Networking: la rete delle donne, la nostra forza. 6 Febbraio 2014 – Pubblicato in: Business, Legge e Marketing – Tags: , , , ,

Questo è uno di quegli argomenti per i quali mi parte la fantasia.

Twitter è mio amico nel seguire silente varie dinamiche, discussioni o eventi. Questo in particolare mi ha folgorato.

Al solo sentire la parola networking  mi gonfio come un tacchino. Perchè ci credo tanto, ci crediamo tanto io e Justine.

Senza la nostra rete di “pianeti e costellazioni” non saremmo le FunkyMamas, non cercheremmo di migliorarci ogni giorno, non avremmo fatto quelle scelte avventate che pian piano stanno cambiando la nostra vita: in meglio.

Per cui quando La 27 ora, Valore D e Odille Robotti di Learning Edge hanno proposto questo tema per gli appuntamenti legati a Il Valore delle Donne, Formazione a Colazione, le mie parabole sociali si sono erte nell’aire e da che mi sono svegliata ho seguito con piacere la discussione via Twitter.

Ora qui posso riportare la mia idea di network. Una “rete” espansa ed osmotica, perché creare connessioni non basta, bisogna imparare a prendere e dare a chi ci sta intorno, colorare la propria conoscenza o know-how, chiamatela come vi pare.

Quindi se fai rete parti rosso e diventi azzurro. Questo accade.

networking_lefunkymamas

Grazie al FunkyTeam, grazie alla pluralità di voci ed intenti abbiamo confermato che da sole saremmo state una replica in bianco e nero di noi stesse e non volevamo questo. Ci siamo evolute e dunque:

Fare network è evolutivo.

Senza la rete di persone che ogni giorno incontro a colazione o per merenda la mia vita di mamma sarebbe una relazione unidirezionale. Così mi diverto, condivido, imparo e insegno. Sono quella “dei cancelletti # che fa un lavoro che boh”  va bene così, perché ricevo e prendo amicizia, simpatia, spunti e idee:

Fare network è divertente.

Senza la rete la mia rete non potrebbe crescere, senza gli incontri fatti negli anni, senza il rispetto per il lavoro altrui, l’ammirazione e i contraddittori ora non sarei felice dei risultati degli altri. Non potrei assaporare appieno la loro evoluzione, non potrei ragionevolmente pensare di prendere spunto per spostare l’asticella degli obbiettivi più in là:

Fare network è condivisione

Senza la rete forse sorriderei di meno, e sono felice che alla fine del dibattito siano venute fuori parole come sorriso e gentilezza. Perché è così, innegabilmente vero. Certo, non è possibile essere gentili con tutti, vero, ma educati quello sì. Ti induce a correggerti e scusarti e secondo me non sono doti così rare, se le induci rifioriscono:

Fare network è educazione e smileriot

Fare network non è solo un “modus operandi” per donne in carriera, grandi aziende, top manger etc.. è una disciplina che si può e deve coltivare a tutti i livelli, soprattutto se sei libera professionista (come nel mio caso), aspirante tale, disoccupata o impiegata. Insomma, ognuno deve esplodere questa relazione sociale innata e curarla con amore, analizzarla e accrescerla. A volte ci sembra di bastarci, così facendo dimentichiamo relazioni e pensieri nel tempo. Quindi il network non ha scadenza, chi attiriamo nella nostra rete deve rimanerci bene e con diletto:

Fare network è ospitalità

Pensare dunque di coltivare nel tempo e nello spazio una costellazione di idee, menti e corpi è assolutamente magnifico.

Ti arricchisce, ti colora come scrivevo poco più sopra.

Ragionandoci  “fare rete” è un’attività vintage -passatemi il termine- e ora ci si deve incontrare a colazione per parlarne con delle slide. Si intenda che il fatto di incontrarsi non è mica male, farlo più spesso davanti ad un caffè o un bicchiere di vino sarebbe forse meglio. Col tempo abbiamo preso l’abitudine all’essere passivo.

Una volta bastava una sedia fuori dalla porta di casa, un muretto o una panchina. Anche per discutere grandi affari.

Cosa ci ha bloccato? Quella cosa lì dei rampanti anni ’80 dei quali c’è rimasta solo la salsa coi gamberetti. O il minimalismo nero degli anni ’90 e siamo ancora lì a chiederci come facevamo a mettere la punta quadrata. O la socialità fittizia dei 2000 dalla quale nascondiamo sia gamberi che scarpe con la punta quadrata perché si scatenerebbe un inferno di emoticon rotolanti dal ridere.

Gli uomini sono più bravi di noi a fare network? No è escluso. Loro fanno solo più casino. Le armi in mano alle donne sono molto più ampie in questo senso. E’ innegabile.

Le donne però son più smorfiose. Questo sì, blocca parecchio.

Ci facciamo anche molte più seghe mentali. Pure questo blocca.

E quindi? E quindi non lo so, leggete lo Storify della colazione di ieri e traetene conclusioni.

Ora voglio sapere in quante hanno frugato nell’armadio delle scarpe per far sparire il sandalo con la punta a mattonella perchè: “Si sa mai che venga fuori in una foto su Instagram