L’estetista non vuole figli, io non voglio peli. 23 Gennaio 2014 – Pubblicato in: The Funky Diaries – Tags: , , ,

Gennaio è il mio mese delle bugie.
A fine febbraio vi saprò dire quanto mi sono mentita.

Per ora:
Ceretta, celo!
Vapori e maschera viso, celo!
Allenamento almeno tre volte a settimana, celo!

Li chiamate buoni propositi? L’esperienza mi porta a chiamarli: come te la racconti bene il primo mese dell’anno.

Dall'estetista

Comunque, il tema di questo post è la ceretta. L’unica vera soluzione, dopo quella definitiva al laser, per essere davvero a posto.
Che l’epilatore me li rompe e non crescono mai assieme, il rasoio mi irrita e coltiva tronchi che nemmeno i baobab centenari, la crema depilatoria lascia stare che solo l’odore mi porta a pensare a strane mutazioni genetiche…
Devo trovare il tempo e la costanza di investire un modesto gruzzoletto nell’estirpazione dei miei maledetti peli.

Devo.

L’ho fatto, a gennaio, l’ho fatto. Come da manuale. Entri nella cabina preposta, in piedi, ti spogli davanti al lettino ricoperto di tovaglioli di carta extralarge e fissi quel coso, perizoma di carta lo chiamano, che sinceramente non ho ancora capito la differenza tra avercelo e non avercelo.
Sempre con la cosa al vento ti ritrovi, che poi, che taglia è? Che bombatura si forma sul davanti? Mai una volta che rimanga in posizione.
Ma indossalo e sta zitta. Meglio al vento che le mutande incerate, quindi…

L’estetista: “Ciao, iniziato bene l’anno?
Pensavo sarebbe stato un periodo tranquillo ma si vede che c’è crisi, siamo piene di appuntamenti, non è partito nessuno.
Son tutte qui.
Che poi abiti qui tu, vero? Ci siam già viste se non sbaglio?

(abito lo stesso quartiere da anni, questa frase è la prova provata di quante cerette faccio)

Hai notato che son tutte mamme? TUTTE.
Arrivano qui e ti cominciano a parlare del pupo, delle malattie che han preso, che essendo a casa da scuola non han tempo di andare dal parrucchiere, figurati qui…

(mi guardo la gamba come a dire, non è che sia messa benissimo nemmeno io. Non lo dico. Ma si capisce.)

Tranquilla ho visto di peggio.
Dicevo, ah, tutte con sti figli, io non capisco. Sarò egoista ma non li voglio.
Eh no, i miei viaggi non me li leva nessuno, e i miei soldini me li spendo per me. Ah, non ho nessun senso di colpa sai, non ci penso proprio.

(annuisco. Avrete notato che odio conversare mentre sono sdraiata nelle peggio posizioni a farmi massacrare chiappe al vento)

Alza un pò qua, sposta, solleva, rotea, non respirae, ferma, sei scomoda? Faccio in un attimo.

(vedi tu, talmente comoda che di secondo nome faccio crampo)

mai contraddire l'estista

CI SIAMO, ZONA INGUINE.

“…Che poi di sti tempi fare figli.Da pazzi, no?

(figurati se ti contraddico ora che stai per chiedermi sgambo? Quanto?)

Poi ognuno la pensa come vuole, ma io, per ora ne son certa, figli non ne faccio. Tu che dici?

(Argh, domanda diretta alla quale non posso rispondere con mmm,mmm o ah,ah)

“Fai benissimo” dico io.

E lo penso. Non posso risponderle quello che vorrei. Che poi sarebbe che la sento così sicura del suo discorso che non capisco proprio perché dovrei contraddirla. Non vuoi figli? Non ne fare.
Non esiste nessun tipo di obbligo.
Vivitela un po’ come ti pare, e se cambierai idea, non ci sarà nulla di male.

Mi vesto. Pago. Saluto.

Ci siamo.

E’ il momento di puntare il dito al cielo cantando:

I’ve got the powaaa! Tu tu tututu tu.

Sì, a me un’ora dall’estista fa quell’effetto lì. Sì, quel momento lì ,per me, è molto più importante di qualunque chiacchiera, discussione e confronto.

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