Poi fermati e scegliti 28 Aprile 2017 – Pubblicato in: Cose Varie

Ho allattato fino all’ottavo mese. Tutti tranquilli.

No, perché sembra che sia la cosa più importante del mondo e, per farla completa, ho allattato ovunque.
Mari e monti, negozi, bar, ristoranti, panchine. Ovunque. Faccio parte del partito #tettalavento che nonostante come sia fatta non ho avuto nessun timore a farlo.

Però una cosa posso dirla. Calma ragazze, molta calma.
Perché la maternità e tutti i suoi effetti e conseguenze sono solo dei fatti e non sono delle condizioni.

Essere mamma è un evento, è un processo in divenire ma non è uno status.

La pancia, le nausee, il parto, l’allattamento, le notti in bianco, lo svezzamento naturale o strutturato, i pannolini lavabili o usa e getta, ciuccio o niente ciuccio, il dormire insieme o da solo che se piange non importa, viaggi, aereo-treno-macchina-camper, latte artificiale o tetta a oltranza. Sono tutti fatti non sono credi religiosi da difendere. Sono delle banali decisioni che bisogna prendere nel processo.
Vale tutto e sopratutto, rullo di tamburi, non vale niente.
Perché decidono poi loro che, altro rullo di tamburi, sono persone.
Con delle idee, dei desideri, delle riflessioni. Mia figlia ha dormito con noi fino a 9 mesi, poi una sera abbiamo provato e da allora dorme nel suo lettino e le stiamo pure antipatici quando per forza di cose deve dormire con noi. Scelgono loro perché sono degli esseri umani.

Allora ho capito questo in questi due anni di vita di mia figlia, che la maternità è un processo composto da una serie infinita di eventi.

Ma quello che conta di più sei tu.

Fermati e scegliti: perché il tempo che  impieghi a far quadrare tutto è tempo sprecato. Perché tanto non inquadri proprio niente.

Il tempo che dedichi per diventare la mamma dell’anno è tempo che togli a tuo figlio/a, al tuo compagno e a te stessa.
Perché non vinci nulla.

Vinci quando sorridi, quando ti guardi allo specchio e ti piaci, quando scegli la mano di tuo marito da tenere e non sempre e solo quella di tuo figlio, vinci quando chiudi la porta della cameretta e in cucina ti aspetta un piatto di lenticchie con una candela accesa e il suo sorriso. Vinci quando andando per negozi ti piace un vestito e lo prendi, vinci quando tuo figlio ti manca da morire ma quando è lagnoso ti sta sulle palle e lo dici serenamente.
Perché lo amerai di più se ammetti quanto ti fa stancare.

Vinci quando ti fermi e ti scegli. Ogni giorno.

Quando rifiuti lo stereotipo della madre perfetta, che avere la pancia è bellissimo, che non importa se ho i capelli sporchi ma ho mio figlio tra le braccia, che tanto non riuscirò mai più a farmi una doccia come si deve.
No, perché tanto dentro quei jeans non ci tornerò neanche morta.
Si vince quando le scelte che fai sono tue e sono condivise con il tuo compagno e le hai misurate sulla vostra casa e famiglia.

Vinci se ti fermi e ti scegli. Ogni giorno.

Io ho incontrato una persona che mi ha aiutato a scegliermi e ve la voglio consigliare.

Si chiama Giovanna Ventura, è una fitness coach ed è una persona meravigliosa.

Non dico altro, scrivetele, amatela. Sceglietevi

#stayfunky