Blythe 19 Aprile 2012 – Pubblicato in: Handmade – Tags: , , , , , ,

 

Oggi è una giornata speciale perchè ospitiamo una donna fantastica, un guru per tutto ciò che è bello, prezioso e soprattutto handmade. Signore e signori ecco a voi Vendetta Uncinetta!

Questo post provoca dipendenza, è da leggere con cautela. Vi abbiamo avvisato…scarichiamo ogni responsabilità.

Forse voi non lo sapete, ma io sono una di quelle sinistre bambolare che pettinano bambole alle due di notte, hanno sempre qualche bambola nuda a mollo in bagno, lottano alle prime luci dell’alba su ebay australia per un ammasso di vestiti macchiati in cui però, ingrandendo con photoshop la foto dell’asta ebay, hanno scoperto che quei 3 pixel sgranati potrebbero forse appartenere a quel costosissimo vestitino Skipper Vintage che vi sfugge da tempo…
Ebbene si, faccio outing, sono una di quelle.
Faccio perfino colazione la mattina con una mug che cita “Beware of the crazy doll lady”. Con tanto di teschio.

Natto in Knitmad
E pensare che io, da piccola, le bambole non le ho mai guardate più di tanto…preferivo pupazzi, pelouche, pattini e bicicletta, o meglio ancora, il cestone delle “palandrane”, come lo chiamava mia mamma, in cui c’erano vecchi vestiti di carnevale,accessori funky di mia mamma, colli di pelliccia spelacchiati di mia nonna e scampoli di paillettes…io e mia sorella ci passavamo ore, a travestirsi e organizzare spettacolini a danno dei pazientissimi genitori.

Did you forget about me?^_^
E quindi insomma bambole niente.Si, c’erano quelle 4 o 5 Barbie, ma non ho mai legato con loro, le vestivo svogliatamente e poi le lasciavo nella loro scatola. Erano troppo donne, troppo perfette,troppo tutto: nè potevo farci la mamma nè, ovviamente, identificarmi.E poi quelle tette a punta a me hanno sempre fatto impressione.Avevo perfino Big Jim Karate, però era troppo basso, non poteva fare il fidanzato di Barbie, al massimo, con quelle mani a coppetta, poteva toccarle le aliene tette.

Anyone for me? ^__^-ON HOLD
Tutto questo fino al 2005 quando, bella grandicella, per via del solito cazzeggio di link in link sul web, capito in un sito chiamato This Is Blythe. Avevo già visto quella bambola dalla testa grossa e gli occhi sgranati qualche anno prima a Tokyo, in una pubblicità di un grande magazzino, come modella per le collezioni autunnali…avevo trovato l’idea deliziosa (una di quelle cose che ti fanno venire gli occhi socchiusi a virgola e la testa piegata di lato), ma non ero riuscita a trovare nessuna informazione in più.

Almost finished
Davanti all’homepage di quel sito invece, non so cosa sia successo nella mia testa, ma cominciai ad inseguire link giapponesi con photogallery commoventi che mostravano questa buffa bambolina vestita come mi sarei vestita io (niente abiti fluo strizzati in vita da Barbie): felpe col cappuccio, anfibi, creepers, parka, maglioncini fatti a mano, tshirt con Snoopy, calzettoni sopra il ginocchio a righe,vestitini 60s e mutandoni a micro pois. Stavo impazzendo.

Country Cory
Blythe, così il nome della mia nuova ossessione, sembrava sempre guardare l’obbiettivo, aveva un espressione enigmatica a cui potevi sovrapporre timidezza, sospetto, dolcezza e sorpresa. Scavando scavando scopro che quella che pensavo fosse stata l’ultima delle diavolerie giapponesi, era in realtà una mia coetanea…vi racconto la sua storia, che sembra un po’ la favola di Cenerentola.

My Blythes portraits: Nani
Prodotta per la prima volta nel 1972 dalla Kenner americana, una divisione della Hasbro, era stata molto, forse troppo, moderna per l’epoca.La testa sproporzionata (allora non esistevano cartoni animati,Manga e Vinyl Toys!) conteneva un sofisticato marchingegno che permetteva di chiudere e cambiare direzione allo sguardo della bambola per 4 volte, una caratteristica innovativa che però non aiutò il suo successo commerciale. Il mercato rispose con un flop:le bambine erano spaventate. Blythe fu ritirata dal mercato esattamente un anno dopo, andando ad infoltire la schiera delle bambole curiose da collezione, senza però aver comunque un grosso seguito.

My Blythes portraits: Brie
Fu solo nel 2000 che Gina Garan, una fotografa di New York, collezionista di bambole degli anni 60 e 70, viene fatta oggetto di regalo da parte di un suo amico, di una Blythe perchè, disse, le somigliava molto. Gina col suo occhio professionale intuì immediatamente il potenziale e sopratutto, l’enorme fotogenia di Blythe.
Ne nacque un libretto dal nome ThisIs Blythe, che potete trovare su Amazon, in cui queste signorine vintage spettinate
e con il trucco scheggiato mostravano tutta la loro personalità, uscendo dalla categoria dei giocattoli ed entrando in quella di muse.

My Blythes portraits: Francis
Il libro fu visionato un anno dopo da Junko Wong, giapponese dalle radici hawaiane e presidentessa della CWC International di Tokyo, agenzia che si occupa di comunicazione e promozione di illustratori ed artisti tra America e Giappone.Subito ne nasce l’idea di una mostra e, cercando una location adatta, il proprietario del grande magazzino Parco propone di utilizzare alcune di quelle bambole come modelle per la campagnapubblicitaria della nuova stagione.
E’ fatta, le giapponesi (manco a dirlo) vanno in estasi per la bambola e cominciano a cercarla su ebay, facendo improvvisamente salire le sue quotazioni. All’inaugurazione dela mostra di Gina Garan, viene prodotta, come gadget e dopo la concessione dell’usufrutto del marchio da parte della Hasbro, una “Neo” Blythe,dal nome “Parco”, in edizione limitata di 1000 pezzi. Va, ovviamente, esaurita in mezz’ora.

Two BL
Fiutato il potenziale commerciale, la CWC si fa prolungare la concessione Hasbro e, tramite la fabbrica di giocattoli Takara, dal 2001 produce circa una Blytheal mese, che così, ha la sua tardiva vendetta. Da allora la Blythe è stata protagonista di pubblicità, vestitada stilisti di importanza mondiale, ed è uscita in edizione limitata per marchi come Nike e Quicksilver ed è regina indiscussa di Flickr ed Instagram.

The amazing army
Le collezioniste di Blythe sono adulte dal cuore di ragazza che spesso per lavoro hanno a che fare con la moda, la grafica, la fotografia e l’handmade, tantissime in Asia ovviamente, ma anche in America, Inghilterra ed il resto di europa, Italia compresa. In tutto il mondo si svolgono fiere di settore (in Italia si è appena svolto Bambole A Roma) ma il modo più comune per comprarle rimane il negozioufficiale, ebay oppure, usate, nei tanti Forum di riferimento. Mentre per gli abiti ci si può solo che sbizzarrire su Etsy, dove alcuni “sarti”, per la loro particolare bravura e popolarità, ma anche i migliori customizzatori sono diventati famosi quanto rockstar!

Say Hallo to Vincent, my good karma girl.
Eh si perchè le Blythe nuove (non quelle del 1972, che costano ormai dai 700 dollari in su!) si possono cambiare a proprio piacimento: occhi, capelli, trucco!Un tunnel! Io al momento ne ho 6 (ma per diverso tempo sono state 15), mi sorridono, o almeno credo, dalla loro mensola, e mi fanno felice. Una l’ho fatta uguale a me, si chiama MiniG e ogni giorno provo, senza successo, a mandarla a lavorare al posto mio.

My Blythes portraits: MiniG