The Funky Art Exibitions: 5 mostre da non perdere 13 Febbraio 2014 – Pubblicato in: The Funky Art Exhibitions – Tags: , , , , , , , , , , , , , , ,

Quest’anno  il panorama di mostre d’arte contemporanea è davvero ricchissimo! Per questo motivo ho deciso di consigliarvene almeno cinque assolutamente da non perdere.

Cominciamo da Venezia che presso il museo Correr ospiterà “Fernand Leger e la visione di città contemporanea“. La città contemporanea è al centro della prima grande esposizione sull’opera del pittore francese che si tiene in Italia. Le opere esposte (dal suo primissimo paesaggio urbanoFumo sui tetti” del 1911, alle cosiddette pitture murali realizzate tra il 1924 e il 1926; dai costumi e dalle coreografie per i “Ballets Suédois” a opere  come “Il Tipografo” (1919), “Uomo con un bastone” (1920) o “Elemento meccanico” (1925); al film di Marcel L’Herbier “L’inhumaine”, alle cui scenografie egli collaborò ) consentiranno  di analizzare quali furono gli esiti artistici un ventennio cruciale come quello compreso tra gli anni Dieci e Venti del ‘900. Fernand Léger può essere considerato in questo senso davvero un pioniere sia per la sua visione multidisciplinare, sia per l’impegno nel trasformare le forme della pittura, rispondendo in questo modo alle nuove istanze della realtà urbana, perfettamente allineato  alla “comunicazione di massa” termine con il quale verrà riconosciuto quel fenomeno durante il secondo dopoguerra. Tra le opere più importanti esposte in mostra, lo straordinario “La Ville” eseguito da Léger nel 1919 (al suo ritorno a Parigi dopo l’esperienza al fronte della Prima Guerra Mondiale), considerato un vero e proprio manifesto della pittura dedicata al tema della città contemporanea.

Leger-La Ville

“Se l’espressione pittorica è cambiata, è perché la vita moderna lo ha richiesto… La vista dal finestrino della carrozza ferroviaria e dell’automobile, unita alla velocità, ha alterato l’aspetto abituale delle cose. Un uomo moderno registra cento volte più impressioni sensoriali rispetto a un artista del diciottesimo secolo…La compressione del quadro moderno, la sua varietà, la sua scomposizione delle forme, sono il risultato di tutto questo”.

 A Rovereto, dal 15 febbraio all’8 giugno, sarà protagonista l’artista russo El Lissitzky, al quale il museo Mart dedica una retrospettiva, con oltre 100 opere provenienti da importanti istituzioni internazionali. El Lissitzky era un innovatore, un artista che nelle sue opere voleva mescolare paesi e culture, design e arte, oriente e occidente. Per lui l’arte consisteva in un processo di ricerca in relazione con l’edilizia, l’architettura, e il design.

La mostra si propone di esaminare l’evoluzione artistica di El Lissitzky attraverso tutti i linguaggi utilizzati per dare consistenza a ciò che intendeva per arte nuova, collettiva e rivoluzionaria: dipinti, illustrazioni di libri e riviste, progetti tipografici e architettonici, fotografie, fotomontaggi  e fotogrammi come “Corridore nella città” del 1926 o l’iconico autoritratto “Il costruttore” del 1924. 

Al Mart si potranno anche vedere i “Proun”, opere pensate non solo come dipinti, ma anche come “stazioni di transito dalla pittura all’architettura” e realizzate soprattutto durante la permanenza a Vitebsk (1919-1920). “Il Proun, scriveva El Lissitzky, inizia come una superficie piana, si trasforma in un modello dello spazio tridimensionale e prosegue con la costruzione di tutti gli oggetti del vivere quotidiano”. 

El Lissitzky in linea con l’energia propulsiva delle avanguardie russe, riesce esprimere con il suo lavoro, l’anelito verso un’arte totale.

Dal 22 febbraio al 15 giugno sarà possibile ammirare la mostra di Matisse “La forza della linea, l’emozione del colore” al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Il genio poliedrico di Matisse è rimasto tanto affascinato dalla rappresentazione della figura, soprattutto femminile, da impegnarlo per l’intero arco della sua carriera in una continua ricerca attraverso tutte le tecniche. A questo tema è dedicata la mostra che Palazzo dei Diamanti riserva ad uno dei giganti della storia dell’arte moderna.

Oltre cento opere tra dipinti, sculture, disegni e incisioni, racconteranno l’emozione creativa di Matisse risvegliata dal piacere di ritrarre i suoi modelli. Un’esplosione di gioiosa vitalità accende di colori puri le icone giovanili, e fa danzare le silhouette nei capolavori della prima maturità. Lo stesso slancio si ritrova nelle opere dell’ultima fase, dove gli oggetti e l’ambiente sembrano risuonare dell’energia emanata dalla figura.
A nutrire l’immaginario dell’artista è soprattutto la presenza della modella nel suo studio. Lo rapisce il mistero del suo volto, che trova espressione in ritratti dallo charme magnetico, lo seducono i riflessi di luce sulla sua, generando immagini che sono un inno alla bellezza e all’arte.

Ispirandosi al tema artistico della figura, Matisse ne stravolge la rappresentazione tradizionale: attraverso le semplici sagome colorate, realizzate con l’innovativa tecnica dei gouaches découpées, ha creato armonie di forme che si estendono in uno spazio infinito. Queste creazioni incarnano l’essenza dell’arte di Matisse, esercitando una straordinaria influenza sugli artisti del suo tempo e delle generazioni future.

Matisse

Doveva prendere il via ad ottobre, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte e dell’ottantesimo compleanno dell’artista, ma andrà in scena dal 18 marzo prossimo (fino all’8 giugno), “Piero Manzoni 1933-1963”, la retrospettiva che al Palazzo Reale di Milano, con la collaborazione dello Städel Museum di Francoforte e la Fondazione Piero Manzoni raccoglierà più di 100 opere appartenenti a tutte le fasi della carriera dell’artista con dovizia di documenti e materiale d’archivio. La mostra riproporrà una ricerca molto intensa, sfociata anche in gesti clamorosi, come le modelle firmate sul corpo, le celebri scatolette di Merda d’artista e le uova griffate con l’impronta del pollice.

Infine dal 20 marzo 2014 al 13 luglio 2014, Roma ospiterà alle Scuderie del Quirinale, Frida Kahlo (1907-1954). L’artista, la donna e il suo mito trovano espressione in un corpus di capolavori provenienti da raccolte pubbliche e private in Messico, Stati Uniti, Europa. La mostra romana, indaga Frida Kahlo e il suo rapporto con i movimenti artistici dell’epoca, dal Modernismo messicano al Surrealismo internazionale, analizzandone le influenze sulle sue opere. Non vi è dubbio che il mito formatosi attorno alla figura e all’opera di Frida Kahlo (1907-1954) abbia ormai assunto una dimensione globale; icona indiscussa della cultura messicana novecentesca, venerata anticipatrice del movimento femminista, seducente soggetto del cinema hollywoodiano, Frida Kahlo si offre alla cultura contemporanea attraverso un inestricabile legame arte-vita tra i più affascinanti nella storia del XX secolo. Eppure i suoi dipinti non sono soltanto lo specchio della sua vicenda biografica, marchiata dal terribile incidente in cui fu coinvolta all’età di diciassette anni. La sua arte si fonde con la storia e lo spirito del mondo a lei contemporaneo.

Frida Khalo

Nella mostra saranno presenti anche una selezione dei ritratti fotografici dell’artista, tra cui quelli realizzati da Nickolas Muray negli anni quaranta, indispensabile quanto suggestivo complemento all’arte di Frida Kahlo sotto il profilo della codificazione iconografica del personaggio.L’esposizione mira, infatti, a privilegiare il tema dell‘auto-rappresentazione, sia in relazione al peso numerico che il genere ‘autoritratto’ assume nella produzione complessiva dell’artista, sia (e soprattutto) per lo specialissimo significato che esso ha rappresentato nella trasmissione dei valori iconografici, psicologici e culturali propri del “mito Frida”.