Le relazioni: Nel nome del padre. Riflessi 10 Febbraio 2015 – Pubblicato in: Riflessi, Wellness

Di relazioni padre figlio

Sara

Ci sono padri che sono pilastri.
Che come fari rassicurano anche in mezzo alla tempesta. Che sanno contenere, definire e regolare come solo un buon papà. Un “eroe buono” dal quale rifugiarsi in cerca di una guida.Padri confessori. Custodi di segreti e ricchi di complicità. Con legami saldi che durano una vita. Che sorreggono sempre e ci fanno sentire appoggiati. Spina dorsale della famiglia. Della vita. Che oscillano solo per cullarci di più!Padri che rendono la “base sicura” un gioco…come un tappeto elastico sulla quale
rimbalzare e creare nuove forme e rompere piani scoprendo nuovi modi di agire.
Curiosi. Creativi. Che sanno abbassare l’altezza senza diventare piccoli.Papà. Papini. Paponi. Morbidi e teneri. Sensibili. Sensati. Sensazionali. Con cuore, testa e mani grandi per accarezzare.
padri e figliCi sono quelli brillanti. Simpatici. Giocherelloni. Affascinanti. Inconsapevoli di essere il principe azzurro che la figlia ricercherà in ogni uomo. In ogni relazione.Padri che di azzurro hanno solo lo sguardo: gelido. Padri giganti. Ingombranti. Irraggiungibili.Padri che sono figli sempre alla ricerca di una mamma che li cresca.
Peter Pan persi nel loro mondo…in una galassia parallela. A volte virtuale. A volte solo nella camera accanto, ma pur sempre un’isola che non c’è! Divertenti si, ma sempre fuori schemi che difettano di concretezza ed evitano conflitti e responsabilità, che costruiscono la loro vita intorno ad idee che restano solo idee.Padri intrappolati in complessi edipici ancora da risolvere. Incastrati in meccanismi familiari che li tengono bloccati in un limbo eterno. Con legami ingombranti come “palle al piede”.
In continua elaborazione dati. E così i “sono cambiato” sono un passo sì ma nelle sabbie mobili. Immersi in un terreno invischiato che fagocita tutto.Padri così pieni di sé che non riescono a vedere sotto il metro e mezzo. Troppo rigidi per cambiare punto di vista. Che non abbassano mai lo sguardo. Sugli attenti sempre!Padri scomodi che “sei la figlia di..” Impedisce la conquista di un’identità indipendente. Dove l’autostima è solo una copia sbiadita di mille racconti.Alcuni si accorgono di esserlo solo quando non lo sono più. Altri lo sono da sempre. Altri imparano a crescere insieme ai loro piccoli.
riflessi padre e figlioPadri separati che conquistano spazi sempre troppo stretti. Che si destreggiano come super eroi tra “pericoli” e battaglie troppo complicate.Padri a km0. Disponibili sempre. Anche nel cuore della notte con il cuore a pezzi. Sempre pronti a tirare fuori il lato migliore da ogni situazione. Genuini e dolci di una dolcezza che solo un animo gentile può custodire.Padri come madri e madri che non prendono spazio. Capaci di prendersi cura facendo la pasta fresca o rilassandosi con le pulizie.Padri assertivi, capaci di tutto, che non sbagliano un colpo e neanche li sprecano tutti. Pronti a reinventarsi sempre senza perdere l’equilibrio mai. Padri che ci aiutano a dire “ce la farai sempre. Io sono qui”.Padri sognatori… Viaggiatori di vite e mondi. Che nei racconti senti ancora i profumi di Palermo quando era militare e i rumori di Mosca in viaggio con gli amici.Padri perduti. Persi. Arresi. Tra le nuvole. In un videogame. Labirinti senza uscita.Padri padroni che intrappolano in gabbie che sono anche nostre.Padri solitari. E non come brillanti da portare al dito, ma più come pietra preziosa chiusa in una cassaforte dentro una fortezza. Irraggiungibili. Uomini di latta. Freddi al contatto.Padri alla quale riesce bene tutto… Tranne guidare! (E chissà da chi avrò preso!)Padri coraggio.Padri che non ci sono più eppure ci sono ancora. Che hanno lasciato impronte in un sentiero tracciando percorsi che saranno la guida per la vita.Padri che hanno dato tutto senza fare niente. Che aspettavi rientrassero dal lavoro per sederti in braccio e mangiare nello stesso piatto. Che aspetti ancora con un sorriso e la consapevolezza che “arriverà sempre”.
Padri che sono il nostro specchio e riflettono solo il lato migliore, perché la nostra ombra ci aiutano a trasformarla in qualcosa di buono. Facendo dei nostri limiti una ricchezza. Facendoci sentire unici.
Padri che tengono per mano. Ci portano sulle spalle. Ci abbracciano con lo sguardo. Che sanno amare.
Padri che non sono solo gli allenatori della squadra-famiglia ma sanno essere i compagni di squadra, e anche tifosi. Sempre al nostro fianco.
Padri che come te nessuno mai!
Padri come il mio che amo come quando avevo 4 anni e che auguro a tutte le figlie del mondo.

Il rapporto padre-figlio è un rapporto molto delicato, che può influenzare in maniera determinante la personalità, il carattere e le scelte di vita di un figlio.
Che dovrebbe essere come un ponte nel passaggio dal mondo protettivo familiare ai conflitti e alle difficoltà del mondo esterno.
DOVREBBE.