. Per quelle grandiinvece, peggio per loro: sto invecchiando bene buahauhauahuahauhauhaua
leparoleverranno Aprile 29, 2015 - 13:05
Non seguo le fashion blogger, mi annoiano. Facile prendere il portafoglio e comprare tutte le nuove uscite nei negozi per “essere alla moda”. Che poi, essere alla moda, la moda, che cosa vuol dire? Mi fanno sorridere le persone che seguono i trend e sembrano dei debosciati ma si nascondo dietro la frase “Va di moda così”. E qui ritorno al mio essere allergica al “gregge”, il così fan tutti. Non bisogna distinguersi a tutti i costi ma metterci del proprio si, e mi sembra che sia quello che fai tu.
Ah, comunque, so cosa va di moda perché ieri sera ho sfogliato Glamour, ma capire la moda è un’altra cosa credo…
Francesca
P.S. Curiosità: perché i blogger americani no?
justine Aprile 29, 2015 - 16:57 – In reply to: leparoleverranno
Eh, essere alla moda che cosa significa? E soprattutto, ci sta bene? Che poi le vere icone di stile non sono quelle che non seguendo la moda, lanciano tendenze?
Americani no perché è tutto un altro mondo, un altro meccanismo. Mi interessa vedere come funzionano collaborazioni con i brand qui e comunque la moda interpretata con il gusto europeo, più vicino al nostro.Capire il comportamento delle donne italaine nei confronti di questo fenomeno…insomma, me la sto studiando. Forse alla fine dell’anno avrò trovato uno stile tutto mio!
simona Aprile 29, 2015 - 13:36
L’altro giorno leggevo ( e mi trovo d’accordo con l’analisi della giornalista) un articolo a riguardo sul fatto quotidiano. Credo principalmente che Ferragni, Nasti etc. siano principalmente delle Web celebrity e non delle vere blogger. Sono molto belle, ma sono una versione 2.0 delle modelle anni ’90. Hanno un grande seguito tra le ragazzine perchè, un po’ come con le modelle, vorrebbero essere come loro. Alcune poi sono più intraprendenti e hanno doti manageriali che mettono in pratica lanciando linee di scarpe, di trucchi…. ma non le vedo diversamente dalla modella o star del momento che lancia il suo profumo. Prestare la propria immagine per indossare die vestiti è davvero diverso dal saper scrivere di moda e costume…
justine Aprile 29, 2015 - 16:52 – In reply to: simona
E’ vero, è così ovvio eppure non mi è venuto in mente, i diari outfit alla fine sono modelle online che interpretano le collezioni attuali.
C’è da dire che alcune di loro propongono abbinamenti molto interessanti, ma parlare di costume è un altro mondo!
Grazieeeeeeeeeeeeeeee
rossella boriosi Aprile 29, 2015 - 15:54
Ciao Calzamutanda
io ti conosco, tu non conosci me. Il mio blog, Grimilde, raccoglie storie di rinascita personale e professionale di donne sui 40-50 anni, persone che si reinventano a un’età in cui i giochi sembrano fatti.
Ho ospitato alcune interviste a image consultant che rispondono alla tua domanda “cosa indossare a 50 anni per non sembrare la parodia di quello che siamo state” (per me si tratta di mantenere l’equilibrio tra gli outfit delle mie figlie adolescenti e quelli di mia madre)
Ti do un paio di link ma, qualora questo non rientri nella netiquette delle funky mamas, non ti fare scrupoli a cancellare:
qui trovi il blog Chicafterfifty di Anna da Re
http://www.grimildeblog.it/fashion-blog-per-giovanidentro-ovvero-lo-stile-secondo-anna-da-re
e questa è Stefania Fornoni che risponde alle mie domande su moda ed età
http://www.grimildeblog.it/vestire-bene-qualunque-eta-intervista-stefania-fornoni
(condivido le tue riflessioni sull’accanimento contro le giovani fashion blogger. Sarà che hanno l’età delle mie figlie e provo per loro ammirazione e tenerezza)
justine Aprile 29, 2015 - 16:50 – In reply to: rossella boriosi
Ciao Rossella,
in realtà la mia era più un’analisi semi seria su quello che è il fashion blogging e di dove investono i brand più che su cosa indossare. Ma per avere sotto controllo la situazione a 360 gradi andrò sicuramente a leggere i post su Grimilde!
Un bacio bella <3
donatella Aprile 29, 2015 - 16:00
Le domande mi sorgono spontanee: chi è Chiara ferragni? chi è Nasti? eppure ho 41 anni e seguo ”la moda” come piace a me, ispirandomi più a come sono fatta piuttosto che ai dettami di inutili riviste e di personaggi televisivi e fashion blogger che neanche conosco. Ma va bene così!! Rimango nella mia ignoranza e vivo bene lo stesso, te lo assicuro! Ma almeno non perdo di vista la questione fondamentale che è: chi sono io e come mi decido di vestirmi facendomi influenzare solo dal mio gusto e dalla mia anima. Forse questa consapevolezza la si raggiunge solo a 40 anni?
Comunque le tue riflessioni su #calzamutanda mi garbano parecchio…continua così:)
donatella
justine Aprile 29, 2015 - 16:46 – In reply to: donatella
Grazie Donatella, #calzamutanda non è null’altro che questo: essere a proprio agio nel proprio stile!
Buona serata!
Ofelia Aprile 29, 2015 - 21:57
Le fashion blogger funzionano perchè siamo animali da imitazione. Impariamo a parlare imitando i genitori, scegliamo cosa fare, spesso imitando chi crediamo sia cool. E così via fino ad arrivare al momento in cui decidiamo quale donna imitare, quale donna essere. È così che la moda funziona, tra i pilastri delle nostre insicurezze, rinforzate per secoli. Se vai a una mostra sul costume femminile ti renderai conto che gli abiti in occidente son fatti per farci soffrire. Non per stare calzamutanda. D’altra parte la donna è la bellezza, mica un tutorial su come sistemare il lavandino su youtube. E nel secolo delle comunicazioni, una cultura si è moltiplicata all’infinito fino a diventare il culto dell’immagine. La marca in vista, o il super minimal, i capelli di zia Ietta o alla Vidal Sasun. Che non so come si scriva. Già che ci siamo va di moda anche essere ignoranti e stuprare una lingua bellissima come l’italiano. Mi sono persa. E credo sia per questo che le fashion blogger funzionano. Ci perdiamo facilmente, troppi stimoli, troppi messaggi. È come avere 10 genitori, che parlano 10 lingue diverse. Quale imitiamo? Io imiterei quello più sorridente e brillante. E così mia figlia tra pochi anni seguirà la Ferragni. Ma io spero in Jane Birkin. 😉
Sara Aprile 30, 2015 - 01:35
Mi hai fatta pensare un po’. Il che di per sé è già un successo ultimamente, vista la penuria di ore di sonno che rende difficile la vita al mio criceto.
Ti dirò, io metterei l’accento sull’età di queste ragazze, esattamente come te.
Credo che la moda, come tutto del resto, abbia bisogno di maturare e di acquisire personalità. L’unico modo per viverla e raccontarla in modo più interessante è sperimentare, crescere, conoscere.
E per arrivare a questo serve anche passare attraverso fasi acerbe, quelle fasi in cui hai bisogno di sentirti parte di qualcosa e ti pare che il modo in cui ti vesti ti catapulti di diritto
in un certo ststus.
La personalità che occorre per parlare di moda, quella vera,
intesa come forma d’arte, bisogna in parte averla innata ma
deve poter essere metabolizzata. In poche parole ha
bisogno di crescere con la persona.
Per questo secondo me una fashion blogger under 25 non
potrà mai fare quel salto.
Una under 25 parlerà di quello che conosce e con i mezzi che ha, diamo tempo al tempo e stiamo a vedere se la mela
matura.
E in quanto alle possibilità economiche delle coetanee che potenzialmente potrebbero seguirle… non so, a suo tempo ne ho viste tante di figlie di papà ricoperte d’oro!
Detto ciò, io non ne seguo una di queste signorine… a 34 anni di certo sento di aver di meglio da fare! Non sono nel target credo.
Seguo “Little Snob Thing”, lei è brava!
Ma aspetto come una bambina la mattina di Natale la FunkyFashionBlogger, di sicuro ti seguirei!
Sara Aprile 30, 2015 - 01:40
Sorry, scrivo col cellulare e mi si sono incasinati gli “spazi”. Ma dovrebbe capirsi uguale. Se non si capisce comunque non ti sei persa poi granché!!!
Un abbraccio!
Moms about town Maggio 02, 2015 - 11:57
Io ammetto che quando guardo il profilo Instagram della Ferragni e i suoi millemila follower, rosico proprio. E penso, non potevo averla io l’idea, nel 2009, di farmi fotografare dal fidanzato in pose plastiche ogni giorno che Dio manda in terra e poi postarle su un blog? Il tema è che all’epoca, oltre all’idea banale ma rivoluzionaria, mi mancava lo stacco di coscia, il viso da Barbie e il fidanzato figo della Ferragni che mi faceva le foto: un mix esplosivo che ha reso lei, e solo lei, la regina incontrastata delle fashion-blogger-influencer e chi più ne ha più ne metta. Chiara, se sei in ascolto, te la butto lì, non è che mi passeresti qualche follower che ti avanza?
justine Maggio 04, 2015 - 07:39 – In reply to: Moms about town
ahahahahhahahhha!
LALU Maggio 05, 2015 - 15:44
Penso a quello che mi ispirava a 15 anni?! Dal piccolo paese in Molise, gli unici mezzi di evasione per conoscere LA MODA, erano la televisione ed i giornali E il Burda di mamma. Era un altro mondo. la moda la facevano quelli che tornavano al paese con le novità della città.
Io personalmente( blogger alla ricerca di uno spazio mio, dato che il mio appartamento è occupato da mio figlio) non amo i blog di poche parole. Sono gusti, eh! Mi piace chi racconta di se, delle proprie passioni, dei propri fallimenti.
Non mi piace chi racconta di brand e basta. E poi io, almeno qui a Roma, non la vedo tutta questa ossessione per le blogger.. anzi ti dirò, da sociologa mancata, sarebbe bello fare una ricerca nei licei. Quante teen conosceranno la Ferragni, la Nasti?! Forse è un Italia divisa in due( un pò come con il meteo), da queste parti sento ancora forte
l’ influenza della tv, del cinema.
Lalu
Mariella Maggio 06, 2015 - 14:11
Ora mi tingo i capelli di grigio, vado a NY e mi faccio fotografare per Advanced Style.
mara Maggio 08, 2015 - 18:23
Le blogger sui trenta ci sono anche in Europa, le italiane sorry non le tollero : stile scontato, testi pesanti che variano dall’ironia forzata a riflessioni esistenziali banali, tralasciando quelle che infilano anche parole ed espressioni volgari… Boh non ci siamo… Credo che in Italia il blogging di moda sia solo la versione virtuale del velinismo, da cui poca serietà, ragazzine che han già fatto il tagliando dal chirurgo ecc, sciatteria generale nei testi, nella grafica
La Ferragni è stata investita da un mare di cattiveria deprimente, ma il suo blog agli inizi era carino, fresco, ora non mi piace più.
Quando le blogger diventano professioniste al 99% la magia si spezza e la carrozza torna zucca, non viceversa come credono loro
theSwingingMom Maggio 13, 2015 - 09:41 – In reply to: mara
Ecco quoto al 100% a me tante fashion blogger piacevano agli inizi, ad esempio The Cherry Blossom Girl era una FIGATA di sito, adesso è tutto viaggi sponsorizzati e sue comparsate per brand di lusso. Anche no, grazie. Ogni tanto sbircio ancora perché ha delle foto spettacolari, ma ha perso il 90% del suo appeal. Se proprio devo andare in Europa, direi che si salvano le scandinave-olandesi, sono più sperimentali e “libere”.
sara Gennaio 11, 2016 - 00:32 – In reply to: theSwingingMom
Cherry mi è completamente scaduta da quando ho visto che pubblica le foto della sua neonata con tanto di outfit sponsorizzati, lei è libera di farlo ma la sua bambina non è un suo prolungamento in versione mini, per me è una mancanza di rispetto, sua figlia da grande magari potrà non accettare di buon grado di essere stata spiattellata sui social fin dal primo vagito per indossare tutine regalate e quant’altro
non volevo crederci quando ho visto i post della bimba, che si trovi un lavoro vero questa ciliegia, cialtrone 2.0
justine Gennaio 11, 2016 - 08:40 – In reply to: sara
Io posto le foto dei miei figli e sono anche presenti nei post sponsorizzati. Il termine cialtrona 2.0 mi sembra un tantino esagerato, esistono molti punti di vista sulla questione, è stato scritto parecchio e non credo che ne scriverò. Io non ho ben capito chi sia Cherry però…
Ah, visto che mi è sono appena arrivate le ennesime tasse da pagare, così per dire, la blogger, per quanto possa sembrare assurdo, è il mio lavoro vero.
Buona giornata
theSwingingMom Gennaio 11, 2016 - 12:28
sara, mi pare un giudizio esagerato..Alix può piacere o meno (e ripeto, anche secondo me ha esagerato con lo snaturare il blog), però cialtrona no. E’ una molto in gamba, non è una scemetta qualsiasi che posta selfie. Ha lavorato con Sonia Rykiel, è capace di produrre delle linee couture da zero. Sul discorso bambini poi non sono d’accordo e non credo esista una linea di demarcazione così netta da emettere giudizi così tranchant. Non ci vedo nulla di male: lei riceve sicuramente tantissimi regali ed è normale che li metta alla bambina, probabilmente il 90% saranno capi regalati, che lei “ripaga” con qualche foto. Non capisco cosa cambi tra il fotografare un neonato con una tutina di kiabi pagata da noi e una di dior baby regalata….
justine Gennaio 11, 2016 - 12:41 – In reply to: theSwingingMom
Grazie, mi piace molto chi riesce a esprimere pareri personali anche negativi senza metterci di mezzo un’offesa come lo può essere cialtrona ma ci vedo del brutto anche in “lavoro vero”
Ferragnez: vietato ai maggiori di 25 anni. - Le Funky Mamas Ottobre 10, 2016 - 09:24
[…] sulle Fashion blogger –> QUI Post su troppo magra varie ed eventuali –> […]