The Wine Lovers Club. Capitolo secondo: Travelling without moving e il Syrah di Fabrizio Dioniso 23 Aprile 2014 – Pubblicato in: The Wine Lovers Club – Tags: , , , , , , , , , ,

Stavo ascoltando della musica in macchina, quando ad un certo punto, bloccata nel traffico, ho sbirciato il nome dell’album.

Di Jamiroquai, “Travelling without moving” ossia viaggiare senza muoversi.

In tre parole uno dei concetti più profondi e complessi di sempre.

I principi di spazio e tempo.

Quale migliore occasione, se non un momento di così profonda meditazione, per aprire una bottiglia di vino? 

Chissà che cosa erano soliti sorseggiare quei bravi ragazzi di  Albert {Einstein},  Isaac {Newton} e Gottfried Wilhelm {von Leibniz}, tanto per citarne alcuni, durante le loro accanite elucubrazioni!

Secondo me, hanno aperto delle bottiglie di notevole spessore, per avere fatto certi voli pindarici con le loro brillanti testoline.

Senza arrovellarmi in formule matematiche, equazioni e altri arcani a me ignoti, posso sostenere di essere una persona molto fortunata perché ho trovato il modo di muovermi nello spazio e nel tempo semplicemente stando qui ...

Viaggiare senza muoversi ...

winelovers1

Esattamente quello che vivo ogni volta che apro una bottiglia di vino e verso il suo contenuto nel mio calice.

Questa sera ho scelto un Cuculaia – Syrah di Cortona DOC del 2009, nato dall’amore e dalla passione di Fabrizio Dionisio {un cognome! un destino!} e di sua moglie Alessandra, persone che stimo e apprezzo tantissimo.

Il Cuculaia è un vino potente, ma allo stesso tempo armonioso ed equilibrato, dall’ottima consistenza.

Esprime note olfattive intense e di decisa eleganza che ricordano pepe nero, carne, frutti di bosco maturi, frutta secca, amarene e more di rovo, rose rosse, seguite da percezioni di spezie dolci come cioccolato fondente, cannella e liquirizia, con un finale elegante e minerale di grafite.

In bocca coniuga tutte queste sensazioni in un corpo di perfetto equilibrio, confermando la straordinaria, esuberante ricchezza che dimostra all’olfatto, con tannini setosi perfettamente integrati nel vino e piacevole acidità, gusto pieno e speziato di frutti rossi e neri maturi e confettura, con sfumature minerali e sentori balsamici.

Finale lunghissimo ed indimenticabile.”

Immersi nell’illustrazione di questo vino, che avrebbe stupito persino Bacco, dove siete finiti con la testa? E con il cuore? Dove vi hanno portato i colori e i profumi? In che ricordo della memoria vi siete rifugiati per un attimo? A quale estate in campagna stavate pensando? Di chi era il bacio rubato, al sapore di liquirizia, che vi sta facendo ancora arrossire e sorridere? Ci sarà ancora quel grande albero dove vi andavate a nascondere a leggere per ore? Che effetto fa pensare di avere le mani tinte di more per poi tornare alla realtà nel tempo di un respiro e scoprirle completamente pulite?

Non è meraviglioso?

Avete viaggiato senza mai muovervi e la cosa veramente sensazionale è che è successo senza che nemmeno ve ne rendeste conto!

photo 2

Il nostro cervello è uno strumento meraviglioso che, se correttamente stimolato, riesce a rielaborare informazioni, creando degli scenari concreti, suggestivi e perfetti, che, a volte, con grande difficoltà ci è impossibile scindere il sogno dalla realtà; avete presente la sensazione?

Se solo leggendo la descrizione del vino vi siete sentiti sopraffatti da un susseguirsi di immagini campestri degne dei migliori pittori, colori e profumi nella loro massima espressione di romanticismo e bellezza, provate ad immaginare che cosa potrebbe succedere durante una degustazione…

Quando, con Linda e Elena, abbiamo deciso di fondare il Wine Lovers Club, uno dei fondamenti che ci siamo proposte di rispettare fin da subito è stata l’internazionalità del nostro gruppo.

In effetti, il WLC, che si incontra una volta al mese, coinvolge persone provenienti da tutto il mondo che hanno in comune la passione per il vino.

L’inglese è la lingua convenzionalmente parlata all’interno del WLC, ma quella realmente intesa da tutti è quella del vino, che a quanto pare sembra essere la massima espressione dell’Esperanto, la lingua internazionale.

Il vino è a tutti gli effetti cittadino del mondo.

Americano, Italiano, Francese, Australiano, Neozelandese, Ungherese, Cinese, e sicuramente  ha più passaporti di quanti ne avesse nascosti nel taschino il fantastico Bond, James Bond.

In sua compagnia abbiamo trascorso veramente tante piacevoli serate e condiviso piccole e grandi trasferte irreali verso mete vicine e lontane e la differenza l’ha fatta sempre lui, in qualità di “compagno di viaggio“, perché come in tutte le esperienze della vita, quello che determinerà il buon esito della nostra avventura sarà “con chi” sceglieremo di condividere tutto.

Un ruolo non facile e tutt’altro che scontato!

Immaginate di voler fare un viaggio introspettivo in India per ritrovare voi stessi e il vostro equilibrio. 

Chi invitereste? 

Vostra suocera? 

Ci siamo capiti … o avete bisogno di altri esempi ancor più calzanti? {Se ne esistono!!!}

Con la stessa spontaneità e naturalezza con cui inviteremmo qualcuno, che ci fa piacere, a trascorrere del tempo con noi, allo stesso modo potremo scegliere il vino.

Se avremo voglia di indossare il nostro kimono immaginario per esplorare le infinite vie del cibo asiatico sarà bene invitare un Riesling italiano, dagli aromi penetranti, succhi ricchi, leggeri e fini, con una dolcezza equilibrata e una percettibile acidità; diversamente un Gewurztraminer aggiungerà le proprie spezie al pasto, mal celando un certo piacere nell’incontrare alcuni ingredienti piccanti, tipici della cucina orientale; in assenza di altro, un vino frizzante con caratteristiche sempre fresche e fruttate sarà comunque un piacevole intrattenitore per la cena.

Dipenderà da noi e dal nostro mood decidere chi invitare … e dove andare!!!

Un piatto di pizzocheri valtellinesi, personalmente lo mangerei anche il 15 di Agosto, comodamente seduta nel giardino della casa al mare, ma ciò non vuol dire che perché è estate ci possa bere un vino bianco, bello fresco. Non so come spiegarvelo diversamente. È come partire  per un vacanza in auto per l’Europa e scoprire che il nostro co-pilota soffre di una strana forma di “so tutto io e non riesco a tenere la bocca chiusa nemmeno per un minutino”! 

Uno, appena appena sano di mente, si fermerebbe al primo Autogrill e con una scusa banale abbandonerebbe il sicuro motivo di un esaurimento nervoso nel parcheggio!

Con lo stesso criterio di sopravvivenza e “volendosi bene” bisognerà invitare una buona bottiglia di Valtellina Superiore DOCG.

A voi poi preferire un Sassella, un Grumello, un Inferno o un altro di famiglia.

Ma una volta concordato che la famiglia è quella giusta, il matrimonio viene da sé, no???

Dal canto mio un solo consiglio: mai smettere di sognare, mai smettere di viaggiare, mai smettere di bere in compagnia di un buon vino.

Se non sapete come scegliere il vino giusto da invitare a cena o ad una occasione speciale cercate di fare come fareste per decidere un libro da portarvi in aereo per 8 ore di volo sapendo già che non riuscirete a chiudere occhio.

Guardate la copertina, leggete l’incipit, curiosate chi è l’autore, se è il suo primo libro, toccate le pagine per capire la qualità della carta, dove è ambientato, quando, chi è il personaggio principale, leggete i commenti dei critici, date una sbirciate a metà e quasi alla fine, cercate di capire se è il primo libro di una serie o un volume unico …

Leggere, un altro modo per viaggiare senza muoversi.

Il vino buono è come un buon romanzo, una grande compagnia, di cui non ci si stanca fino all’ultima goccia e parola, che ci fa scoprire un po’ di noi stessi in certe gesta e in certe fragranze, che ci rapisce dalla realtà per delle fughe inaspettate e intense e quando finisce ci fa rammaricare un poco, sapendo però che certe sensazioni, quelle più forti, saranno per sempre.

Personalmente, quando trovo un vino, degno e meritevole compagno di viaggio, a lui mi apro con una spontaneità e una sincerità che a volte mi spiazzano.

È come l’ incontro con uno sconosciuto sul treno …  si ha quella urgenza di raccontargli tutto quello che non va in quel momento nella nostra vita perché tanto poi sappiamo per certo che scenderà alla prossima stazione, dandoci l’impressione di portarsi via anche un po’ di quel peso che ci tediava l’anima, regalandoci leggerezza e vita nuova …

Viaggiare attraverso un calice di vino, senza muoversi.

Un concetto di una profondità a dir poco meravigliosa.

L’annullamento dello spazio e del tempo.

La vita eterna.

Forse per questo il vino è da sempre considerato il nettare degli dei?

Meditate gente, meditate … e bevete.