Non capisco, sono un toro! 21 Aprile 2016 – Pubblicato in: Funky Projects, Sponsored

app google

A furia di leggerlo sugli oroscopi, ho pensato che potesse essere un’ottima scusa dietro la quale nascondersi.
Aspetti caratteriali: il Toro, è un segno zodiacale concreto.

Ecco. Svelato l’arcano. L’astratto lo capisco poco, per esempio.
Sono attratta dalla semplicità, da quel che comprendo subito, dalle cose che servono.

Però sono anche parecchio curiosa e ho capito che a volte, basta chiedere.
Parlando di arte moderna, ho scoperto poi da una vera conoscitrice, che fare domande è importante e che spesso, davanti a un’opera di concetto, è quasi più importante il processo creativo che la realizzazione finale. Informandosi sul percorso, si riesce poi a cogliere l’opera sotto un aspetto che va ben oltre la sensazione che si può provare guardando il risultato artistico finale.

Non so voi, ma io son di quelle che invece, si intimorisce un po’ a far troppe domande, in alcuni luoghi poi, mi prende un senso di inadeguatezza dovuta alla mia scarsa preparazione, per questo, la rivelazione di una donna che vive di arte, la sua esortazione a chiedere, a capire, mi ha cambiato profondamente.

chiaro e semplice

chiaro e semplice

Se capisco, è più facile che mi piaccia.

Così ho affrontato l’ultimo salone del mobile, con un App barbatrucco però.
Nella mia precedente vita lavorativa mi è capitato di lavorare durante le fiere, è un lavoro estenuante, stordente, almeno per me. Orso in letargo inside, fare il pieno di gente, stare in piedi tantissime ore, vagare tra un brusio costante, non è esattamente quel che fa per me.

Per questo, cerco di non disturbare troppo gli addetti ai lavori. Al salone del mobile sono andata come spettatrice, non dovevo comprare mobili per un negozio, non dovevo scrivere un articolo per un contenitore di design, stordire di domande senza una finalità lavorativa importante, mi sembra sempre far perdere tempo a chi già è nel bel mezzo in un vortice chiamato Salone del Mobile.

E’ in quest’ottica che ho testato App Google. Quando mi è stato chiesto di raccontare la mia esperienza come google ambassador, assieme a Camilla Zelda was a writer e altri colleghi, ho pensato che tra le tante opzioni fruibili, l’avrei usata per capire senza chiedere alle persone ma al mio smartphone.

Google Googles

Moltissimi hanno quella icona con la G colorata già scaricata sul telefono, alcuni la usano con i comandi vocali per trovare la strada, orientarsi con maps, almeno io, eppure usandolo ho scoperto di più.

Dicendo “ok google” al microfono, si attiva l’app, e lì ho cominciato a chiedere, chiedere e chiedere.
Tom Dixon.”
Ceasarstone.
Ed ecco tante nozioni sul designer inglese e sull’azienda israeliana che insieme, hanno creato per il salone un’istallazione di cucine ispirate ai quattro elementi: The Restaurant. Cucine che escono dalla loro struttura abituale , lineari, semplici ma di grande effetto.

The-Restaurantmeringheair-Tom-DixonMa anche: “Rotonda della Besana”
Visto che l’installazione è stata ospitata nella struttura, perché non approfondire?

E poi, meraviglia delle meraviglie, google gogles, che però mi sembra sia disponibile solo su android.

Scatti una foto, l’app scansiona e in secondo arrivano tutte le informazioni del caso.

E poi sorpresa. Ieri google googles mi ha regalato una risata pazzesca.
Ogni tanto, sente il dovere di darti un’informazione così, tanto per cortesia, anche se tu non hai chiesto nulla…
Scatto una foto al mio fidanzato al cinema. Indossava una maglietta con stampata sopra un’opera di streetart.
Mentre mi appresto a caricarla sul mio account instagram, vengo interrotta da una notifica…
Foto di Steve e informazione: Obey.

Non ci potevo credere…Però, caro google googles, la maglietta gliela regalai io anni fa, proprio perché di Obey, proprio per quella stampa lì…
Grazie comunque per l’informazione.

E grazie Google, raccontare la tecnologia vivendola è stato per me un progetto molto stimolante, soprattutto su instagram.

Se avete un iphone, scaricate app google, se avete android, probabilmente la vedete già di default, sperimentate, giocate, vedrete che vi ritroverete con un’assistente personale che vi farà guadagnare tempo, che scrive e manda sms sotto dettura al posto vostro, che vi trova dove mangiare e cosa, che vi porta a destinazione, che risponde ad ogni perché.

A proposito, se con i vostri figli siete proprio in quella fase lì, quella del “Perché le foglie sono verdi?”, “Perchè papà ha più peli della mamma” “Perché la cacca puzza? (non ditemi che l’han chiesto solo a me)?” Niente panico, d’ora in poi, rispondere, non sarà mai stato così semplice…

The-Restaurant-salone-del-mobile

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