The Wine Lovers Club: l’importanza di chiamarsi sommelier 7 Luglio 2014 – Pubblicato in: The Wine Lovers Club – Tags: , , , , , , , ,

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Arriva un momento, nella vita di ognuno di noi, in cui una necessità prende più piede e forma rispetto ad altre.

Nella nostra mente, nel nostro cuore e nella nostra anima.

Maliziosamente e ridendo sotto i baffi {sì, lunedì vado dall’estetista … promesso!}, facevo la scaletta mentale delle mie priorità.

Bere {vino}, mangiare {bene}, amare {molto}, sognare {sempre}

Nel caso specifico era già da un po’ che rimuginavo su questa decisione, sul “next step” da fare.

Un po’ come in una relazione di coppia ci sono dei passaggi, non voglio dire forzati ma definiamoli più piacevolmente, naturali come incontrarsi, frequentarsi, conoscersi, innamorarsi, sposarsi, avere un figlio, {niente necessariamente ed esattamente in questo ordine, almeno per me! LOL!!!}, crescere con lui, continuare a crescere e crescere ancora.

Così anche nel rapporto col vino ad un certo punto viene spontaneo chiedersi: “ma cosa voglio veramente, dove voglio arrivare?“.

Dopo tredici anni nel settore della ristorazione e dell’intrattenimento, di cui sei come responsabile dell’assaggio, della selezione e dell’acquisto dei vini per il ristorante di famiglia e dopo due anni “di studio matto e disperatissimo” in stile leopardiano alla ricerca dei corretti abbinamenti vino-cibo per soddisfare le esigenze, la curiosità e la voglia di sperimentare del Wine Lovers Club non poteva essere diversa la mia scelta di suggellare questo legame con il vino con il più importante degli impegni nei suoi confronti: la promessa di diventare Sommelier.

A settembre inizierò con devozione e serietà il Corso di Primo Livello presso la FISAR – Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori – delegazione di Monza e Brianza.

L’intero percorso è composto da tre livelli, al termine dei quali dopo gli esami finali – uno scritto ed uno orale – ci si può fregiare con il logo della Associazione di appartenenza {oltre a FISAR, ci sono AIS, ASPI, FIS e ARS} e si può sfoggiare con orgoglio il tastevin, oramai quasi caduto in disuso come strumento tecnico, ma che non deve mancare mai al collo di ogni Sommelier, in quanto, nel corso degli anni, ha assunto il valore di autentico emblema della categoria.

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Simboli, insieme al cavatappi, al frangino {piccolo tovagliolo di cotone bianco}, al termometro e allo smoking con camicia bianca, scarpe e papillon nero, di colei o colui in grado di sapere “raccontare” (cioè “comunicare”) un vino ovvero, in misura variabile al contesto in cui si trova, descriverlo anche in termini “lirici” (linguaggio poetico) oltre che strettamente specialistici (linguaggio tecnico).

Il Sommelier è un professionista la cui figura ha radici antiche; che ha saputo evolversi fino a divenire un personaggio chiave e di riferimento. Depositario di una conoscenza ampia e approfondita sul mondo del vino, su temi quali la viticoltura, la vinificazione, la conservazione del vino, la legislazione e la geografia vitivinicola.

In epoca contemporanea ha assunto il ruolo, non più solo dedicato al servizio e al suggerimento dei migliori abbinamenti tra cibo e vino ma, di esperto di enogastronomia e della ristorazione di qualità.

Sono consapevole di avere ancora così tanto da imparare.

Bisogna riconoscere che il settore in cui mi sono trovata a lavorare, quello che è l’universo chiamato “ristorante”, è veramente complesso ed articolato, in cui è necessario sviluppare le più poliedriche competenze per essere veramente all’altezza della situazione, della gestione dell’attività e del rapporto col Cliente, che non dimentichiamolo mai è la persona per cui andiamo al lavoro tutti i giorni!

Nasce così spontanea la necessità di erudirsi ogni giorno di più, di voler ampliare i nostri interessi ed orizzonti perché volente o nolente in ogni momento si rende necessario sapere qualcosa che scopri andare dall’enologia, all’agraria, alla geologia, alla merceologia degli alimenti, per poi passare alle tecniche di servizio, che comprendono tutte quelle che sono le competenze di sala, senza trascurare mai neanche per un momento le competenze comportamentali come eleganza, cortesia, conoscenza del galateo, cenni di psicologia in funzione della relazione con il Cliente, capacità di vendita e capacità di comunicazione.

Esatto … Un lavoraccio il mio, che se fatto con amore dà delle soddisfazioni incredibili.

Solo con amore e passione può essere fatto perché richiede davvero tanti sacrifici e sforzi.

Proprio per questa ragione, in questo momento, dò così tanto peso a L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI SOMMELIER.

Facendo il verso allo stimatissimo Oscar Wilde e alla sua brillante opera “L’importanza di chiamarsi Ernesto” {nome originale in lingua inglese: “The importance to being Earnest” }, a volte conosciuto come L’importanza di essere Franco, L’importanza di essere Fedele o L’importanza di essere Onesto per via della assonanza fonetica in lingua originale tra “Earnest” and “honest”.

Nonostante le parole “Sommelier” e “onesto” non producano lo stesso suono alle nostre orecchie, nel profondo tutti noi sappiamo che ci si deve affidare al Sommelier, sia che ci si rivolga a lei/lui come Cliente sia come Titolare/Manager del ristorante; diventa quindi indubbiamente fondamentale pensare che la persona, il Sommelier, che si ha di fronte sia onesta …

Perché lo sapete bene quel che si dice, sempre e comunque, del vino … “In vino veritas” …

Il vino è onesto e sincero, ti dice sempre quello che pensa, quello prova, ti fa capire cosa vuole per poter dare il meglio di sé, è attento, premuroso, ti conosce da sempre, ma prima di darti del “tu” aspetta che sia tua la prima mossa, ti aspetta, ti sa capire, ti ascolta, ti consola, ti scalda, ti fa dimenticare, ti distrae, ti rilassa, ti fa arrossire, ti infiamma le gote, ti fa ridere a crepapelle o appena sorridere, ti fa venire i brividi, ti sussurra parole dolci, ti fa piangere ma poi ti asciuga le lacrime, si congratula con te, è sempre pronto per brindare ad un successo, ti suggerisce parole da dire anche quando la timidezza sembra avere la meglio, ti solletica la fantasia, ti fa fare sonni sereni …

Di chi stavamo parlando?

Sì, è vero, del vino.

Ma avrebbe potuto essere la descrizione del Vostro Sommelier di fiducia, perché personalmente  è così che vorrò “essere da “grande”

Uno dei motivi principali per cui mi sono avvicinata al meraviglioso mondo del vino e della ristorazione è proprio quello di partecipare attivamente, ma dietro le quinte, al realizzarsi dei “ricordi di una vita” dei miei Clienti, che a volte, spesso, diventano Amici, e gli amici si fidano, specialmente quando trovano qualcuno di onesto con cui condividere i piacere e le gioie della vita e, ovviamente nel mio caso della tavola!

Un grazie particolare alla “mia Sommelier di fiducia” e amica di una vita, Elena {Casiraghi}.

Un grazie a Lei e a tutte le altre donne Sommelier!