Camilla pimpin’ Fairtrade 29 Novembre 2011 – Pubblicato in: Funky Projects – Tags:

Eccoci finalmente con il primo post intervista pimpin’Fairtrade!
Sarà un appuntamento con tutti i partecipanti a pimp my lil’sneakers, aspettando di poter vedere su the kidsboutik le scarpe finte e pronte da comprare!

Ladies and Gents godetevi l’intervista a Camilla:

Ciao Camilla!
Ciao Funky Ladies! Molto onorata di comparire qui, tra le maglie di progetti splendenti e rincuoranti come questo. Quindi, prima di ogni parola: grazie per avermi voluta tra voi!

Conoscevi già Fairtrade Italia?
Funky Ladies, conoscevo Fairtrade, ma ammetto che questo progetto mi ha permesso di saperne molto di più. Il piccolo libro che accompagna le scarpine – Lontano ma vicino di Michele Mingrone e Lorenzo Chiavini – è stato illuminante: sarebbe magnifico potesse finire in ogni casa, abitando cuori e coscienze!
Se un prodotto arriva nelle mie mani, e non ha una storia, lo consumo/utilizzo solo per necessità prossime all’urgenza. Ma se qualcosa giunge a me con il tracciato di un percorso (sia esso geografico o d’intenti), beh, ne nasce una vera festa: il mio agire diventa significante e così mi sento parte di un capitolo, di un sogno.
Non si scrive solo con la penna e non si ama solo con le carezze. Ci sono libri mai scritti che parlano di storie d’amore nate in lontananza, per strani flussi energetici, per semplice intuito, curiosità, ascolto, cura. A mio personalissimo parere, questi sono i libri migliori, quelli che non smetteresti mai di scrivere e di leggere.

A cosa ti stai ispirando per la personalizzazione delle tue sneakers? Ci vuoi svelare qualcosa? Vorrei riprodurre l’idea della libertà, vorrei che fossero volo e piccole antenne in direzione del cuore. Per questo ho deciso di condividere con voi qualche foto ispirazionale. Siete pronte?

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C’è da mettere le mani avanti, però! La mia idea (ambiziosa, non c’è che dire) si scontra con la sua effettiva realizzazione: come rendere libertà e amore con quattro regole sul cucito e due sulla colla a caldo? Insomma, non disponendo della fortuna di MacGyver, userò ago, filo, feltro e colla. E poi m’impegnerò moltissimo.

Da qualche parte, non so ancora dove, voglio scrivere un messaggio nascosto, una piccola formula magica del volo perfetto.

Se la missione di Fairtrade Italia fosse un libro, quale sarebbe?

Sarebbe un libro d’amore. Un libro di speranza. Con capitoli incalzanti, ben costruiti. I suoi personaggi arriverebbero da lontano, guidati da un sogno. Sarebbe un libro con un passato che lotta per essere migliore. E con un futuro promettente, tanto luminoso da continuare oltre l’evidenza delle pagine che ad un tratto finiscono.Sarebbe il più amato tra gli appassionati di bookcrossing e avrebbe segnalibri con volti di bambini che hanno nomi e vivono davvero, parlando la lingua universale del sentimento e della speranza.

In questi giorni ho pensato a quale titolo potesse rispondere alla vostra domanda e ogni volta mi veniva in mente Vai e Vivrai, di Alain Dugrand e Radu Mihaileanu. La presenza del secondo autore, regista di Train de Vie, doveva per forza dare vita ad un film, e così è stato. Tutto ha inizio con con una donna etiope che, in un disperato tentativo di salvare il figlio dalla fame che solo l’Africa conosce, riesce a farlo passare per un falasha (ebreo etiope) e a farlo giungere in Israele.

Ecco, questa prima scena è qualcosa capace di straziare il cuore senza sconti. Non so se il libro descriva la missione di Fairtrade, ma di certo ne rivela l’importanza: in futuro sarebbe bello pensare che ogni madre viva al fianco del proprio figlio e non debba giungere a scelte tragiche per salvarlo dall’indigenza.

 

Grazie mille Camilla

www.zeldawasawriter.com