Travel (low cost) With Kids: Copenhagen in tre giorni, il viaggio di Chiara+GL+Gabri+Carol+Greta. 23 Aprile 2014 – Pubblicato in: Next Generation Travellers – Tags: , , , , , , , , , ,

A Copenhagen ci siamo stati, tutti e 5, e devo dire la verità, ci abbiamo  lasciato un pezzettino di cuore.

Siamo partiti e rientrati in perfetto orario grazie a Easyjet, siamo partiti all’alba e rientrati la notte, ma ne è valsa la pena, primo perché la piccola del gruppo, ci ha fatto un grande regalo, facendosi delle gran dormite, e secondo perché abbiamo potuto sfruttare tre giorni pieni, che nonostante i nostri ritmi serrati, non sono statin poi  del tutto sufficienti, per l’enorme quantità di esperienze che si possono vivere, e di luoghi che si possono visitare a Copenhagen.

Perchè la Danimarca è anche un’esperienza da vivere, uno stile di vita così distante dal nostro, tutto funziona come dovrebbe, tutto è pulito e ordinato, e la quantità di biciclette che circolano al posto delle macchine, ne è la prova lampante.

Prima di darvi qualche spunto su cosa fare in città, voglio fare un enorme, gigantesco plauso all’ostello che ci ha ospitato, il Generator.

Un palazzo nel pieno centro città, 8 fermate di metropolitana dall’aeroporto, un attimo arrivarci, e il costo più che accettabile. Colori e divani ovunque, il posto perfetto dove rilassarsi.

La nostra camera familiare era spaziosa e soprattutto pulitissima, un bel letto a castello per i grandi e lettino per la piccola.

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Un’esperienza entusiasmante per i miei bambini, che la sera la trascorrevano guardano un film in inglese, circondati da giovani provenienti da ogni parte del mondo; anche perché diciamocelo i nostri di bambini erano gli unici, ma io quell’ambiente me lo sono proprio goduto, e per un attimo mi sono sentita giovanissima anche io.

Gabriele il grande dei tre, ne ha capito lo spirito, e mi ha detto che è stato il posto più bello in cui abbia mai dormito.

Il tempo non è stato con noi molto clemente, ma saper viaggiare significa anche sapersi adattare, è questo che insegno ai  miei bambini, basta organizzarsi, e con poncho e kway, né la temperatura, né la pioggia ci hanno mai  fermato.

Per avere una visione generale della città, ci siamo fatti accompagnare da una guida d’eccezione, Linda Ciampa,ci ha fatto vedere angoli nascosti ai più, e dato dei consigli eccezionali, se capitate in zona contattatela, ne vale veramente la pena.

Mi scuso con lei, per la quantità di volte in cui il mio primogenito, le ha chiesto dove si trovasse il negozio della Lego, che poi alla fine è stata una delle prime tappe, con acquisto annesso, che costi meno che in Italia però sappiate che è una leggenda, ma la scelta è sicuramente ampia, e poi come si fa a non comprare almeno qualche pezzettino di lego, là dove tutto ebbe inizio.

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Il secondo giorno ci ha accolto con una nebbia fitta fitta, allora prima tappa al Museo Nazionale Danese, credetemi, la sezione dedicata ai bambini, è unica, davvero imperdibile.

Per darci un tono, abbiamo fatto un giro,anche in quello dei grandi, per lo meno per l’era Vichinga e  per vedere un paio di mummie,  mi aspettavo pero’ che da un momento all’ altro qualcuno, visto l’entusiasmo e le urla della piccola, ci chiedesse “ma se gli abbiamo fatto un museo a parte, perché li portate qui a rompere?

In realtà la Danimarca, è davvero family friendly, e non ti trovi  mai a disagio coi bimbi da nessuna parte.

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Dopo il museo, il giro in barca: la visione della città dal mare è un’esperienza indimenticabile, i canali, le famose case colorate, la residenza della Regina, la famosa Sirenetta di Handersen,  ti lasciano davvero a bocca aperta.

Tornati in centro, ci dedichiamo a un giretto nel famoso Stroget, lo “struscio”, di Copenhagen, ragazze, e qui mi rivolgo a voi, ci sono dei negozi meravigliosi, i danesi sono piuttosto modaioli, ma ci sono tante di quelle boutique ad una vetrina, con pezzi unici, da lasciare a bocca aperta; io purtroppo devolvo quasi tutti i risparmi nei viaggi, per cui mi sono concessa  un bel golfino a metà prezzo , in un negozio  più a buon mercato,  ma comunque danish style , “Other stories”, fatevelo un giretto, ne vale la pena.

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Nel terzo e ultimo giorno, abbiamo cercato di concentrare tutto quello che non siamo riusciti a vedere i primi due, facciamo sempre così, e quando ci sediamo a fine giornata sull’aereo verso casa, siamo più o meno incapaci di intendere e di volere.

Prima di tutto, non vi potete assolutamente perdere, “L’Experimentarium City”, una città della Scienza, simile alla Città dei Bambini di Genova per intenderci , ma più grande.

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I miei figli non se ne sarebbero andati mai più credo, e come biasimarli, c’èra da perderci la testa, ma con l’aspettativa di andare a visitare i gioielli della Corona, li abbiamo trascinati via.

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Tasto dolente, il castello di Rosenberg, in cui sono custoditi i gioielli, al lunedì è chiuso, prendete nota, io dal canto mio  non mi sono ancora ripresa credetemi, castelli e corone nutrono sempre un certo fascino in me.

Sulla strada che collega l’Experimentarium al resto della città, ci siamo imbattuti nel famoso quartiere di Christiania, dove ovviamente con tre bambini piccoli, non potevamo fare a meno di entrare. All’ingresso perdiamo un cappello, ce lo raccoglie un ragazzo italiano, che aggiunge “Siete i benvenuti”. Dritti sparati nel Green Light District, i bambini erano molto incuriositi e divertiti da tutti quei murales colorati, che purtroppo non è possibile fotografare, alcuni erano veramente belli.

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Dopo il castello, chiuso, scusate se mi ripeto, ma lo devo ancora accettare, ci dirigiamo sempre a piedi, il modo migliore per scoprire una città, verso la famosa Sirenetta; a quanto pare mio marito ci teneva più di tutti, anche se   non ho ancora  ben capito il perché; classica foto di rito, per tutti tranne per mia figlia di quasi 5 anni, che pensavamo sarebbe stata la più interessata, ma le differenze con Ariel della  Disney sono sostanziali, quindi l’ha snobbata alla grande. A dire la verità quello che più l’ha colpita , sono state le Guardie Reali, tanti bei ragazzotti alti e biondi, come darle torte, ma avendo lei 4 anni e mezzo dite che mi dovrei fare delle domande e preoccuparmi?

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Torniamo a piedi verso il centro, ancora un’ultimo giro alla ricerca delle mie tanto amate calamite, sono una maniaca lo confesso, recuperiamo i bagagli, ben custoditi al Generator, e via verso l’aeroporto.

Dopo tre giorni immersi nel famoso Welfare danese, ci ritroviamo a dover litigare, con un’ italiana, che non accetta che a noi con tre bambini, spetti la priorità di imbarco, ma non importa la ignoriamo, e carichi di tutti i nostri bei ricordi voliamo verso casa.

Capitolo pasti, come ci era stato preannunciato, Copenhagen come tutto il Nord Europa, è una città piuttosto cara, calcoliamo un 30% in più rispetto all’Italia, quindi per contenere i costi, è necessario fare davvero un po’ attenzione.

Devo essere sincera, noi di giorno ci siamo dedicati prevalentemente allo Street Food selvaggio, ma abbiamo trovato dei chioschi sparsi in città, dove cucinano ottimi hot dog biologici, non solo di maiale, ad ottimi prezzi, non proprio

Abbiamo però voluto provare le famose aringhe, in un ristorantino molto carino il “Nyhavns Faegerkro”, proprio lungo l’omonimo canale, quello con le  casette colorate per intenderci, io, ad essere sincera, nonostante ami il pesce, ho fatto un po’  fatica, mentre il maritino e le figliolette se ne sono fatte una bella scorpacciata, al primo assaggio, la quattrenne mi ha chiesto “mamma perché mi hai preso un hamburger io volevo le aringhe”, va beh, perché noi mamme riusciamo a sbagliare anche sulle aringhe!

Per concludere, vorrei dire a tutti gli amici che in questi giorni mi hanno salutato chiedendomi come fosse Copenhagen e subito dopo come io  faccia a viaggiare con tre bambini, che non è difficile, forse ci vuole un po’ di coraggio è vero, ma basta stimolare un po’ la loro curiosità,  e il gioco è fatto.

E comunque io ringrazio i miei piccoli viaggiatori, che con le loro facce stupite , le loro domande e i loro sorrisi, hanno reso ancora una volta unico e indimenticabile, il nostro viaggio.

Ringrazio infinitamente di cuore  anche Erica di #Visitdenmark, per tutti i consigli e la sua preziosissima collaborazione, un ente, quello danese, che funziona come si deve.

Vi ho fatto venire un po’ voglia di partire? Spero proprio di sì, buon viaggio amici  e salutatemi Kobenhavn!