Bruno Munari ed il design applicato ai piccoli 2 Dicembre 2010 – Pubblicato in: Art


Credo di essere abbastanza fissata per il design, credo di esserlo da sempre. Per molti il design è una parola di uso comune, in realtà non è proprio così, forse è talmente tanto usata ed abusata da aver perso parte della sua fascinazione. Tra gli abusi ci metto pure la “Settimana del Design” di Milano ed affini e con ciò dico che adoro il Salone ma tutto questo design da alla testa e fa perdere il filo. Mi sono personalmente rotta le scatole di tutto questo ciarpame lessicale, nel quale metto pure la parola fashion, ma meno male che qualche progettista visionario esiste ancora! Banalmente: il designer è uno che davanti ad un tubo di metallo e qualche pezzo di pelle ti tira fuori una poltrona che sorregga il peso di chiunque; chi da una calza si inventa una lampada che puoi usare per decenni; chi da un pezzo unico in poliuretano ti inventa una poltrona. Materiali forma e funzione. Messa così viene fuori un’ecatombe di designer presunti tali. Uno che “ne sapeva” era Bruno Munari, ovvero colui che da una calza ha tirato fuori la lampada sopracitata. Munari era un tipo tosto che guardava oltre la sua epoca, oltre a tutte le epoche; ovviamente un genio, sicuramente un uomo pratico in senso etimologico: praktikos, appropriato al fare o all’operare. Munari ha fatto e continua a fare moltissimo grazie alla sua consistente produzione letteraria nella quale ben descrive il suo saper fare, la sua filosofia, le sue passioni e mi vergogno a sintetizzare in questo modo centinaia di tomi, Bruno non me ne voglia. Tra le sue tante pubblicazioni amo ricordarvi o segnalarvi quella che ora bramo vedere tra le mani di mio figlio i Prelibri.
Munari la pensava così:
“Nei libri c’è il sapere, grazie ai libri l’individuo può aumentare le conoscenze dei fatti e capire molti aspetti di quello che succede, i libri aiutano a vivere meglio. Come si fa a far capire ciò a quella gente che ha deciso di non interessarsi mai più di quegli oggetti che si chiamano libri, solo perché, a scuola, sono stati costretti a leggerne di noiosi e difficili? La soluzione di questo problema sta nell’occuparsi degli individui mentre si formano, nei primi anni della vita. Si potrebbe progettare un insieme di oggetti che sembrano libri, ma che siano tutti diversi per informazione visiva, tattile, materia, sonora, termica”
I Prelibri sono stati pubblicati per la prima volta nei primi anni 80 dalla Danese, una di quelle aziende italiane che ti fanno essere un po’ orgoglioso di essere nato in questo paese, ora li pubblica la casa editrice Corraini. Ma cosa sono i Prelibri? Sono giochi da sfogliare, toccare, provare, toccare, sperimentare mille e mille volte. Sono fatti in materiali caldi, morbidi, ruvidi, lisci, scivolosi, sensazioni vere e molteplici. I Prelibri sono 12, da collezionare!
Nel catalogo della Corraini troverete anche succulente edizioni per grandi, una buona lettura dei saggi non fa certo male, nel mentre sotto l’alberello il piccolo Riccardo sapete già cosa troverà, nella speranza di insegnargli la bellezza della materia. Se siete incerti sul da farsi comprateli anche se avete la patente da un decennio.
Grazie Bruno!

p.s ho “rubato” le foto da Officina Creativa not bad at all! date un’occhio