The Funky Art Exibitions: Duchamp e Pollock 24 Ottobre 2013 – Pubblicato in: The Funky Art Exhibitions – Tags: , , , , , , , , ,

Due geni indiscussi dell’arte contemporanea: Marchel Duchamp e Jackson Pollock sono arrivati in Italia e a tanti anni di distanza, fanno ancora discutere di loro. E come potrebbe essere altrimenti con un signore che trasforma un orinatoio in opera d’arte e con un altro che elimina lo spazio delimitato del quadro e trasforma la tela in arena sulla quale agire?

Un artista discusso, opere “scandalose”, un museo dʼeccellenza internazionale. Questi sono gli elementi principali con cui Roma celebra Marcel Duchamp, 50 anni dopo il suo viaggio in Italia e 100 anni dopo la creazione del primo ready-made: Ruota di bicicletta (1913).

Ruota di bicicletta

La Galleria nazionale dʼarte moderna di Roma propone un’esposizione incentrata sulle opere storiche di Duchamp, che fanno parte del lascito dello storico dell’arte e collezionista Arturo Schwarz: Duchamp Re-made in Italy.

È anche lʼoccasione per raccontare la storia della presenza espositiva dellʼartista in Italia nel 1964 e 1965, e delle influenze esercitate sul lavoro di alcuni artisti italiani entrati in contatto diretto con lui. Il percorso si focalizza quindi su due importanti appuntamenti di quegli anni: la mostra a Milano presso la Galleria Schwarz, dal 5 giugno al 30 settembre del 1964, e lʼesposizione realizzata a Roma presso lo spazio Gavina di via Condotti, nel giugno 1965, con lʼallestimento di Carlo Scarpa.

Già nel settembre del 1962, Marcel Duchamp aveva accettato lʼinvito di Arturo Schwarz di recarsi a Milano e, in quellʼoccasione, incontrò alcuni artisti italiani, tra i quali Enrico Baj e Sergio Dangelo, protagonisti del Movimento Nucleare fondato nel 1951, e il pittore Gianfranco Baruchello, che diventerà un suo caro amico.

Al provocatorio e irriverente artista che nel 1917 ha portato al Salone delle arti indipendenti di New York il celebre ready made Fontaine firmato R. Mutt, creando una nuova idea di opera d’arte con l’orinatoio dei bagni pubblici degli uomini, è dedicata questa retrospettiva “la più bella mostra che abbia mai avuto” come disse Duchamp  a Dino Gravina vedendo la mostra che aveva allestito in via Condotti.

Orinatoio_Mr. Mutt

Un’esibizione a cura di Stefano Cecchetto, Giovanna Coltelli e Marcella Cossu, che oltre ai ready-made espone riproduzioni autorizzate delle opere degli Anni Dieci, fotografie, documenti, miniature e acqueforti, lungo un viaggio a tappe e sezioni, che entra nella Boîte en valise, il museo portatile costruito dall’artista all’interno di una valigia Louis Vuitton con 70 pezzi in miniatura, e sfiora le influenze esercitate su artisti italiani come Enrico Bay e Sergio D’Angelo.

Valigia-museo

In mostra, insieme alla copertina in blu di Prussia del catalogo della mostra organizzata nello spazio Gavina del 1965, il disegno di Duchamp Pulled at four pins (1915-1964), e le acqueforti delle due edizioni The Large Glass and the Related Works, volume 1 e 2 (1967-68), con riferimenti al Grande Vetro e alla più tarda Etant donné, anche l’Anémic Cinéma del 1926 del suo alter-ego femminile Rrose Sélavy, con la collaborazione di Man Ray e Marc Allégret, dove dischi ottici e strane apparecchiature anticipano il concetto dell’optical art.

INFORMAZIONI UTILI

Duchamp Re-made in Italy

Galleria Nazionale dʼArte Moderna e Contemporanea

ORARI: martedì – domenica > dalle 10.30 alle 19.30
(la biglietteria chiude alle 18.45) – lunedì chiuso

BIGLIETTO: 10 € intero – 8 € ridotto 4 € ridotto scuole

INFO E PRENOTAZIONI: 06 32298221 www.gnam.beniculturali.it

Un pittore di rottura e al tempo stesso l’iniziatore di un nuovo corso. Colui che negli anni ’50 sposta il centro dell’arte, della cultura mondiale e dell’innovazione dall’Europa del dopoguerra agli Stati Uniti.
È stato tutto questo e molto altro Jackson Pollock. Un rivoluzionario, che toglie la tela dal cavalletto trasformandola  per la prima volta da spazio di rappresentazione, in arena in cui agire e adotta la tecnica del dripping, lo sgocciolamento del colore sulla superficie poggiata a terra. Un pittore che sposta l’attenzione sull’atto del fare arte, sull’azione fisica e libera della creazione artistica. “Quando sono “dentro” i miei quadri, non sono pienamente consapevole di quello che sto facendo. Solo dopo un momento di “presa di coscienza” mi rendo conto di quello che ho realizzato. Non ho paura di fare cambiamenti, di rovinare l’immagine e così via, perché il dipinto vive di vita propria. Io cerco di farla uscire.” (J. Pollock)
Per celebrare il più grande rappresentate dell’Espressionismo astratto Palazzo Reale a Milano ospita la mostra Pollock e gli irascibili. La scuola di New York, curata da Carter E. Foster e Luca Beatrice.

Attraverso le opere dei diciotto artisti (oltre a Pollock, Willem de Kooning, Arshile Gorky, Franz Kline, Mark Rothko e Hedda Sterne) il visitatore ha un panorama completo di un nuovo stile artistico che ha influenzato, con la sua potenza, l’arte moderna in tutto il mondo.

Protagonista della mostra è l’opera Number 27 di Pollock, forse il suo quadro più famoso e un prestito eccezionale, data la delicatezza e la fragilità di questo olio lungo circa tre metri.

Pollock_number27 Le altre opere esposte in mostra coprono un arco storico che va dalla fine degli anni Trenta alla metà degli anni Sessanta. In mostra alcuni tra i lavori più importanti della collezione del Whitney Museum come Mahoning di Franz Kline (1956), Door to the River di Willem de Kooning (1960) e Untitled (Blue, Yellow, Green on Red) (1954) di Mark Rothko.

Untitled Rothko

Perchè Irascibili? E’ il maggio del 1950 e il Metropolitan Museum di New York annuncia l’organizzazione di un’importante mostra dedicata all’arte contemporanea americana. Vengono esclusi dal parterre degli invitati, i pittori che a partire dalla seconda metà degli anni Trenta hanno mosso i primi passi verso un linguaggio pittorico nuovo, affrancato dal passato e rivolto all’Espressionismo Astratto. Nel movimento, ormai delineato, dell’Action Painting emergono le personalità di Jackson Pollock, Willem de Kooning, Mark Rothko, Robert Motherwell, Barnett Newman che si fanno promotori di un codice stilistico più attuale. Sono proprio questi i principali nomi che compongono nel 1950 il gruppo degli Irascibili; è il quotidiano Herald Tribune a definire così i firmatari della lettera inviata al presidente del Metropolitan, Roland L. Redmond, e presentata al New York Times, in cui dichiarano il totale dissenso nei confronti delle posizioni assunte dal museo. Nel gennaio del 1951 la rivista Life pubblica l’emblematica fotografia di Nina Leen che ritrae quindici dei diciotto “Irascibles” vestiti da banchieri.

Pollock e gli irascibiliAnche questa storica immagine è riprodotta nella mostra di Palazzo Reale.

INFORMAZIONI UTILI

POLLOCK E GLI IRASCIBILI. La scuola di New York
Palazzo Reale, Milano
24 settembre 2013 – 16 febbraio 2014
Orari lunedì 14.30 – 19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30
giovedì e sabato 9.30 – 22.30
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
Info e prenotazioni www.mostrapollock.it
Ingresso
€ 11,00 INGRESSO SINGOLO INTERO audioguida gratuita
€ 9,50 INGRESSO SINGOLO RIDOTTO audioguida gratuita
€ 5,50 INGRESSO RIDOTTO SPECIALE audioguida gratuita
Gratuito audioguida gratuita

BIGLIETTO FAMIGLIA 1 o 2 adulti + bambini (da 6 a 14 anni) = adulto € 9,50 – bambino € 5,50

€ 9,50 Gruppi di almeno 15 persone

Visite guidate Ad Artem tel. 02 6597728 info@adartem.it