Quanto costa la Bag. 9 Novembre 2015 – Pubblicato in: Funky Projects, LaBag and co., The Funky Diaries
Venerdì scorso, finalmente, sono riuscita ad andare online con tutto: la borsa in pelle, la versione in stoffa e i nuovi colori delle pochette …zzimiei.
E’ tutto pazzesco, pazzescamente pazzesco: sono felice e piena di gratitudine.
Grazie per ogni singolo acquisto, grazie per l’immenso supporto, le belle parole e l’incitamento.
Grazie per come è stato espresso il disappunto per il prezzo: educatamente, gentilmente, permettendo un bel momento di confronto.
Sin da subito, qualcuno ha manifestato la propria delusione: ero preparata, me lo aspettavo ed eccomi qui a scriverne come promesso.
La situazione è molto più semplice di come qualcuno ha commentato, scrivendo di strategie e posizionamento. In realtà, non ho avuto la possibilità di poter scegliere a quale fascia di mercato rivolgermi, ringrazio chi lo ha pensato ma non sono ancora strutturata per discorsi del genere, mi lusinga comunque che qualcuno mi veda già allo step successivo.
Le cose stanno così: ho deciso di far fare il prototipo di una borsa che avevo in mente da una vita.
Mi sono accorta fin da subito che avrebbe avuto un prezzo sostenuto.
Perché?
Il quantitativo di pelle era alto, la borsa era grande e profonda e persino la chiusura richiedeva più materiale di altri modelli. Credo che dovrò realizzare presto un video, perché temo che non si capisca abbastanza quanto è grande la Bag.
Non ho potere contrattuale. Ho iniziato come potevo, facendo fare poche borse: è ovvio che si possa provare a contrattare ordinando centinaia di unità, sia con gli artigiani che con i produttori di materiali…Almeno credo, perché son ben lontana dal poterlo fare.
Inizialmente mi ha preso lo sconforto, ci ho pensato moltissimo e non a cuor leggero, ve l’assicuro.
A un certo punto ci ho voluto credere e ho deciso di far realizzare una versione in stoffa, che inizialmente non era prevista, proprio per avere due fasce di prezzo.
Ho avuto tre possibilità.
1- Rimanere coerente con quello che ho sempre sostenuto pubblicamente su questo blog, far quindi produrre in Italia, con materiali di qualità e tutto quello che ne consegue sulle spese di produzione e impresa.
2- Prendere un aereo per una nazione dove il lavoro viene pagato poco e tornare con le mie borse, fatte non saprei come e nemmeno in quali condizioni. Per essere certa di non partecipare allo sfruttamento di qualcuno, avrei dovuto avere conoscenze in loco e assistere alla produzione. Complicato, rischioso e poco coerente.
Non so nemmeno come funzionino i dazi doganali, tra l’altro…
3- La terza e ultima opzione era non fare proprio nulla.
Io ho deciso di provare.
Qualcuno mi ha detto che avrei dovuto iniziare con un prezzo più basso, perché sono un brand emergente: impossibile.
Siccome i prezzi non sono frutto di un posizionamento strategico, ma semplicemente il prezzo giusto per quell’oggetto, devo rispettarli per rientrare dell’investimento e cominciare a guadagnare in un secondo momento.
Solo così diventerò davvero un brand, solo così potrò investire per fare altri prodotti.
Non passa giorno senza che io pensi al fatto di poter proporre altro, proprio per poter presentare accessori a tutti i prezzi.
Una cosa alla volta, da qualche parte dovevo cominciare e ho cominciato. Se penso a quello che sta succedendo mi viene in mente solo una parola: pazzesco. Lo scrivevo all’inizio del post e lo riscrivo.
So di essere solo all’inizio ma si sembra già tutto tanto.
GRAZIE, in questi giorni i GRAZIE non bastano mai.
Trovate tutti i prodotti –> QUI

Grazie Gaia Segattini per averci fatto da modella, grazie Camilla zeldawasawriter per le foto.
Grazie ragazze per tutto il resto, senza il vostro supporto…
Commenti
Elona Novembre 09, 2015 - 15:56
Complimenti per il coraggio e l’iniziativa di intraprendere una tua attività. Ci vogliono palle belle grosse per fare certe mosse quando non si hanno investitori esterni. D’accordissimo con te per la trasparenza e il mettere in evidenza Chi fa i nostri vestiti/ accessori merita essere pagato dignitosamente. Io vorrei solo aggiungere che nel Pratese, una fabbrica su otto e’ cinese, spesso dai controlli risultano persone, macchinari non a norma, posti di lavoro che si usano come dormitoi e non si sa che tinte e materiali usano nella produzione… e tutto questo esce poi con l’etichetta made in Italy. E’ tutto discutibile oggi. Tu mantieni la tua coerenza, guardando le esigenze del mercato. Ti auguro ogni bene, sei in gamba! Un abbraccio
justine Novembre 09, 2015 - 16:01 – In reply to: Elona
Grazie di cuore!
Alessia Novembre 09, 2015 - 17:09
Ciao, Justine. Leggo sempre i tuoi post, come quelli di Camilla-Zelda: mi piace il modo in cui curate i progetti, in particolare ho apprezzato molto il “pidieffone” fatto per Asus. Fatto salvo che per definizione questa è un’opinione personale, e che so che i costi sono molto alti, e bisogna avere numero parecchio elevati prima che smettano di moltiplicarsi e ti permettano di raggiungere un’economia di scala, mi sono presa due minuti per scriverti che, perlomeno a me, il prezzo ha spiazzato non tanto in sé, ma in rapporto al blog. Mi spiego meglio: io vivo vicino ad Arzignano, VI, uno dei maggiori poli conciari italiani, e so quali costi raggiunga la pelle di qualità, quindi non mi sorprendono tanto i trecento euro per la borsa in pelle in sé, non credo neppure tu abbia margini elevatissimi, onestamente. Però da lettrice ti dico che spiazza un po’ rispetto alla tua immagine, al “calzamutanda” per come l’ho interpretato io, per la figura di una freelance che combatté come tutti noi contro l’incertezza dei lavori e dei pagamenti… Ovviamente ognuno decide di spendere come ritiene opportuno il denaro che guadagna, ma dubito che ci siamo molte lettrici normali, come me, a potersi permettere di spendere una bella fetta si stipendio per una borsa. Ci aspettiamo questi prezzi dalle grandi firme, attenzione non intendo dire “non sei abbastanza prestigiosa per farlo” ma “pensavo la Ju fosse una di noi, e invece una borsa costa come quelle degli altri”… Non so se sono riuscita a spiegarmi, ma intendo dire solo che la coerenza con l’attenzione al made in Italy, il lavoro pagato equamente eccetera, ecco, si scontra con un altro tipo di credibilità, che viene dal tuo modo di essere e di porti, molto semplice, che è uno dei motivi del tuo successo. DIRAI TU, e quindi? Non lo so, penso di aver solo voluto farti capire cosa possono aver pensato altre lettrici come me, magari anche quelle che te lo hanno detto in modo più brusco, diciamo. Detto ciò, ti auguro in bocca al lupo e ti stimo per credere in un progetto e impegnarti a fondo per realizzarlo.
justine Novembre 09, 2015 - 17:18 – In reply to: Alessia
Ciao Alessia,
io sono sempre quella. Una di voi come dici tu. Sinceramente? Non credevo venderle sin da subito, ho pensato ne faccio, poche, provo, inizio e poi vediamo cosa succede.
Mi colpisce moltissimo il discorso sulla credibilità solo perché ho deciso di andare fino in fondo. Quello era il prezzo, o la facevo o non la facevo, oppure, facevo un’altra cosa.
Inutile dirti che ho in mente mille cose che vorrei far produrre ma ho iniziato da qui. Ho sbagliato, ho fatto bene? Ho semplicemente fatto. Son fatta così, dopo mille esitazioni ho voluto vederla finita.
Non ti nascondo che ci sono rimasta male, capisco tutto, ma pensare che io sia un’altra o meno calzamutanda per il prezzo de La Bag, ecco, questo no, davvero, ci rimango molto male.
Crepi il lupo
Justine
alessia Novembre 09, 2015 - 21:40 – In reply to: justine
Mi dispiace, non volevo ferirti! E’ possibile che sia un’impressione mia, come ti dicevo, io l’ho vista così, ma io sono io, mica il mondo! Prendila per quello che vale, un’opinione personale, non detta per demolire, anzi. Scusami se ti è sembrato che fosse così.
justine Novembre 09, 2015 - 22:22 – In reply to: alessia
Proprio per l’incertezza della partita iva di questi tempi, per me provarci è crederci sempre fino in fondo. Non voglio cambiare come persona ma provare a fare e a stare bene, evolvermi, finché potrò ci proverò.
vania Novembre 09, 2015 - 17:34
Mi sento così dentro ad ogni parola che hai scritto che adesso vorrei prendere la macchina venire lì e abbracciarti! Ti ho conosciuta grazie a rockingchair e ho amato la tua prima mama bag. Mi sono buttata nell’ autoproduzione anche grazie a te, toccando con mano in negozio quanto alle clienti gratificava avere qualcosa di bello, pratico, di qualità, fatto bene e con cura e se possibile no logo. E così, prendendo spunto da te, mi sono buttata in una cosa mia, per provare l’emozione di vivere sulla mia pelle l’ appagamento di un complimento sincero per una cosa di cui sei responsabile direttamente, fatta come si deve, senza compromessi, per la quale mettere non solo la faccia, ma anche la testa e il cuore. Quindi quello che sarà sarà… e se sarà costosa (e non cara!!! che è molto diverso!) ci saranno valide motivazioni. Go Justine Go!
justine Novembre 09, 2015 - 17:42 – In reply to: vania
Tu sai quanto è dura Vania e l’abbraccio lo voglio, ne ho bisogno, dobbiamo vederci. <3 Ti voglio bene
angela Novembre 10, 2015 - 11:29
Carissima Ju,
anche io come Alessia, qui sopra, seguo da tempo sia te che Camilla. Siete proprio brave, due vulcani di creatività e simpatia.
Ho letto con attenzione il tuo post e devo dire che è tutto giusto, credo tu abbia ragione su tutto e credo anche che se io avessi avuto il tuo coraggio, la tua creatività, l’originalità e l’intraprendenza avrei fatto la stessa cosa.
Ma (ovviamente c’è un ma, no?) devo anche dire che per quanto mi riguarda, pur essendo giusto il prezzo è alto. Ovviamente c’è chi se la puo’ permettere, buon per loro :-)))
Io, come tante altre ragazze, ho seguito questo tuo progetto fin dall’inizio e mi è piaciuto subito! Attraverso i tuoi post ho sperato e incrociato le dita quando raccontavi degli ostacoli o delle difficoltà che stavi incontrando. Non vedevo l’ora di vederla e di scoprire i colori che avevi scelto. Ad un certo punto mi ha sfiorato l’idea che la versione in pelle avrebbe avuto un certo prezzo ma in cuor mio pensavo ancora di poterlo affrontare e poi, mi dicevo, al massimo ci sarà anche la versione in tessuto… E poi invece ho visto il prezzo. Un colpo al cuore. Ti ripeto è giusto lo so, ma è alto. E non solo, è alto anche quello in canvas… scusami ma per una borsa in tessuto, pur con tutte le sue qualità in non li posso spendere 200 euro. Insomma, come ha detto una ragazza su IG, anch’io sono caduta dalla sedia. Speravo tanto di poterla avere, perchè mi piace e anche per sostenere il tuo progetto.
Mi sono consolata con l’agenda di zeldawasawriter :-))
Comunque congratulazioni e in bocca al lupo per tutto.
justine Novembre 10, 2015 - 14:31 – In reply to: angela
Capisco tutto, capisco benissimo. Sono però convinta di aver fatto bene a farlo.
Ci sono anche le …zzimiei online. Non ne ho scritto qui perché è tutto un altro post, ho prodotto altro per poter proporre più prezzi, pensavo farle l’anno prossimo, le ho inserite sempre per lo stesso motivo.
Grazie di tutto
Justine
angela Novembre 10, 2015 - 15:52 – In reply to: justine
Ma infatti hai fatto benissimo! chi ha detto il contrario?
Vai avanti così!!!
Angela
justine Novembre 10, 2015 - 20:51 – In reply to: angela
🙂 grazieeeeeeeeeee
Silvia Novembre 10, 2015 - 14:56
Ciao Ju,
capisco perfettamente quello che dici e ti diró di più, questo progetto credo che sia molto coerente con il “pensiero calzamutanda” e in generale con il “justine pensiero”, comprare di meno per spendere meglio. L’unica cosa che mi dispiace è quella di non poterti aiutare a crescere nell’immediato, una spesa così alta in questo momento mi risulta proibitiva 🙂 chissà in futuro…
justine Novembre 10, 2015 - 15:06 – In reply to: Silvia
Grazie per le tue parole di supporto!
Chiara Novembre 10, 2015 - 14:58
Quello che mi spiazza è che siamo “programmate” a nn battere ciglio nel pagare 130-150 € per una borsa di plastica se è di un grande marchio… però ci lascia “costernate”, “perplesse” il costo delle tue borse in pelle.
Ho cara amica che per uno dei grandi circuiti equosolidali italiani ha creato e segue tutt’ora una linea di borse. I prodotti sono in “eco-pelle”, il margine di guadagno è abbastanza risibile (per l’errata convinzione che comperare eqosolidale=fare carità) ma i prezzi sono allineati ai 130-150 di cui sopra, con la differenza che l’acquisto non dura una stagione e poi lo butti!
Tutto ciò per dire che i prezzi mi sembrano corretti e allo stesso tempo trovo corretta l’idea di fondo che tu ci debba guadagnare: la qualità ha un prezzo, e se per avere una borsa di ju devo rinunciare ad 1 anno di caffè al bar credo che ne valga la pena !
Chiara
justine Novembre 10, 2015 - 15:08 – In reply to: Chiara
Grazie di cuore Chiara, ti andrebbe di lasciarmi un link dove poter vedere questa borsa equo solidale, mi interessa molto!
Grazie
Justine
chiara Dicembre 02, 2015 - 10:15 – In reply to: justine
http://www.equomercato.it/index.php?mode=prodotti&act=3&pag=1&q=BORSE+E+ACCESSORI+COLLEZIONI+PELLE&q2=&q3=&q4=&id=&idn=
🙂
(confermo che non voleva essere altro che un incoraggiamento a ju il mio , nessuna critica a nessuno in particolare, e mi scuso se sono risultata saccente, supponente e giudicante… )
angela Novembre 10, 2015 - 15:51 – In reply to: Chiara
Mi dispiace ma tra i messaggi che ho letto non mi sembra di aver notato qualcuno programmato a non battere ciglio per una borsa di plastica… non so di chi stai parlando. Per quanto mi riguarda valuto bene ogni mio acquisto e i grandi marchi non mi interessano. E non sono affatto costernata o perplessa per il prezzo. Anzi. mi sembra che in molte, anche su IG, abbiamo ammesso che il prezzo è giusto, per tanti motivi, ed è altrettanto giusto che chi ha fatto tutto questo lavoro debba guadagnarci, ma che in questo momento non va bene per noi.
Ci siamo rallegrate per Justine e le abbiamo fatto i complimenti per il suo lavoro. Che altro?
Angela
justine Novembre 11, 2015 - 08:11 – In reply to: angela
Ciao Angela,
non credo fosse un commento per cose lette qui, ma più in generale, anzi ne sono certa.
Grazie sempre
Ju
Martina Novembre 10, 2015 - 16:43
Io mi scandalizzo di ben altro… Critiche? Lamentele sul prezzo? ma davvero le persone non riescano a vedere cosa c’è dietro un simile progetto. Anche perché tu con la tua consueta trasparenza ne hai parlato passo passo raccontando anche le fatiche, le speranze, le paure, l’emozione… Io credo che per una borsa di pelle fatta in Italia, in modo artigianale, con una persona dietro e i suoi sforzi e le sue idee e non un’azienda il prezzo sia invece onesto e se non posso permettermi di comprarla senza battere ciglio (non posso!) farò la mia scatolina dei desideri e risparmierò fino a che potrò comprarla. E alla fine sarò pure felice e orgogliosa di aver supportato una grande idea e una donna coraggiosa.
So cosa stai provando Justine, nel mio piccolo con il mio progetto per bambini ho dovuto essere coraggiosa e osare, farlo nascere era più importante che farlo senza critiche e cose da migliorare nel tempo. Avanti tutta!
justine Novembre 10, 2015 - 20:50 – In reply to: Martina
Più passano i giorni, più sento che provarci è stata la cosa giusta da fare.
La rete regala anche questo, pacche sulle spalle che non ti aspetti che diventano energia pura per continuare.Grazie.
Io comunque ti voglio conoscere dal vivo!
Martina Novembre 18, 2015 - 11:59 – In reply to: justine
Io è come se ti conoscessi 🙂
Maddalena Novembre 10, 2015 - 18:06
Io ho acquistato una #LaBag in canvas, sia per risparmiare un po’ sia perché reputo il materiale più versatile e adatto all’uso che voglio farne – come ti ho detto anche su IG, è capitata a fagiolo con la nuova avventura da mamma che comincerò a breve e cercavo da qualche mese una borsa che fosse anche da passeggino che mi piacesse (non ne avevo ancora trovata una che mi convincesse fino in fondo e, che ci si creda o no, i prezzi erano comunque quelli, più o meno.)
Lavoro nella comunicazione della moda da diversi anni ormai, sempre per marchi di altissimo livello, e sono consapevole come nella maggior parte dei casi gli stipendi che prendiamo noi di questo ambiente (il mio, almeno) contrariamente a quanto si può pensare non ci consentano di comprare nemmeno un accessorio del marchio che rappresentiamo e che stiamo promuovendo – un paradosso, chiamalo come vuoi.
Quando ho visto le tue borse ci ho pensato su un paio di giorni, anche indecisa tra pelle e canvas, poi ho scelto di acquistarla perché mi piaceva molto e perché l’ho interpretata come una borsa quasi su misura, prodotta in piccolissime quantità, con un design innovativo e originale, un prodotto che “hanno pochi” – ed è questo, e non il costo effettivo, che fa davvero un prodotto di “lusso”, secondo me, se si capisce quello che voglio dire. La trovo, a suo modo, decisamente più lussuosa e di nicchia di una borsa di Louis Vuitton o di Dior.
Mi piace l’idea, e questo per me è il vero “lusso” che prescinde in toto dal prezzo, di possedere la creazione di una persona che ha creato un prodotto con passione, pensato dall’inizio alla fine, che ci ha creduto e lo ha realizzato. Molto di più di una delle borse blasonate che, alla fine, sono comunque prodotte in serie e in quantità abbastanza considerevoli (al di là di alcune iconiche eccezioni).
Questo per dirti che capisco il discorso che fai e il valore che le borse hanno 🙂 come ti ho già scritto, complimenti per tutto!
justine Novembre 10, 2015 - 20:48 – In reply to: Maddalena
Ho salvato questo messaggio, credo che lo stamperò, mi sono emozionata molto a leggerti.
Di solito so sempre cosa dire, al momento non mi vengono le parole…
Solo per questa vendita, mi sembra che a questo punto tutto abbia davvero un senso.
GRAZIE!
ciccionciona Novembre 10, 2015 - 22:16
Cara Justine, io ne ho acquistato una in pelle… Leggendo un commento molto pacato sul prezzo in instagram un po’ mi sono sentita in colpa… Caspita novembre è un mese pieno di scadenze, IVA, Inps, devo cambiare le gomme e fare il tagliando all’auto… Insomma ci passiamo più o meno tutte con scadenze più o meno diverse. Il prezzo alto me l’aspettavo. Ho desiderato quella borsa dopo aver addocchiatto quella grigia che avevi sempre tu… Che poi si attaccava al passeggino! Che idea! Che brava tu a concretizzarla! E insomma ho iniziato a risparmiare non appena letto che stavi cercando di concretizzare il tuo sogno.
Quanti giri di parole! Forse per giustificarmi… labag o domani o dopo domani arriverà e sarò contenta di poter utilizzare anche a lavoro una chicca come questa… Per non parlare di quando andrò al nido a prendere i nani!…
Brava per il coraggio e la coerenza
justine Novembre 11, 2015 - 08:05 – In reply to: ciccionciona
Chiara,
io ho il tuo nome impresso in testa, per me rappresenti qualcosa di enorme, dal primo giorno di apertura. Non vedo l’ora di sapere cosa penserai quando l’avrai tra le mani.
Per ora, un grazie non basta.
Il tuo supporto è stato straordinario: un abbraccio grandissimo.
Irena -JSPgioielli Novembre 11, 2015 - 11:29
Brava Justine! Bravissima!
Perché se non ci crediamo noi nei nostri sogni, che dovrebbe farlo.
So bene cosa vuol dire aggrappassi con i denti, tenere stretto un idea, pensare mille volte di rinunciare, ma rialzarsi e continuare con fui forza di prima. Il tuo credere traspare in ogni parola, e il valore di quello che hai creato non possa essere misurato solo tramite il prezzo, per quanto quest’ultimo deve necessariamente influenzarlo. Il valore vero sta nel impegno e nella coerenza, nel volere offrire il meglio ed offrirlo con il cuore.
Brava Justine e avanti tutta 🙂
justine Novembre 13, 2015 - 09:04 – In reply to: Irena -JSPgioielli
Irena: grazie grazie grazie. Per il commento e per il tuo progetto che è sempre stato meraviglioso! <3
jenny Novembre 11, 2015 - 13:43
Ciao a tutte
ho letto con calma tutti i commenti e voglio dire che, a intraprendere questo percorso di creazione, è davvero molto coraggioso. Innanzitutto perché dall’idea alla realizzazione si incontrano ostacoli che sembrano insormontabili e che a volte ti fanno pensare “chi me l’ha fatto fare…???” poi la coerenza e la caparbietà delle donne fanno si che il progetto prosegua e con pazienza si superano le difficoltà, si stringono i denti e si va avanti….ma chi lavora nel settore sa bene che, se si vuole fare un buon prodotto si devono scegliere materiali di qualità e ben fatti, e noi italiani siamo ancora i più bravi, anche a livelli di manualità in questo settore. E ovviamente un buon lavoro HAND MADE deve essere pagato come tale. Purtroppo ci si scontra con i numeri….più numeri hai da fare più riesci a contrattare nel prezzo anche con gli artigiani, che a loro volta non sempre si accollano un lavoro con pochi numeri perché non è conveniente nemmeno per loro. Detto questo, anche se non ho mai scritto ma seguo da un po’ il blog di Justine, credo che abbia fatto la scelta giusta a continuare e spero che sia un successone. Complimenti.
justine Novembre 13, 2015 - 09:04 – In reply to: jenny
Grazie di cuore Jenny, io ci voglio credere, non solo nel mio progetto, ma che il made in italy torni sul mercato più forte che mai!
Alessandra Novembre 12, 2015 - 23:23
Ciao Justine, vorrei dirti due cose. Innanzitutto, la questione del prezzo. Una volta, si sa, i capi erano solo molto belli o molto brutti. Non c’erano vie di mezzo. Ai tempi delle nostre nonne una borsa in pelle vera, artigianale, che profumava di cuoio, cucita a mano, si pagava il suo giusto e alto prezzo. Se potevi permettertela era tua. Altrimenti, niente borsa di pelle. Al massimo di juta, o di paglia. Stessa cosa per tutti gli altri accessori e capi di abbigliamento. Poco proletario? Forse. Ma la qualità – da sempre – si paga. Io la vedo così.
L’altra cosa, molto più personale, è che mi sei di grandissimo esempio in questi tempi. Tu e Zelda, con la vostra scelta del “fare” mi state spronando a realizzare un sogno: smetterla di lamentarmi e agire, provando a concretizzare una professione che fatico a costruire da sempre (traduttrice). Grazie, siete davvero un faro per me!
justine Novembre 13, 2015 - 09:01 – In reply to: Alessandra
Grazie Alessandra, posso contattarti privatamente alla mail che hai utilizzato per lasciare il commento?
Alessandra Novembre 13, 2015 - 11:30 – In reply to: justine
Certamente, quando vuoi! Grazie 🙂
Patrizia Agosto 03, 2019 - 22:20
Ciao è esaurita la borsa?grazie