Merano: un cuore in affitto. 18 Novembre 2014 – Pubblicato in: Pink Wheels, Rubriche – Tags: , ,

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Stavolta la macchina l’ho presa soltanto per spostarmi di qualche km.
Semplicemente la mia Giulietta mi ha trasportato in quel di Merano per farmi trascorrere un interessante quanto divertente fine settimana.
Per chi Merano l’avesse sentita nominare solo per i mercatini di Natale sarebbe tornato a casa dimenticandoli in fretta.
In tre giorni ho scoperto una parte della sua realta’ lavorativa, anima di una comunita’ che mette la famiglia e le tradizioni in un posto che noi ci siamo completamente dimenticati: in cima al cuore.

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Dopo un arrivo alquanto movimentato dalla telefonata di mia suocera e successivo sbaglio di rotta che mi ha fatto perdere un’ora tra andare ( a Chiusa) e tornare ( a Bolzano Sud – l’uscita corretta-) approdo in quel di Lana di Mezzo.
Qui incontro i fantastici 5 davanti a un piatto goloso, considerato cosa erano riusciti a ficcarci dentro e a un’ottima birra alle castagne. La Pfeffer Kastanie, una bock maltata.
Il luogo prescelto come prima tappa e’ un birrificio dal nome impronunciabile per me – PFEFFERLECHNER– almeno fino alla seconda birra.

“Perché qui?” Mi sento di chiedere curiosa.. Franziska e Tiziano i nostri accompagnatori non hanno alcun dubbio a rispondermi. “Perché la birra in Alto Adige vanta una tradizione più che millenaria. Pochi lo sanno e i gestori degli otto birrifici sparsi sul territorio che la producono, ora hanno anche unito le loro forze per creare un consorzio ( Consorzio birrifici sudtirolesi ndr).
Veniamo così accolti dalla sig.ra Christine titolare, assieme al marito, della società.
A vederla in realtà ho pensato che anche lei avesse bevuto qualche birra di troppo. Poi ho scoperto che quella strana luce negli occhi che avevo scorto mentre parlava era la passione. Passione nata nel tempo in ciò che aveva fatto e continuava a fare.

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In sintesi cuore pulsante di questo progetto e’ la birra naturale non filtrata che contiene un’infinita’ di sostanze preziose e pertanto, consumata nella maniera corretta, ha effetti benefici sul corpo e lo spirito. Mettici in aggiunta l’utilizzo di prodotti locali come lupini e castagne e il gioco e’ fatto.
I clienti del locale, terminata la cena luculliana, possono cosi’ ammirare il mastro distillatore e il mastro birraio all’opera davanti alle caldaie di cottura o l’intero processo di produzione e naturalmente, continuare a bere.
Una capatina ve la consiglierei in modo spassionato soprattutto se avete dei bambini al seguito, i quali si potranno divertire nei molti spazi adiacenti a loro o all’interno del ristorante dove la sig.ra Christine lascia in bella mostra un asino ( lui pero’ nella sua stalla beato) per chi volesse prenotare i tavoli vista quadrupede.
Vi consiglio anche questo libro

la birra in alto adige

la birra in alto adige

Da leggere prima di cena e commentare con un bel boccale di birra dopo.

Birra

Seconda tappa del nostro viaggio e’ stata la Val d’Ultimo. ” Workshop presso la scuola dei mestieri” leggo nel programma. E in effetti a casa della sig.r Traudl c’erano una stanza con delle panchine e una sedia in mezzo, a disposizione della maestra che per due ore ci ha illustrato il suo sogno nel cassetto e la sua caparbia forza di volonta’ per realizzarlo.
E anche qui luccichio neglio occhi della padrona di casa che si ricreava durante la lezione. Con lei si e’ entrati in contatto di un mondo parallelo fatto di natura, animali, tradizioni secolari e amore familiare. Ingredienti utili per comprendere il suo progetto di vita. “La natura di accoglie e ci nutre. Ci aiuta a vivere bene e a sentirci bene, perche’ cercare altrove queste preziose risorse?” Ecco appunto… Perche’?
Perché non usare il legname e le sue proprieta’ non solo per costruirci una casa, ma per soddisfare le tante esigenze che si sono create per tutti noi nel tempo? Perché non usare i fiori in cucina e non solo come decorazioni seguendo le teorie del dott. Kneipp? Oppure lavorare noi la lana dopo averla tagliata dalla pecora e utilizzarla non soltanto per coprirci, ma come materiale di arredo sfruttando le diverse fasi di lavorazione come metodo di rilassamento? La risposta e’ semplice. Perché abitiamo in città. Non e’ una scusa, ma un limite.
La sig.ra Trauld in quelle due ore ci ha mosso il cuore più che la mente e forse, dico forse, la frequentazione di uno dei suoi corsi servirebbe di piu’ a risvegliare dei sentimenti assopiti che a dare idee di business core.
Imperscrutabile la Val d’Ultimo. Non credo sia una valle facile. Dall’atmosfera che si respira l’idea che mi si crea in testa e’ quella di un luogo scomodo, poco accogliente per
il turista cittadino e affascinante proprio per questa sua aura sfuggente.
Ritornati a Merano stavolta le nostre mani saranno occupate, si a far cuori, ma di cioccolata, ospitati dal panificio Schmidt. E la castagna in onore del Torggelen? Dentro. Come la sorpresa dell’ovetto Kinder. Deliziosa e inaspettatamente facile da manipolare. La più brava di noi risulta Valentina. Le sue opere sono da manuale. ” Dopo anni di Dido’ che volete che sia?” Quante cose sanno fare le mamme!
Il nostro maestro pasticcere come esponente di punta della quinta generazione della famiglia fondatrice ha preso in mano il futuro dell’attività assieme alla sorella minore. Entrambi con studi all’estero, diverse lingue alle spalle e molta creatività. “Questo dolce da voi preparato e’ stata una mia scelta commerciale. Una scommessa, come la ristrutturazione del negozio di famiglia in città”. Non saranno di certo le ultime sfide. Sentendolo parlare potrei
scommetterci io stavolta.

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Il rientro in hotel diventa il momento classico dove il tuo vissuto si scontra con ciò che hai imparato in poche ore. Non c’e’ molto tempo. Il planning serale ci porterà in uno dei ristoranti più rinomati della zona. Il profumo di legno che emana la mia stanza e la luce che filtra dalla finestra mi ricordano una canzone dei Queen.. Fight from the inside..
Mi preparo per la cena pensando che ho ancora molte cose da scoprire di questo luogo.
La sig.ra Ann Matscher e’ l’unica donna in Alto Adige a poter annoverare la stella Michelin nel suo portfolio.
Grandi sacrifici, grande cuore, solita passione e un marito attento e impegnato. Anche in questo caso gioco forza nella famiglia.

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Per finire in bellezza questa due giorni altoatesina abbiamo voluto presiedere anche alla festa
delle castagne di Tesimo, piccolo borgo sopra Merano.
Sfilata di trattori e gente in costume tipico ad accogliere turisti contenti di poter trascorrere qualche ora in allegra compagnia. Tra i tanti modelli a quattroruote che mi si sono paventati davanti uno ha attratto maggiormente la mia attenzione. Modello Carraro (nello specifico una seminatrice) del 1954. Targata Reggio Emilia. Un’altra emiliana in trasferta. Un viaggio che per lei e’ durato ben più di un weekend.