L’educazione impossibile 9 Gennaio 2014 – Pubblicato in: The Funky Diaries – Tags: , , ,

casetta Fisher Price

Durante la gravidanza avevo le idee molto chiare.
Sdraiata sul divano, una tisana di finocchio da una parte, una pila di libri dall’altra: i suoi primi mesi di vita, metodo Montessori, Steiner, l’omeopatia per i più piccoli. Ne avessi letto uno fino in fondo poi…
Conoscevo a memoria il catalogo ikea, sezione camerette , come se l’avessi inventato io. Illusioni e allucinazioni alla Pinterest di spazi minimal, pochi giochi ma belli, tutto in ordine.
Ah ah ah ah ah.
Risata parecchio isterica del senno di poi.

I giochi di legno, ah i giochi di legno.

Perché quelle diavolerie plasticose, brutte, inutili, sono un retaggio del trash anni 80. Diciamocelo. Ma io non ci casco. Ho ritrovato la casetta Fisher Price di quando ero piccola. Le blogger americane ce l’hanno e ce l’ho anche io, gongolo.
Quel draghetto di legno che si traina è favoloso e le costruzioni di legno stanno proprio bene su quella mensola, vicino al mappamondo.
Leone svilupperà il mio stesso gusto per il bello. Lo so. Basta educarlo. Questo ha, questo gli piacerà.
SEEEEEEEEEEEEEEEE. Credici.

Di tutto l’elenco, avrà giocato con uno dei miei giochi eletti. Il resto non lo ha mai guardato. Le costruzioni di legno sono sparite dopo quel giorno in cui attentò alla vita di un altro nano, lanciando un triangolo giallo sulla fronte del mal capitato. Hanno un peso specifico del quale ti rendi conto solo dopo uno scontro frontale in cui avrai avuto la peggio.

tshirt-peppa-pig

Stesso discorso estetico vale per l’abbigliamento.
Maglie a righe e vietata l’introduzione in casa mia di qualsiasi orribile stampa coniglio-orsetto-papera-coccinella se non di un pattern nordico sublime. Poi arriva il primo parente con una maglia spiderman, o peppa pig, ti volti di scatto, ma lo sguardo di tuo figlio è già passato da normale a occhio a palla con pupilla a cuore, ci provi, la fai sparire un paio di giorni, la cerca, la vuole, la ama.

Non importa, adorerà l’handmade. Deve capire sin da subito l’importanza del fatto a mano, con amore, per lui.
Volete sapere se ha mai minimamente guardato uno dei pupazzi che ho fatto per lui? La risposta è no.
Ha mai messo uno dei cappelli che ho uncinettato con amore profondo? Sì, fino a quando non è stato capace di toglierselo e dire no.

Ma diamo il giusto peso alle cose: si parla di oggetti, passiamoci sopra.

Parliamo di cose serie, invece.
Mettere a letto un pupo, che ci vorrà mai.

Devi creare una routine che sia sempre la stessa. Tipo bagnetto, pappa, coccole, favola e nanna.
Non funzionerà da subito. Ma poi vedrai, funziona e come se funziona.

A casa mia ha funzionato totalmente a caso. A volte sì, a volte no. Dipende forse dalla routine. No. Ma da quel carattere da assatanato che si è sempre ritrovato.
Che poi noi, grandi problemi da quel punto di vista non ne abbiamo mai avuti. ( zitta che adesso dopo i 4 anni suonati, hai scritto questa frase e ti si ritorcerà contro.)
Ma di una cosa sono certa. A CASO.

cameretta bambino

Insomma, tutto quello che avevo chiaro in testa si è trasformato in un manuale di educazione impossibile.
Quello in cui credevo non è esattamente come lo credevo.
Non è per forza male eh, accetto volentieri che la vita mi contraddica, sono sempre disponibile al confronto, io.
E invece mi ruga. Capito. Mi ruga.
Perchè le magliette brutte mi urtano, la bruttezza dei gormiti, anche. Quel gioco che è stato regalato che non ha un apposito spazio e quindi deve stare in bella vista, diventando elemento decorativo non gradito, mi stra urta.

Ecco.

E non sto scherzando affatto.

Ma l’importante rimangono quei gesti quotidiani che lo accompagneranno per sempre, l’armonia respirata in casa, i litigi che diventano dibattiti, i toni pacati. Capire che minacciare e sequestrare non sono metodi che posso aiutare in alcun modo. Mai.

LEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO, se non lasci immediatamente la coda di Gaia ti faccio sparire la bicicletta, per sempre. Capitooooooooooooooooooooooo?

Appunto.

Non urlare, non ricattare.

Io, lui e l’educazione impossibile. Ma non mollo.