Di Sanremo 2014, della maschera di Rifo, di Rocco Hunt e la pazienza che ho perso. 22 Febbraio 2014 – Pubblicato in: The Funky Diaries – Tags: , ,

E pensare che il mio post diario di oggi doveva essere intitolarsi: Tutta la verità sullo Smile Riot.

Invece, vi racconterò di quanto mi sono innervosita seguendo Sanremo 2014 sui social, di come mi sono dovuta tappare la bocca, di quanto ci sia rimasta male e di come ho esultato  alla fine, nemmeno fossi allo stadio. Tiè!

Punto numero 1 – la cattiveria. 

Si può fare dell’ironia su gli outfits, riderne con leggerezza, ma bisogna saperlo fare. Sfottere, offendere è più facile. E triste.
So che alcuni tweet cattivissimi erano scritti da genitori, che sono certa, ricondivideranno in futuro una di quella notizie sul disgustoso uso di photoshop su modelle anoressiche che alterano la percezione di bellezza, l’importanza di contrastare il bullismo dentro e fuori dalla rete ecc… ecc…
FATEVI UNA RISATA un po’ più spesso, che la leggerezza sia con voi, sempre, altrimenti finisce che quando liberate la serpe è talmente incazzata da rischiare di avvelenare anche voi.

Quindi, tornando al principio, saper fare la giusta ironia, fa sembrare più intelligenti. La cattiveria, fa sembrare quel tanto frustrati.

Le Funky Mamas e Steve Aoki

Non ho trovato una foto ad una serata con i BloodyBeetroots, ma con questo signore qui sopra ci ha fatto un disco. Si chiama Steve Aoki.

Punto numero 2 – L’ignoranza

Ignori chi sia tal personaggio? Ci sta!
Non puoi trattenerti dallo sparare cose a caso?
Googola! Fatti un favore.

Ho letto cose che voi umani…

Non hai mai sentito parlare di Paolo Nutini, ecco, mi sembra un’ottima occasione per scoprire un talento. Ma no, siccome bisogna tweettare per forza:

Ma questo sconosciuto che insulta Dalla? 
Ma chi é? Non mi emoziona!

su Damien Rice:

Ma sto barbone chi è?
E poi arriviamo al clou degli insulti facili, l’uomo mascherato,  l’uomoragno, il wrestler, la mosca: Sir Bob Cornelius Rifo aka Bloody Beetroots.
Uno che non ha venduto pochi dischi, un giovane italiano, che all’estero spacca, ma ridiamogli dietro che la mascherina di Venom proprio no…

Ripeto, non sai chi sia, ci può stare. ma se tweetti minchione levati sta maschera la figura del minchione la stai facendo tu.

Tralasciando che  la prima cosa che leggo tra le righe è: non vado ad una serata degna da almeno 5 o 6 anni. Che ci può stare, ripeto, per carità. Ma che vi piaccia o no la sua musica, visto quanto e dove ha suonato in giro per il mondo, ecco, proprio proprio ridergli dietro…
Me lo vedo Bob Rifo leggere i  tweet  che gli danno dello sfigato per la sua celebre maschera, pensando all’ultimo djset al coachella davanti a una folla in visibilio, mentre se la ride fortissimo, sfigato lui? Ti prego, anch’io sfigata così.

Una cosa mi chiedevo, ma se ci fossero stati ospiti i Daft Punk, avrei dovuto leggere tweet tipo:
Ma il booster dove l’hai lasciato?
Vi stanno rubando il motorino …
Sono arrivati i Black Block

No vero? Non sarebbe successo?

Paolo Nutini  by Kevin Westenberg

Paolo Nutini by Kevin Westenberg

A tutti quelli che chi era Tommy Lee, fa niente, se Motley Crue non vi dice nulla, vi basti sapere che è stato l’ex marito di Pamelona Anderson, capisco che son notizie che tirano di più, e che il suo pisello, non sto scherzando, l’ha visto davvero tutto il mondo.

Googolate. Googolate.

Eppure tra i tweet che mi hanno infervorato ci sono genitori che si definiscono moderni, e allora facciamolo questo sforzo di rimanere curiosi, informiamoci,non diventiamo quelli che davanti a un pezzo nuovo che ascolta in casa nostro figlio: ” ai miei tempi era meglio. Si cantava.”

Punto 3. Il rap non è cantare

Modernissimi, eh. Proprio freschi.
Ditemi che non vi piace il genere, mi sta bene, lo rispetto, ma non ne sapete nulla: ammettetelo.
Grande esempio per i giovani: come nella poesia esiste la metrica, le rime, bisogna conoscere quanti più vocaboli per stupire davvero ad una gara d’improvvisazione.
Dicono troppe parolacce? Ah, già, i ragazzi non rapper non lo fanno.
Non ho lo spazio, oggi, e non ho voglia di spiegare cos’è l’hiphop, lo farò con l’ausilio della mitica  Vaitea se avrà voglia di aiutarmi, ma vi assicuro, che mentre molti vedono tette, culi e catenoni, io vedo ricerca di uno stile personale, ricerca delle parole, convogliare sentimenti in qualcosa di costruttivo, un mezzo per comunicare e costruire un qualcosa di buono.
BRAVO ROCCO HUNT.
Non sa cantare?
Esiste una cosa chiamata flow, se per alcuni il rap è una cantilena che si ripete a filastrocche, all’orecchio più fino appare subito una differenza ascoltando chi lo sa davvero fare, un’armonia che avvolge le parole: non è detto che un bravo cantante  lo sappia fare, il rap, come è vero viceversa.

Nel 2014, dire che il rap non è musica, equivale a dire che il rock è la musica del diavolo.

Vi saluto giovani e finti giovani.
Con un pezzo del 2012, Ciao Haters, dove tra gli altri, c’è anche Rocco Hunt.

Stasera, dopo diversi giorni di morsicate di lingua, Chiara ed io protremmo davvero scoppiare.
Sapete dove trovarci su Twitter:

@ju_lefunkymamas

@lefunkymamas dove trovate in console Chiara