Non è scienza, è Funkyscienza: mi viene il vomito 16 Dicembre 2015 – Pubblicato in: Funkyscienza

Dicembre è un mese infernale. È tutto un corri compra impacchetta, mangia bevi scarta, abbraccia bacia ridi, chiacchiera discuti dormi, invaligia viaggia vomita. Eh sì: vomita. Perché se la tua famiglia allargata è sparpagliata ai quattro angoli dell’universo mondo, dicembre vuol dire mettersi in viaggio per raggiungerla. Una… Due… Tre… Millemila volte. E se la tua famiglia ristretta è composta da due bambine sotto i 12 anni e una mamma con un difetto congenito all’orecchio, allora viaggio vuol dire vomito.

Natale

Ora, so che in giro ci sono post e video su come attrezzarsi per risolvere brillantemente la situazione in caso di vomito legato al viaggio, e questo va bene. Ma se avete una certa età sapete che “prevenire è meglio che curare”, quindi oggi cercherò di aiutarvi ad evitare il vomito da viaggio, sia che esso derivi dall’uso di auto, treno, nave, aereo, metropolitana, tram o autobus (tutti provati per voi. Quando si dice il metodo scientifico, eh…).

Essendo io dotata di quella che la maggior parte delle persone definisce una mente scientifica (e che alcune altre a me care definiscono – non esattamente con queste parole – una spiccata attitudine a spaccare il… capello), per riuscire ad evitare di vomitare ho dovuto prima capire cosa provocasse il vomito da viaggio. Ovvero il vomito da cinetosi, anche se il vomito è solo uno dei sintomi di questo disturbo che può comprendere anche nausea, pallore, salivazione, sudorazione, vertigini e talvolta debolezza, mal di testa, senso di svenimento e stanchezza.

Quello che ho scoperto è che la cinetosi è un fastidio che molti esperti attribuiscono al fatto che il cervello (ehggià, sempre lui. Proprio come nel caso della pipì ) fatichi a mettere insieme in maniera sensata i segnali a suo parere contrastanti provenienti da occhi, orecchio interno (che, oltre a farci sentire, è la parte del nostro corpo che ci permette di rilevare il movimento e le sue variazioni, come velocità e accelerazione) e propriocettori (ossia i recettori deputati a rilevare la posizione del corpo nello spazio anche senza il supporto della vista). Per esempio: se viaggiando in auto i miei occhi vedono gli alberi sul ciglio della strada sfrecciare all’indietro, il mio cervello cataloga il fatto come “mi sto muovendo”; ma se nel frattempo i miei propriocettori dicono al mio cervello che sono seduta e il mio orecchio interno manda al cervello il segnale di “corpo fermo”… Dite la verità! Non vi è già venuto un po’ da vomitare?

vomito macchina

Ecco dunque che per evitare gli effetti della cinetosi i metodi possono essere diversi, da quelli farmacologici a quelli comportamentali, ma tutti basati su un unico principio: fregare il cervello. Come? In primo luogo escludendo una delle fonti di segnali discordanti. I più comuni farmaci contro la cinetosi, per esempio, bloccano parte dei segnali inviati dall’orecchio interno verso il cervello. Chiudere gli occhi o fissare l’orizzonte, invece, impedisce all’occhio di percepire il movimento; cosa che all’opposto viene amplificata se si fissa un punto molto vicino, come per leggere o guardare un video. Prendere aria fresca sul volto, poi, aiuta orecchio e propriocettori a percepirsi in movimento anche se si è fermi e seduti. E al contrario, se si decide di chiudere gli occhi per non vedere il movimento, bisogna anche premurarsi di sedersi in modo da non percepirlo, eventualmente aiutandosi con un cuscino o un poggiatesta. E infine, ascoltare musica o, meglio ancora, cantare (a squarciagola, sì sì) distrae il cervello da qualunque segnale.

Altre astuzie sono poi quella di evitare di riempirsi lo stomaco per far sì che non ci sia niente da vomitare, oppure quella di prevenire nausea e vomito attraverso l’agopuntura (un po’ scomoda da praticare in viaggio, in verità), la digitopressione (anche se esistono ancora pochi dati scientifici a supporto della sua efficacia in questo caso) e l’uso dello zenzero. Cosa??? Perché lo zenzero??? Ma perché è Natale, no?