Low cost, quanto mi cost? #calzamutanda 3 Luglio 2015 – Pubblicato in: Calzamutanda, Fashion – Tags: , , ,

who made my clothes?

Sono reduce da un cambio armadio molto particolare e che non ho ancora finito.
L’anno scorso ero incinta e per mille motivi, di un certo spessore credo anche se non ne ricordo nemmeno uno, ho deciso di non fare i cambi di stagione.

Qualche giorno fa ho coraggiosamente cominciato a metter mano al guardaroba: un disastro.
Una marea di cose che ho impilato e già dato via…

Quello che più mi ha sconvolto è la maglieria: pullover messi una stagione sola totalmente privi di forma e pieni di fastidiosissimi pallini. Non si sono salvati nemmeno molti capi 100% cotone.
Ti sento nonna: “Non ci sono più i tessuti di una volta.”

Ho fatto un calcolo approssimativo di una pila davanti a me, tutti capi comprati in negozi low cost:

4 maglioni a 39.99= 159,96
Vestito in maglia a  49.99…

E allora sono po’ pirla: non è del tutto vero che non posso permettermi un maglione da 200 euro!
No, del fatto che il prezzo o la firma non facciano la qualità non parlerò, perché questo lo sappiamo già tutti.

Maglioni Sartoria Vico.

Maglioni Sartoria Vico.

Poi mi sono fatta un esame di coscienza: quanto metti di quello che hai nell’armadio? Orecchie basse, bassissime. Forse sfrutto un quarto di quel che ho.
Via, via tutto. Se l’hai messo due volte non lo metterai cento.

E quando credi di sentirti già abbastanza scema ci si mette anche il #fashrev: chi li ha fatti i tuoi vestiti?

Who Made my clothes-Sartoria Vico

Fashion Revolution, che quest’anno ha coinvolto 75 paesi, è stata una giornata incredibile e memorabile, propositiva e di coscienza globale.
A un anno della tragedia avvenuta il 24 Aprile a Rana Plaza factory,in Bangladesh, dove persero la vita 1133 persone intente a confenzionare i nostri vestiti in condizioni disastrose, si è celebrata la prima giornata mondiale del #fashrev.
In che cosa consisteva? Ci si vestiva con un capo al contrario e si twittava al brand prescelto: who made my clothes?

Sorpresa! Anzi, doppia sorpresa. La prima è che hanno partecipato in tantissimi, la seconda è che sono molti i marchi che hanno risposto nel mondo.
Tra i brand italiani pronti a rispondere: Sartoria Vico e Lazzari.
Quel giorno ero proprio da Sartoria Vico con Camilla Zelda was a writer, autrice di tutti gli scatti di questo post, infatti, proprio in occasione del #FashRev, avevano aperto le porte del loro studio: collezione in bella vista assieme a tutti i ritratti delle persone che producono la loro maglieria.
E qui, si, nel prezzo c’è l’altissima qualità.

golf bibuco Sartoria Vico - back

Ma così mi sembra di giocare fin troppo facile, Sartoria Vico, come Lazarri, sono due realtà che non hanno nulla nascondere.
Il punto non è boicottare o osannare tal o tal altro brand, il punto è prendere coscienza e usare i mezzi che abbiamo a disposizione per alzare un coro armonico e chiedere che le cose cambino. Vi invito a leggere la sezione Get Involved sul sito FashionRevolution.org.
Utopico, forse, ma io ci ho voluto credere. Poi è successa una cosa che mi ha esaltato all’ennesima potenza: tra i marchi che rispondevano su twitter c’era anche Zara.
“Allora gliene frega…” ho pensato. Anche perché parliamoci chiaro, è stato uno sbattimento non indifferente rispondere a migliaia di tweet per 24 ore non stop…

Vi sto parlando di una giornata celebrata 3 mesi fa, ma non è un caso: lo faccio a ridosso dell’inizio dei saldi estivi principalmente per due motivi.
Il primo è che mi piaceva l’idea di riparlarne quando fosse scemata un po’ l’attenzione, per mantenere viva l’iniziativa…
Il secondo è che è giunta l’ora, per me, di crescere.

Sartoria Vico

Golf Bibuco Sartoria Vico

Non ho bisogno di così tanta roba, non voglio mai più rivedere i miei armadi straripare di inutilità.
Basta spreco: come scrivevo sopra, ho speso almeno 200 euro per stagione di cose che sono durate una stagione sola: low cost? Mica tanto!
Quindi ho deciso che comprerò meno ma comprerò meglio: ci sono i saldi, bene, ne approfitterò per comprare maglieria, un capospalla o un paio di scarpe di qualità, durevoli e prodotti in trasparenza.
Niente borsa, ovvio…

Da Sartoria Vico avevo provato un paio di cose che mi sono rimaste nel cuore…ecco, magari le trovo in saldo.

Attenzione, con questo non dichiaro di non comprare e indossare mai più capi prodotti da aziende poco etiche o di scarsa qualità. Sarebbe ipocrita e falso da parte mia, ci sarà sempre quel giorno in cui quel vestitino lì mi sarà più necessario dell’aria, amerò sempre e follemente alcuni marchi di cui non so molto ma dubito sposino la filosofia del Fash Rev.
Voglio però stare più attenta a come spendo i miei soldi, non ingannarmi con scuse di risparmio inesistente ed essere sempre cosciente del a chi sto dando i soldi.
Se pertinente, cercherò di raccontare ogni qualvolta potrò del FashRev, sognando che il mercato globale faccia un salto verso il giusto, tanto da spingere i miei marchi di ginniche preferite (sneakers è un termine che non mi piacerà mai) a cambiare la loro organizzazione produttiva.
Potrei non sopravvivere senza tute, canotte da basket e cappellini vari, lo so di per certo, non sarei più io.

Questo video fa male al cuore.
La scena con la bimba sdraiata a terra mentre la mamma lavora mi si ripalesa spesso in testa assieme alle altre,
MA MI CONCENTRO SULLA FORZA PROPOSITIVA DI QUESTO DOCUMENTARIO: THE TRUE COST.

Secondo me qualcosa sta cambiando e c’è chi dice sia possibile…
Poi ci sono loro, Lazzari e Sartoria Vico che sono già il cambiamento.

Lazzari wishlist:
Lazzari Wishlist Sartoria Vico wishlist:
Sartoria Vico wishlist