37,423 km in Africa 11 Aprile 2012 – Pubblicato in: Books

Il mio incontro con Pina, nel 2009 a Firenze, avviene in un momento particolare della mia vita: lavoro nuovo e a sorpresa, un test di gravidanza positivo.

E’ un attimo, è la pelle, è l’istinto. Ci piacciamo da subito. Se è vero che non sortisco lo stesso effetto a tutti, impossibile dire la stessa cosa di Pina, fenomeno della natura che ti travolge e ti contagia con un entusiasmo prorompente.
Mi aveva parlato già anni fa della sua avventura in Africa, ma solo prima di Natale, mi sono ritrovata, col suo libro tra le mani: 37,423 km in Africa. Diario di viaggio, diario di vita.

Questa che sto per raccontarvi è una storia d’Amore nel senso più assoluto che si possa attribuire a questa parola usata e abusata.

L’Amore per la Terra, per se stessi, per un uomo, per l’umanità, per il sorriso. In quest’ordine.

L’Africa è la Terra, il più antico dei continenti, le radici, di tutti noi. Questo concetto non è sfuggito a Pina e nemmeno ad Alberto, che dopo averla visitata sono tornati in Italia un po’ alberi, con le piante dei piedi radicate nell’antico continente, e dei rami colmi di foglie al posto dei neuroni, come antenne proiettate verso il cielo, in armonia col tutto, con l’uno, con l’universo.
E’ questo amore che li porta più volte a viaggiare con la fantasia. Ma con i rami del cervello così protesi verso l’alto, e i germogli ormai pronti a sbocciare, diventa impossibile impedire la fotosintesi clorofilliana del sogno, che inevitabilmente, in un processo così naturale, deve diventare realtà.
Così si concretizza l’organizzazione del giro dell’Africa: loro due e il loro fuoristrada. Così dev’essere.
Una carriera brillante, gli affetti e le certezze da lasciare alle spalle. Per parecchio tempo.

Ci vuole coraggio, ma tirarlo fuori da quel cassetto impolverato dell’anima è già l’ammissione di potercela fare. Questo è amore per se stessi.
Solo amandosi si può poi vivere un’amore sano, spogliato del futile, vestito solo di quella luce pura che di più belle non ce n’è!
Così Alberto, prima di partire, dopo tanti anni di vita in comune, chiede a Pina di sposarlo. Lei accetta.
Ma credo che il viaggio che a breve avrebbero intrapreso, sia stato la più bella e significativa cerimonia di matrimonio: come in un rito ancestrale, hanno dovuto affrontare delle prove affidando la propria vita una nelle mani dell’altra.

Col cuore pieno inizia la loro storia d’amore con la natura più o meno selvaggia, con le anime che incontreranno sul loro cammino, con gli odori, con i colori del cielo in movimento.

Un viaggio alla scoperta del sorriso, che è la vera lingua internazionale, il più potente degli amuleti porta fortuna, porta bene, porta felicità.

Nel mio nuovo vocabolario devo sostituire la parola correre con le parole scorrere e trascorrere.

Pina Bigoni

Solo gli occhi sono importanti, gli occhi che sono sempre il riflesso del cuore, e in un viaggio nel quale non è sempre possibile parlare con le persone, quando la lingua parlata era incomprensibile, quando ogni tentativo di comunicazione verbale è risultato essere vano, sono sempre stati gli occhi di chi avevo davanti a guidarmi, a rivelarmi che tipo di persona avevo di fronte.
Quante volte sono stata superficiale, quante volte mi sono lasciata ingannare dalle parole e dalle apparenze e non ho letto gli occhi.Quante volte gli altri non hanno saputo leggere i miei.

Pina Bigoni

Da questo viaggio è nata una onlus e una mostra fotografica per ricambiare i sorrisi ricevuti durante quest’avventura e non dimenticare mai.
Se avete uno spazio ospitate le incredibili immagini di Alberto, chiedete alle scuole dei vostri figli o alla biblioteca comunale.
Leggete il libro, emozionatevi e regalatelo.

#smileriot

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