Tips di San Valentino. 5 mosse per fartela dare 13 Febbraio 2014 – Pubblicato in: The S factor – Tags: , , ,

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lo so che lo sapete. E so anche che farete finta di niente, ma un pensierino ce lo state facendo.
Domani è San Valentino.

Ora, salterò subito i preliminari evitando di pontificare sull’inutilità, anche iconografica, di questa festa. Arriviamo dritti al punto. Domani il vostro uomo tenterà un approccio. In fondo è una festa comandata, ed è cosa risaputa che alle feste comandate, di ogni tipo, gli uomini non resistono. Devono consumare. Non avrei neanche nulla in contrario, se non fosse che però se la devono guadagnare.

Per questo mi sono sentita in dovere di stilare una lista. Cinque cose da fare e da NON fare per farsela dare. (La rima non è cercata ma ci sta)

1) Non tornare a casa con dei fiori. Soprattutto se non torni MAI a casa con dei fiori. In questo caso il messaggio arriverebbe forte e chiaro, anche perché i sillogismi maschili sono piuttosto semplici e non c’è mai il rischio di sbagliare: donna amare fiori:uomo amare scopare=uomo regalare fiori donna:donna scopare uomo.
*ehi, psss, vieni qui, te lo dico in un orecchio così non ti spaventi, i fiori sono per i cimiteri. io preferisco i libri.

Sillogismi

Sillogismi

2) Arriva a casa prima dal lavoro e preparami una sorpresa, non ho bisogno di uscire per forza, quindi puoi cucinare tu qualcosa. Non importa se il problema co’ sto piatto è che mi ha bloccato la gola come pallina di catrame e devo andare all’ospidale adesso, se no muoro, o se hai deciso di abbinare la frittata all’insalata di more che se mio cane vede questo ti piscia su gamba. L’importante è che l’abbia fatto tu. E che ci sia un take away di qualsiasi nazione/sesso/credo religioso nelle vicinanze.

3) Non agghindarti a festa per l’occasione. Insomma, se normalmente ti vesti come ti vestivi alle scuole medie, compreso lo zainetto originale Invicta, quello a righe viola, per intenderci, e le burlington che tua madre non ha mai buttato via, mi farebbe strano vederti agghindato come Costantino della Gherardesca. E anziché scopare mi verrebbe voglia di accendere immediatamente la TV.

4) Fammi un regalo. Ma non qualcosa a tema, ché ho raggiunto quell’età per cui braccialetti e pendagli cuoriciosi fanno lo stesso effetto che farebbe a Madonna rivedersi in Who’s that girl. Un vintage non di marca, ma polveroso e terribilmente demodè, qualcosa che vorresti richiudere nel cassetto insieme alle foto del tuo primo amore e all’apparecchio per i denti.
Regalami qualcosa di completamente folle e inutile, tipo una cappelliera anni ’40, su cui io possa impilare dei libri, una gabbietta per uccelli in ferro battuto, dentro cui possa conservare le nostre foto, in mezzo alle quali, confusa tra le altre, ci sarà anche quella del mio primo amore che non ho avuto il coraggio di chiudere nel cassetto insieme all’apparecchio per i denti, ma che tanto non noterai mai.

5) Scrivimi una lettera. O un biglietto. A mano. Fai una lista delle cose che ami di me. E anche di quelle che non ti piacciono. Magari di quelle che ti piacciono meno. Okay, atteniamoci al primo punto. Vale anche la lista della spesa. Riscopri il piacere di scrivere solo per il gusto di farlo, solo per sentire scorrere la penna sul foglio. Non trovi che sia una sensazione ad alto tasso erotico? No? Pensi che sia malata? D’accordo mi accontento anche di un massaggio.

Solo se avrai superato indenne almeno due di queste prove, e soprattutto se ti sarai tolto prima le burlington, potremo rotolarci sul materasso con la stessa passione di due ragazzini al primo… facciamo al decimo appuntamento. Con quella voglia di riscoprirci come se non ci conoscessimo da millenni, di toccarci ovunque, sapendo però di andare sul sicuro, perché la cosa figa di quando ti conosci così bene è che sai esattamente dove mettere le mani. E a volte anche i piedi.

Smettiamola di girarci intorno e andiamo al sodo. A San Valentino regalami un orgasmo. Non un orgasmo qualunque, ma uno di quelli lenti e ben fatti. Non uno per cui debba sudare sette camice e in cui debba mettere lo stesso impegno e lo stesso spirito motivazionale di un allenatore di rugby durante il Torneo delle sei Nazioni. Desidero che arrivi semplice e impetuoso, che mi colga di sorpresa e mi lasci indolenzita e languida a stiracchiarmi come un gatto al sole. Che mi faccia venire voglia di ricominciare subito invece di girarmi dall’altra parte a contare con le dita le ore di sonno che mi servirebbero per non avere quelle antiestetiche borse sotto gli occhi il giorno dopo. A questo proposito ho appena letto non so dove che, quando il corpo è più idratato, si raggiunge più facilmente l’orgasmo. Facciamo così, per facilitarti le cose io mi porto avanti e mi preparo un gin tonic.

Desidero godere del tuo corpo e del tuo tempo. Voglio che rimaniamo così, appagati e sudati, fino al primo risveglio di nostro figlio, cui ne seguiranno altri otto nelle successive due ore. Perché, me ne sono accorta solo adesso, tra tutti i consigli che ti ho dato, manca quello più importante: CHIAMARE LA BABYSITTER!

Babysitter

Babysitter

*Le vignette rappresentano il punto di vista tutto maschile di LOUchino, cinico e talentuoso fumettista, sull’argomento. Entro poche ore ve le potrete scaricare, stampare e farne quello che volete. Io le disseminerei per casa come moniti, lasciandole nei posti più frequentati da lui. A cominciare dal divano.

 

eccoli!

L'amore secondo Lui

L’amore secondo Lui [Moai]