Non avevo più nulla da raccontarvi. (Quarant’anni tra un mese) 3 Maggio 2018 – Pubblicato in: The Funky Diaries

In questi mesi di silenzi ho parlato tantissimo.
Offline.

Ricordo i tempi in cui andavamo online con uno o due post al giorno.
Cascasse il mondo, si doveva andare online.

Se guardo indietro, non so davvero come abbiamo fatto.
Se guardo indietro, mi viene da farmi una carezza di quelle che porta via tutto.
Quel tutto che significa non fermarsi mai, nemmeno con gli occhi chiusi sotto le coperte con i pensieri che vanno solo dove vogliono andare.

I cambiamenti sono tutti qui, in un blog aperto anni fa.
Prima Rockingchair con le sue cosine fatte a mano, poi Chiara ed io, poi tantissime donne che hanno scritto qui e là, il negozio e…

Il silenzio. Non avevo nulla da raccontarvi.

Come si racconta quel che non si sta capendo? Come si racconta il moto perpetuo di un pendolo?

Ho fatto un passo indietro.
Sto rinascendo.

Mi accorgo ora di che strana vita è stata, non bella, non brutta: strana.
Una moltitudine di parole scritte online che nei periodi di grande attività venivano lette da migliaia e migliaia di persone. Poi le parole sulla pagina facebook e instagram.
Tantissime voci, molti contatti.
Chiusa in casa, davanti a uno schermo. A volte in tuta tutto il giorno.
E i bambini piccoli.
La gratitudine è molta: sono riuscita a costruire attorno alle esigenze dei miei figli cercando di coltivare la mia identità.

Posso essere sincera? Non so se oggi, nel 2018, scriverei ancora pensieri personali come quelli di un tempo. Un po’ perché sul blog non legge quasi più nessuno, un po’ perché mi sento che è cambiato il rapporto. Si tende più a commentare per esprimere il disaccordo, basta invece un like/cuore per dire “che sì”.

I ragazzi sono cresciuti, io sono un donnino che avrà quarant’anni tra un mese, che ha smesso di mangiarsi le unghie, che ha scoperto di amare trucchi, creme, massaggi, smalti e tacchi.

Mi sono fermata e sono uscita a chiedere.
Ho anche perso un paio di mesi di vendite perché dovevo chiedere. Il terzo anno, è sempre il terzo anno. Dalle elementari in su, è sempre stato L’ANNO.

Ho studiato, analizzato, studiato ancora. Ho conosciuto tante persone. Ma davvero tante eh. Non mi succedeva da tempo.
Sono uscita. A pranzo e a cena. Ho fatto riunioni dal vivo. Ciao skype.

Ho camminato tanto. Ho camminato con la gonna e le scarpe da signorina.
Ho sorriso, ho ballato, ho capito quanto sia bello avere coscienza di quella balza che oscilla in fondo al vestito.

Ho chiaro il presente.
Che cosa straordinaria.
Età adulta, ci hai messo un po’ a bussare.
Forse non ti avevo sentito e avrei potuto aprirti prima, non lo escludo. Che bello però.