Cosa abbiamo imparato al Banco Alimentare e la Colletta Alimentare 28 Novembre 2014 – Pubblicato in: Events – Tags: , ,

Qualche settimana fa siamo state invitate da Kellogg per visitare la sede lombarda del Banco Alimentare. Tutto nasce dalla collaborazione tra Kellogg e il Banco, un accordo virtuoso che permette a Kellogg di donare parte dei prodotti “invendibili” nella grande distribuzione. Questo non significa che il prodotto sia in scadenza o peggio, semplicemente una scatola può essere ammaccata e dunque non presentabile negli scaffali. Oltre a questo Kellogg ha fatto rientrare nel suo programma di responsabilità sociale anche il progetto “Breakfast for Better days”, noi Mamas, Gipsy, Machedavvero, Vendetta Uncinetta e Zelda vi abbiamo partecipato donando un autoscatto (Gianni docet) con una scatola di cereali in mano. Donato un selfie nel vero senso della parola perché grazie a questo piccolo gesto siamo riuscite anche a far entrare qualche soldino nelle tasche di FaTA Onlus. Se non ve lo ricordate ecco un collage degli scatti e se cliccate sull’immagine scoprirete di più sul progetto.

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Torniamo al Banco e alla visita.

La sede del Banco Alimentare è come il magazzino di un supermercato, scaffali di prodotti, celle frigorifere e furgoncini che vanno e vengono, solo che invece di “scaricare” caricano la merce. Il Banco garantisce tonnellate di cibo fresco e secco agli enti caritatevoli che segue ed è un lavoro enorme su due fronti: il primo riguarda la ricerca di alimenti “donabili”, il secondo l’organizzazione giornaliera nel garantire le giuste dosi di alimenti a ciascuna delle no profit.

Il Banco smuove in Lombardia una cosa come 14000 tonnellate di cibo e serve più di 130.000 persone, per questa ragione le eccedenze alimentari, l’invenduto della GdO, l’invenduto dei Mercati Generali sono oro colato, sia per chi li riceve sia per chi li dona, e perchè? Perchè le aziende e le realtà “donatrici” non solo fanno bene a livello karmico, ma anche a livello economico perché gli alimenti fanno smaltiti in un certo modo e questo “modo” costa.

Dopo un po’ ho smesso di tenere lo sguardo fisso sul telefono e twitter e ho cominciato a chiedere e a guardarmi intorno. Ciò che mi ha più colpito è il sapere che si buttano via tonnellate di frutta fresca, buona, cioè la stessa frutta che magari compri a tot euro al kilo, ma non c’è soluzione a questo: si chiamano eccedenze, appunto. Lo stesso vale per un sacco di alimenti da GdO. Fortunatamente realtà come BA intercettano questi valori e li redistribuiscono, una sorta di sharing economy tangibile.

Moltissimo di quello che redistribuiscono viene raccolto dalla Colletta Alimentare, evento che ogni anno si tiene l’ultimo sabato di Novembre, ovvero DOMANI!

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Nel 2014 hanno dovuto farne una straordinaria perché erano a corto di pasta! Le eccedenze non bastavano o non esistevano da produzione e dunque per la prima volta gli enti caritatevoli hanno dovuto comprarla e la pasta, come ben immaginerete, è preziosissima per offrire un pasto completo e sostanzioso.

A proposito di pasti, presente alla visti al banco c’erano le rappresentanti della Fondazione San Francesco di Milano. Queste ragazze ci spiegavano come il momento del pasto sia un collante sociale incredibile e pertanto l’attenzione a ciò che si serve deve essere altissima. Il cibo è integrazione: la sua qualità, la sua preparazione, la sua quantità è fonte di serenità. Se sei un profugo Siriano, dopo aver visto bombe e dolore, non è che ti vada tanto mangiare una sbobba schifosa. Metti pure che nel tuo paese eri un professionista, uno che non aveva bisogno di chiedere nulla a nessuno…mettetevi nei suoi panni.

Mettetevi anche nei panni di una famiglia italiana che fa fatica a tirare avanti. Mettete che non riuscite a comprare la pasta e i pannolini: o l’uno o l’altro.

Non voglio fare pietismi, perchè non ne servono assolutamente. Stringo la mano a Kellogg che si è messa in gioco e ha deciso di offrire ciò che aveva, ovvero colazioni (e sappiamo quanto questo sia fondamentale, soprattutto nei bambini) e allora il 29 di novembre mettiamoci in gioco anche noi, andiamo a fare la spesa e offriamo ciò che possiamo. I volontari del Banco Alimentare sapranno indicarvi quale alimento prediligere e se avete voglia, magari fermatevi quei sette secondi in più per CHIEDERE e CONOSCERE, per altro una realtà così vicina a noi che neppure ce lo immaginiamo.