Un sogno come tanti, ma questo è il mio. 9 Giugno 2015 – Pubblicato in: 10 Must Reads, Funky Projects, LaBag and co.

i sogni non vanno nel cassetto

Ci ho pensato tanto prima di scrivere questo post, poi ho capito che essendo nato tutto tra queste pagine, la cosa giusta da fare era condividere passo a passo tutto il processo. Prima ancora di avere una strategia, un prodotto finito, un nome, farò come sempre: seguirò la pancia, l’istinto!

Era il 2010 quando decisi di cucire la mia prima borsa per il passeggino di Leone. Imperfetta, cucita male, l’ho stra usata e dopo aver pubblicato alcune foto qui, anche se questo blog non sembra più lo stesso per quanto è cambiato e cresciuto, le misi in vendita su Etsy.
La richiesta c’era e sinceramente non ricordo nemmeno quando e perché smisi di farle.

La-prima-borsa

Credo che arrivato il momento di fare il passo, mi tirai indietro. Non ero abbastanza sicura di me, del progetto, probabilmente non avevo ancora le idee chiare. Ora però, sono pronta.

Avrei potuto pianificare un lancio col botto, sempre che mi fosse venuto in mente il come, ma se ho preso il coraggio a due mani è grazie ai vostri commenti sotto questo post –> Non ce la sto facendo. Pace

E allora eccomi: dopo averla pensata mille volte, dopo averla sognata, mi sono finalmente decisa a chiamare un laboratorio di pelletteria milanese.
Mi sono presentata lì col mio prototipo sbilenco, cucito da me, con un sacco di domande e tanta, tantissima emozione.

Dopo i primi dieci minuti di sconforto causati dalla mia poca preparazione -chiusura? tipo di pelle? canvas? rivetti?- arriva una certezza: si può fare!

tutti-i-colori-di-un-sogno

Cos’è?
Una borsa per la vita. Capiente, comoda, da portare a spalla o a tracolla, perfetta in aereo, sui mezzi pubblici, per andare a fare shopping. E se ci scappa un figlio? Si appende al passeggino. Poi, dismesso il veicolo a quattro ruote dei nostri figli, ricomincia ad essere una borsa da donna. E se ci scappa un altro figlio? Si ricomincia il giro: lei sarà sempre lì.

Cosa manca?
La sto testando.
Mancano le finiture, i particolari, che sto annotando giorno per giorno su un quadernino.
Vado in giro con la mia borsa, con e senza passeggino, la sto vivendo, mi do tempo fino a domenica: settimana prossima andrò a consegnare la lista delle modifiche e finizioni.

Manca un nome, l’ho sempre chiamata Sbag: stroller bag, shopping bag. Non si può, esiste un sacchetto per aspirapolvere che si chiama così.
Funky bag? Esiste.

Nulla di fatto: un nome ancora non ce l’ha.
Ma sto per realizzare un sogno, mi sembra già abbastanza, il resto verrà.
Tremo un po’. Togli un po’.
Per ora so che ne produrrò alcune in pelle e altre in canvas.

La-mia-borsa-sogno

Lo so, le foto non sono belle ma non avendo pianificato il post, questo è tutto ciò che ho!

Era forse presto per condividere il mio sogno? Ancora non è finita e già potrebbero copiamerla?
Chi se ne frega.

Mi siete sempre state vicine, mi avete supportato e ragalato un mestiere, se vi va, questo viaggio lo facciamo assieme, che vada bene, o che vada male.
GRAZIE
(intanto tocco il cielo con un dito)

tocco il cielo con un dito

foto di Camilla Zelda was a writer