“Amore te lo dico, a me piaci, ma si vedono le occhiaie.”
“Ma così tanto Steve?”
“Non lo so, guarda tu, io ste seghe non le capisco…”

E sbaaaam. Foto profilo.

Ma è…
Com’é?

Non è questione che sia bella o brutta,  perfetta o meno, non è una foto, sono io.

Quella mattina Lilou ci aveva svegliato alle 6.30. Nel cuore della notte si era messa a piangere per il suo primo incubo, almeno così abbiamo pensato noi.
Era il secondo giorno di ripresa dopo le vacanze, sempre difficile per una come me che soffre i cambi di ritmi come i bambini.

Certo che avevo le occhiaie. Come avrei potuto non averle?
Ma il punto è che mi sono guardata e le ho trovate autentiche. Non ho pensato disturbassero il mio ritratto ma che incorniciassero il mio sguardo donandomi autenticità.

Di foto ne faccio tante per il blog ma per la prima volta dopo tanti anni, mi sono guardata e mi sono riconosciuta completamente.
Questa sono io, con qualche anno in più, con i tratti del viso cambiati, con alcuni segni che si fanno sempre più palesi e mi sta bene.

Ho disattivato quella modalità che hanno molti smartphone samsung, quella specie di filtro che quando ti fai uno autoscatto ti pialla la faccia di default.

Ora ho una foto profilo importante sui social, senza quegli occhiali da sole che indosso praticamente sempre, per vezzo, per imbarazzo o per nascondere l’occhio storto.

E’ da tempo che penso a quanto sia sbagliata quell’immagine, perché io vivo sulla rete e mi sembra il minimo guardare le persone con le quali interagisco dritto negli occhi.

Ma nulla, negli ultimi mesi non sono mai riuscita a guardare in camera senza strabismo.
L’8 Gennaio è successo. E’ successo in uno scatto completo, dove oltre al mio sguardo ci sono le mie giornate, le mie notti, i miei pensieri e la mia intimità con Steve.

Infondo, è lui che vedevo dietro l’obbiettivo.