TheSfactor: il pregiudizio del sesso 14 Novembre 2013 – Pubblicato in: The S factor – Tags: , , , , , ,

Io non so come sia nato questo pregiudizio che il sesso è una figata per forza, soprattutto all’interno di un rapporto stabile. Che si deve fare sesso a tutte le ore, in tutte le posizioni e che se la temperatura della coppia non supera quella di una lontra infreddolita, tanto vale contattare subito un buon avvocato. Davvero è necessario fare sesso a tutti i costi? Può essere, ma bisogna prima accordarsi su un tariffario degno di questo nome.

Perché diciamocelo, il sesso fatto sempre con la stessa persona ha la medesima attrattiva della sedicesima riedizione di Zanna Bianca, a causa di molti fattori. Ve ne elenco tre, a mio avviso i principali:

credits www.ammcommunication.it

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Il primo: gli uomini sono dotati di scarsissima fantasia. Non sono capaci di farti regali che ti stupiscano, non sono in grado di organizzarti una festa a sorpresa senza chiederti consigli finto-occasionali con la stessa perizia dell’ispettore Clouseau. E a letto non si va oltre la solita combinazione metti la cera, togli la cera, affondo eseguito con la precisione millimetrica di un cartografo, sempre nella stessa sequenza, come se ti costringessero a vedere in loop le stesse tre scene di un film che non è Dirty Dancing, sia chiaro, ma, se sei fortunata, una pellicola con Alvaro Vitali. Gli uomini che ti sanno eccitare davvero, a parole e non solo con i fatti, sono in media pochissimi. E normalmente danno tutto nei primi tredici mesi di relazione. Negli anni successivi ti accontenti di assaporare la gloria che fu, se mai ce n’è stata una, e, nei momenti clou, di pensare intensamente a quello che potrebbe farti il tuo vicino di casa fisioterapista, a cui il mestiere e una giusta scorta di oli lubrificanti faciliterebbero non poco le cose.

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Il secondo: la totale incapacità di azzeccare i tempi. Quante probabilità di successo pensi di avere se mi svegli alle cinque del mattino, nel pieno sonno, piazzandomi una mano lì dove non batte mai il sole di giorno, figuriamoci quando fa buio? E quale percentile di seduzione ti attribuisci se, non appena apro gli occhi, mi fai toccare con mano il tuo vantaggio sulla strada per l’orgasmo, mettendomi nelle condizioni di dovermi impegnare per recuperare il gap? La risposta te la dai già da solo: nemmeno pensare intensamente al mio vicino fisioterapista mi impedirà di girarmi dall’altra parte e mandarti affanculo.

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Il terzo: io ti amo, ho fatto dei figli con te, nella migliore delle ipotesi. Ma non posso vivere con l’incubo che la sera, non appena mi siedo sul divano stremata da una sessione ininterrotta di favole della buonanotte, ancora un ultimo bacio, un bicchiere d’acqua per favore, devo fare cacca/pipì/il compito di matematica, tu cerchi di tastare il terreno pensando che la finta mossa del braccio-intorno-alle-spalle-che-andava-molto-al-cinema-quando-frequentavo-le-medie, al solo scopo di toccarmi le tette, abbia la benché minima capacità di eccitarmi.

Eh no signore mie, qui c’è del lavoro da fare!

Questa non sarà una rubrica di consigli, stile mettetevi un paio di autoreggenti, un push-up coi tiranti e lui si trasformerà in Don Juan De Marco. Questo è più un manuale di sopravvivenza. Condito con sano, vitaminico cinismo e sarcasmo q.b.