Perché non farò più La Bag e saltelli di gioia vari. 22 Dicembre 2016 – Pubblicato in: Funky Projects, LaBag and co., The Funky Diaries

E’ spocchioso iniziare un post dichiarando che sono felice e soddisfatta?

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Io credo di no. La scrittura è curativa e mi sono spesso ritrovata a condividere con voi tormenti e elaborazioni degli alti e bassi della quotidianità.
Sentirsi pienamente felici non è, almeno per me, una costante. Sono felice e vorrei staccare un pezzettino di questo sentimento e distribuirlo tra tutti voi che avete contribuito a questa chiusura di 2016!

La prima novità è che gli ultimi due anni sono stati di costruzione continua, tanto da non lasciarmi un momento per fermarmi e godere un attimo dei piccoli e grandi successi. In questo dicembre è successo: a un certo punto, nel fare, i sorrisi hanno surclassato ansia e stanchezza.
Nel fare, mi sono riempita di orgoglio: dal nulla a impresa.
A breve potrò scrivere anch’io “CEO presso me stessa”. Ok, non fa ridere. Dai un po’ sì. Come “università della vita”… Kaffeeeeeeeeee?

Detto questo non è filato tutto liscio, ho sbagliato alcune cose, ma scovando l’errore direi che sono a buon punto. Non sapere cosa è andato storto sarebbe un problema, non il contrario.

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Il primo errore è stata la comunicazione de La Bag. Non è una borsa passeggino.
Lo è ma anche. E’ un prodotto di alta qualità con un prezzo importante.
Mai mi sarei sognata di produrre una borsa con una durata di utilizzo pari al tempo che si scarrozzano i nostri nani in passeggino.
Eppure mi arrivano sempre messaggi e commenti tipo: “Se avessi ancora figli piccoli, la vorrei!”

L’avevo immaginata come una borsa enorme per tutti, che se mai nella vita fosse servito appenderla al passeggino, lei sarebbe stata lì. A dare continuità al nostro essere donna, non passando per forza da una borsa standard in poliestere.

Ho fallito, sebbene molte clienti  non l’abbiano mai usata attaccata a un passeggino, rimane quello: un prodotto per neo mamme.

L’ho scritto ovunque ma è evidente che la mia comunicazione non abbia funzionato, quindi via…
Finisco quelle che ci sono online e poi basta. Ora mi rimane solo da decidere se manterrò i ganci laterali sulla versione zaino oppure no. Perché lo zaino rimane. E’ una bomba, non riesco quasi più ad usare altro.

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Per il resto ho sbagliato a non osare di più. Per paura. Avrei dovuto buttarmi a capofitto sulle cose che mi giravano in testa, sia dal punto di vista degli abbinamenti colore che da quello delle novità che avrei voluto proporre.
Ad esempio, la Pearl Marrone non vi è proprio piaciuta. Sinceramente ho preferito introdurre un colore classico invece di azzardare un’accoppiata di colore pazzo credendo di andare sul sicuro… Sbagliato!
Di questo, però, son felice, quest’errore ha creato un mostro:

l’anno prossimo la collezione sarà “Barbie Malibù” incontra le ragazze del quartiere Harajuku a Tokio ascoltando “Trap”.

Fonte foto Tokiofashion.com

Fonte foto Tokiofashion.com

Quindi occhio ai saldi e soprattutto alla news letter! Sapete che c’è quasi sempre un codice sconto…

GRAZIE DI CUORE, GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!

Cosa c'entra questa foto in questo post? C'entra, c'entra: è stato uno dei momenti più felici del 2016. Io e Leo a Londra <3

Cosa c’entra questa foto in questo post? C’entra, c’entra: è stato uno dei momenti più felici del 2016. Io e Leo a Londra <3