La ricerca dell’in sync è un viaggio alla ricerca di equilibrio, di consapevolezza.
La sincronizzazione del sé.
A volte però accade che il sé lo si riconosca negli altri.
Nulla è scontato in questo viaggio senza fine.
Come raccontavo nel primo post di questo progetto introspettivo voluto da Activia, mi sono accorta che il nome scelto per questo mio spazio nel web racchiude il mio percorso. Quanto ne fossi cosciente al momento della registrazione del dominio poco importa, è il percorso che conta.

E’ davvero tutta questione di in sync, di equilibrio…

Ho notato che la mia ricerca dell’in sync corrisponde spesso con il cercare il mio posto nel mondo. In passato c’è sempre stato qualcosa che mi faceva sentire stramba, a disagio, non capita.
E mentre qualche tempo fa parlavo con un’adolescente che adoro alla follia, mi sono ritrovata a consolarla con queste parole:

“Quello che oggi ti fa soffrire, ti fa sentire diversa, ti allontana dagli stereotipi, potrebbe diventare il tuo talento domani. Tutto quello che sto realizzando oggi con il mio lavoro è possibile solo grazie a quei sentimenti lì per i quali stai soffrendo tu, sai?”

Porca miseria, quanto è vero.

Se lo avessi intuito prima, probabilmente non sarei stata bocciata. Se lo avessi saputo prima avrei potuto tentare di bilanciare quei sentimenti, quella diversità, avrei potuto sfruttare quel senso di ingiustizia che pesa, l’empatia che non sapevo nemmeno si potesse spiegare, che quell’aspetto  avesse un nome. Se avessi provato a mettere in sync, in equilibrio, quel vasto catalogo di sensazioni, sarei stata felice.

FUNKY.

Avevo detto che il secondo post di questo progetto avrebbe raccontato di come il nome del blog rappresenti in toto la ricerca dell’in sync di questi ultimi anni.

funky

• agg.

• 1 (Am,sl) (bizarre) (piacevolmente) eccentrico e anticonvenzionale, bizzarro.
• 2 (Am,sl) (great) eccellente, giusto, da sballo.
• 3 (Mus) funky, relativo alla musica funk.
• 4 (Am,sl) (smelly) puzzolente.

Strano, ma quello strano simpatico.

Perché certe cose non cambiano. Quello che cambia sta proprio nella parola chiave di questo progetto: in sync.
A 38 anni compiuti mi è rimasta cucita sulla pelle quella sensazione di essere un po’ diversa, un po’ stramba. Ma è la mia personale percezione che è cambiata. E’ cambiata così tanto che la comunico diversamente. Ho sofferto del non trovare mai il mio posto nel mondo, fino a quando non ho capito chi ero e che il posto non andava cercato ma vissuto.
Così adesso, alle persone non arrivo più come una diversa, ma come quella funky, bizzarramente simpatica. Bizzarramente me.

Questo oggi, domani chissà.
Ma il senso non è forse questo? L’in sync non serve a migliorare il qui e ora?

Sono molte le iniziative, i video e i contenuti attorno a questo splendido progetto voluto da Actvia, potete approfondire –> QUI